Albero della vita crocifissa di Gesù |
[2086] Quanto poi sia rifulsa in lui la vita contemplativa e quanto abbia amato nei suoi l'amore dell'orazione, risulta in parte da quanto è detto nella vita di lui.
Per questo, Francesco, a somiglianza di Gesù, sentendo d'essere nel corpo in esilio lontano dal Signore, divenuto ormai all'esterno interamente insensibile ai desideri terreni per l'amore di Cristo Gesù, pregando senza interruzione si studiava d'avere sempre Dio presente.
L'orazione era la gioia del contemplante, mentre, già fatto concittadino degli angeli, aggirandosi per le eterne dimore, contemplava i loro arcani, e con desiderio fremente ricercava il Diletto, dal quale lo separava soltanto la fragile parete della carne.
Intento all'azione, era lui la sua difesa.
In tutte le cose, diffidando delle sue capacità, implorava con insistente preghiera di essere diretto dal benedetto Gesù, e con tutti i modi a sua disposizione incitava i frati alla preghiera.
Lui stesso poi era sempre così sollecito ad immergersi nella preghiera che, camminasse o stesse fermo, faticasse o riposasse, sembrava che dentro e fuori sempre fosse intento a pregare.
Sembrava che dedicasse all'orazione non soltanto il cuore e il corpo, ma anche l'azione e il tempo.
[2087] A volte rimaneva così sospeso dall'eccesso della contemplazione, che, rapito fuori di sé e fuori dei sensi umani, non si accorgeva di quanto avveniva intorno a lui.
E poiché lo spirito dell'uomo attraverso la solitudine si raccoglie sulle cose più intime e l'amplesso dello Sposo è nemico degli sguardi delle folle, perciò, cercando luoghi solitari, si recava nelle chiesette abbandonate per pregarvi la notte.
Là, pur sostenendo terribili lotte da parte dei demoni, che combattevano contro di lui corpo a corpo nel tentativo di impedirgli di applicarsi all'orazione, tuttavia, trionfando di loro meravigliosamente, rimaneva solitario e in pace.
Allora riempiva le selve di gemiti.
Alcune volte i frati che l'osservavano, lo sentivano intercedere con alti clamori presso Dio per i peccatori e piangere ad alta voce, come vedesse davanti a sé la passione del Signore.
Là fu visto una notte, pregare con le mani distese in forma di croce, sollevato con tutto il corpo da terra, mentre una nube leggera rifulgeva tutto attorno a lui, a testimonianza meravigliosa ed evidente attorno al corpo della mirabile illuminazione che riempiva l'anima.
Là venivano aperti davanti a lui gli arcani segreti della sapienza di Dio.
Là apprese quelle cose che scrisse nella Regola e nel suo santissimo Testamento e quanto comandò ai frati perché l'osservassero.
Infatti, come è certissimamente evidente, l'instancabile applicazione all'orazione, unita al continuo esercizio delle virtù, condusse l'uomo di Dio a tanta serenità di mente che, sebbene non fosse perito per dottrina nelle sacre Scritture, tuttavia, irradiato dai fulgori dell'eterna luce, penetrava con mirabile acutezza le verità più profonde della Scrittura.
Là ottenne dal Signore un luminoso spirito di profezia, per il quale ai suoi giorni predisse molte cose future che si compirono a puntino secondo la sua parola, come viene illustrato attraverso molte prove nella sua leggenda.
[2088] Là in modo singolare ma chiarissimo ricevette la rivelazione circa la crescita del suo Ordine e la via che Cristo medesimo voleva che i suoi frati percorressero, e questa via il padre santo continuamente illustrava ai frati con la parola e con l'esempio.
E inoltre là fu a lui rivelata la strada pericolosa che i frati percorrevano.
Ed egli, finché visse, cercò in tutti i modi di impedirlo, e perfino mentre stava per entrare nella porta del glorioso Gesù, disteso sul letto della morte, lo proibì.
Inutilmente quanto ai perversi, perché prevalse la loro presuntuosa e stolta prudenza della carne e malizia ostinata; ma i figli legittimi, alla luce delle sue parole e del suo santissimo Testamento, anche se ora son pochi, avanzano sulle orme di Gesù Cristo, sebbene siano molestati con molte persecuzioni da parte dei figli secondo la carne.
[2089] Infatti, questo padre santissimo, quasi un altro Abramo, ebbe una duplice figliolanza; l'una dalla schiava e l'altra dalla donna libera.
E quelli che sono nati dalla schiava, sono nati secondo la carne, ed hanno camminato, nella maggioranza dei casi, molto palesemente secondo la prudenza della carne.
Ma quelli che sono nati dalla libera, sono i figli della promessa, e non dubitano che Cristo non ha mentito al suo servo Francesco e neppure che lo stesso fedele servo Francesco abbia mentito in quelle cose che scrisse nella Regola e nel suo santissimo Testamento.
E perciò, avanzando sicuri attraverso l'altezza della Regola e l'osservanza letterale di essa, non hanno il minimo dubbio che essa contenga qualcosa di impossibile e impraticabile.
Ma, come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo spirito, così anche ora.
Non è infatti meno vero ora di allora che questo Ismaele è cacciatore e lancia le sue frecce da ogni direzione contro i figli legittimi e osservatori della Regola mediante persecuzioni, riprensioni, precetti disordinati e sentenze dure.
Ma che dice la Scrittura?
« Allontana la schiava e il figlio di lei, perché il figlio della schiava non sarà erede assieme al figlio della libera », poiché ad Abramo era stato detto: « Attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe ».
Noi domandiamo con gemiti del cuore e preghiere che venga scacciato questo figlio della schiava e illegittimo, quanto all'osservanza della Regola; non dall'eredità paterna, se volesse camminare nella via della Regola, ma dalle sue opere perverse e dall'usurpazione di un nome falso e dalla persecuzione dell'erede legittimo.
[2090] Il padre santo previde, nella luce della contemplazione, tutte queste cose e le predisse con parole chiare e precise.
Così si trova espressamente anche nei detti e negli scritti del santo uomo e suo compagno frate Leone.
Così ho udito da quell'uomo virtuoso e santo, vero figlio legittimo del Padre, venerato ovunque è conosciuto, frate Corrado da Offida.
Questi per cinquanta anni o quasi, ricco della sola tonaca, corda e brache, in mezzo a una nazione perversa e corrotta, camminò nella via della Regola e del santissimo Testamento, senza un lamento, sebbene consti che dovette sostenere molteplici persecuzioni e inquisizioni dai figli della carne, quasi fosse un eretico perché osservava la Regola, e sebbene ancora quanti gemono sui mali del popolo, lo venerino come padre ...
Ho ascoltato più volte da questo santo uomo frate Corrado, che egli stesso quelle cose che ho ricordato e molte altre e di maggior peso aveva udito dal predetto santo frate Leone e dai santi padri frate Masseo e frate Cesolo e da molti altri compagni del santo uomo, ed anche lui aspetta tra lacrime e con desiderio pieno di compassione, di vederle realizzate.
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