Trattato dei miracoli |
[1019] 198. Poiché l'immensa pietà di Cristo Signore conferma con l'opera dei miracoli come siano vere le cose che sono state scritte e divulgate sul conto del suo Santo e padre nostro Francesco, e poiché sembra assurdo assoggettare a umano giudizio ciò che è approvato dal miracolo, io, umile figlio del Padre, supplico e domando a tutti che accolgano i miracoli descritti con devozione e li ascoltino con riverenza.
Benché siano narrati non degnamente, sono tuttavia quanto mai degni d'ogni venerazione.
Non si disprezzi quindi l'imperizia del relatore, ma se ne consideri piuttosto la fede, l'amore e la fatica.
Non possiamo ogni giorno produrre cose nuove, né mutare ciò che è quadrato in rotondo, e neanche applicare alle varietà così molteplici di tanti tempi e tendenze ciò che abbiamo ricevuto come unica verità.
Certo non siamo stati spinti a scrivere ciò per vanità, né ci siamo lasciati sommergere dall'istinto della nostra volontà fra tanta diversità di espressioni, ma ci spinsero al lavoro le pressioni e le richieste dei confratelli ed ancora l'autorità dei nostri superiori ci condusse a portarlo a termine.
Attendiamo la ricompensa da Cristo Signore, e a voi, fratelli e padri, chiediamo comprensione ed amore.
Così sia! Amen.
Il libro è finito.
Sia lode e gloria a Cristo.
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