Leggenda dei tre compagni |
[1410] 13. Mentre un giorno Francesco implorava con più ardente fervore la misericordia di Dio, il Signore gli fece capire che fra poco gli avrebbe rivelato cosa dovesse fare.
Da quell'istante si trovò così ricolmo di gioia, che non si sapeva tenere dal manifestare alla gente, anche senza volerlo, qualche sentore del suo segreto.
Ne parlava tuttavia con riserbo e in forma enigmatica.
E dichiarava che non gl'importava più scendere in Puglia, ma di compiere nobili e grandi imprese in patria.
I compagni, notandone il profondo cambiamento ( ormai Francesco era spiritualmente estraneo a loro, benché fisicamente si unisse talvolta alla brigata ), gli ripeterono scherzando la domanda: "Ma vuoi proprio prendere moglie, Francesco?".
Egli replicava in termini sibillini, come abbiamo riferito sopra.
[1411] Trascorsero pochi giorni.
Mentre passava vicino alla chiesa di San Damiano, fu ispirato a entrarvi.
Andatoci prese a fare orazione fervidamente davanti all'immagine del Crocifisso, che gli parlò con commovente bontà: "Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando?
Va' dunque e restauramela".
Tremante e stupefatto, il giovane rispose: "Lo farò volentieri, Signore".
Egli aveva però frainteso: pensava si trattasse di quella chiesa che, per la sua antichità, minacciava prossima rovina.
Per quelle parole del Cristo egli si fece immensamente lieto e raggiante; sentì nell'anima ch'era stato veramente il Crocifisso a rivolgergli il messaggio.
Uscito dalla chiesa, trovò il sacerdote seduto lì accanto, e mettendo mano alla borsa, gli offrì del denaro dicendo: "Messere, ti prego di comprare l'olio per fare ardere una lampada dinanzi a quel Crocifisso.
Finiti questi soldi, te ne porterò degli altri, secondo il bisogno".
[1412] 14. In seguito a questa visione, il suo cuore si struggeva, come ferito, al ricordo della passione del Signore.
Finché visse ebbe sempre nel cuore le stimmate di Gesù il che si manifestò mirabilmente più tardi, quando le piaghe del Crocifisso si riprodussero in modo visibile nel suo corpo.
Rese più aspra la sua austerità; sano o malato che fosse, era durissimo con il suo corpo e quasi mai lo trattò con riguardo.
Tanto che, arrivato il giorno della morte, confessò di avere molto peccato contro il suo fratello corpo.
[1413] Una volta andava solingo nei pressi della chiesa di Santa Maria della Porziuncola, piangendo e lamentandosi a voce alta.
Un uomo pio, udendolo, suppose ch'egli soffrisse di qualche malattia o dispiacere e, mosso da compassione, gli chiese perché piangeva così.
Disse Francesco: "Piango la passione del mio Signore.
Per amore di lui non dovrei vergognarmi di andare gemendo ad alta voce per tutto il mondo".
Allora anche l'uomo devoto si unì al lamento di Francesco.
Spesso, alzandosi dall'orazione, aveva gli occhi che parevano pieni di sangue, tanto erano arrossati a forza di piangere.
E non si limitava alle lacrime, ma, in memoria delle sofferenze di Cristo, si asteneva dal mangiare e dal bere.
[1414] 15. Se stava a mensa con persone del mondo e gli offrivano cibi di suo gusto, li assaggiava appena, adducendo qualche scusa, affinché non si accorgessero che se ne privava per penitenza.
E mangiando con i fratelli, metteva spesso cenere sugli alimenti, dicendo, per dissimulare la sua astinenza: "Sorella cenere è casta! ".
Era un'altra volta seduto a tavola, quando un fratello osservò: "La beata Vergine era così poverella che, all'ora dei pasti, non aveva di che dare da mangiare al Figlio".
A queste parole, l'uomo di Dio sospirò con grande dolore, e, lasciata la mensa, si mise a mangiare il suo pane sulla nuda terra.
Molto spesso, appena cominciata la refezione, si fermava, lasciando cibo e bevanda sul desco, tutto assorto nella meditazione delle cose celesti.
In quelle pause non voleva essere disturbato da discorsi e, sospirando dal profondo del cuore, diceva ai fratelli che, ogni qual volta lo udissero sospirare così, lodassero Dio, e sinceramente pregassero per lui.
Abbiamo aggiunto, come per inciso, questi ricordi sul suo pianto e sulle sue mortificazioni, per mostrare come, dopo la visione e le parole del Crocifisso di San Damiano, Francesco partecipò alla passione di Cristo fino alla morte.
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