Cronaca di Salimbene De Adam |
[2578] Nell'anno del Signore 1221 morì il beato Domenico, il 6 agosto.
Ed io, frate Salimbene de Adam della città di Parma, sono nato in quest'anno, nel mese di ottobre, il giorno 9, festa di san Dionigi e di san Donnino.
Il signor Baliano di Sidone, gran barone di Francia, che era venuto d'oltremare per incontrare l'imperatore Federico II, mi tenne a battesimo nel battistero di Parma, che era vicino a casa mia, come mi dicevano i miei parenti.
Se ne ricordava e me lo confermava anche frate Andrea d'oltremare, della città di Acri, frate minore, che era con detto signore e abitava nella sua casa ed era suo compagno di viaggio.
[2579] Nello stesso anno ( 1222 ), nel giorno del Natale del Signore, ci fu un grandissimo terremoto nella città di Reggio, mentre predicava nella cattedrale di Santa Maria il vescovo Nicola di Reggio.
Questo terremoto interessò tutta la Lombardia e la Toscana, ma fu chiamato di Brescia, perché lì fu il suo epicentro, e i cittadini abitavano in tende fuori della città per non sentirsi crollare addosso gli edifici ...
Mia madre soleva ricordarmi che durante quel grande terremoto io ero bambino ancora nella cuna, ed essa prese sottobraccio le mie due sorelle ( erano piccine ) e, abbandonando me nella cuna, riparò nella casa dei suoi parenti.
Temeva infatti che rovinasse su di lei il battistero, poiché la mia casa era vicina ad esso.
E per questo che io non l'amavo eccessivamente, perché avrebbe dovuto preoccuparsi più di me che ero maschio, ma lei rispondeva che era più facile portare le due sorelle perché più grandicelle ...
[2580] Terzo figlio ( di Guido de Adam ) fui io, frate Salimbene che, quando raggiunsi il bivio della virtù e del vizio ( pycthagoricae litterae ), cioè i tre lustri, entrai nell'Ordine dei frati minori, nel quale ho vissuto molti anni, da sacerdote e predicatore, e vidi molte cose e abitai in molte province e imparai tante cose ).
... Mi aveva accettato all'Ordine frate Elia, mentre era in viaggio per Cremona per incontrare l'imperatore, mandato da papa Gregorio IX, nell'anno 1238.
... Allora mio padre si recò ad Assisi, dove stava frate Elia, e consegnò al ministro generale la lettera dell'imperatore, che iniziava così: « Per mitigare le pene del signor Guido de Adam ... ».
Frate Illuminato, che era allora segretario di frate Elia, e che trascriveva le lettere più belle che venivano mandate al ministro generale dai principi del mondo e le riponeva in una sua cartella, me la fece vedere più tardi, quando mi trovai ad abitare con lui nel convento di Siena.
Frate Illuminato divenne poi ministro della provincia di San Francesco, e poi vescovo di Assisi, e lì finì i suoi giorni.
[2581] Un giorno, mentre il ministro generale, frate Giovanni da Parma, era tutto solo, mi avvicinai a lui.
Ma sopravvenne il mio compagno, che era di Parma e si chiamava frate Giovannino de Ollis, e disse al ministro: « Padre, fate in modo che io e frate Salimbene abbiamo l'aureola ».
Frate Giovanni da Parma con volto allegro domandò al mio compagno: « E come posso far sl che abbiate l'aureola? ».
Frate Giovannino rispose: « Dandoci l'ufficio della predicazione ».
Allora disse frate Giovanni, ministro generale: « In verità, se anche foste ambedue miei fratelli carnali, non l'otterreste in modo diverso che passando attraverso l'esame »
Ma io replicai al mio compagno: « Vai, vai con la tua aureola!
Io ho già avuto l'anno scorso l'ufficio della predicazione da papa Innocenzo IV presso Lione, e adesso dovrei riceverlo di nuovo da frate Giovannino di San Lazzaro?
Mi basta che mi sia stato concesso una volta da colui che ne aveva il potere ».
... Allora il mio compagno frate Giovannino de Ollis mi rispose: « Preferirei averlo dal ministro generale piuttosto che da qualsiasi Papa; e se è necessario che passiamo attraverso la spada dell'esame, ci esamini frate Ugo ».
Diceva di quel grande frate Ugo provinciale, che si trovava allora ad Arles per la venuta del ministro generale, del quale era grandissimo amico.
Rispose frate Giovanni: « Non voglio che vi esamini frate Ugo, perché è vostro amico e vi tratterebbe con misericordia.
Ma chiamate il lettore e il ripetitore di questo convento ».
Chiamatili, vennero; e il ministro generale disse: « Portate in disparte questi due frati ed esaminateli su quanto riguarda la predicazione soltanto, e se saranno degni d'ottenere l'ufficio della predicazione, riferitemelo ».
E fu fatto.
E a me lo conferì, ma al mio compagno no, perché fu trovato insufficiente.
Il generale allora gli disse « Ciò che viene rimandato, non viene tolto.
Applicati allo studio della sapienza, figlio mio e allieta il mio cuore, perché tu possa rispondere a chi ti mette alla prova ».
Dice infatti l'Ecclesiastico, 18,19: « Prima di parlare, impara ».
[2582] ... Come ho scritto in questa Cronaca, e in una seconda e in una terza e in una quarta e nel trattato che ho fatto su Eliseo.
... Come ho detto nell'altra Cronaca nella quale ho descritto i 12 delitti di Federico imperatore.
Io nello scrivere le diverse cronache ho usato uno stile semplice e intelligibile, così che la mia nipote, per la quale scrivevo, potesse capire quel che leggeva; né mi curai dell'ornato delle parole, ma piuttosto di scrivere la storia secondo verità.
... Leggi quell'altra Cronaca che così comincia « Octavianus Caesar Augustus, ecc. » che ho scritto nel convento di Ferrara, nell'anno in cui Ludovico re di Francia fu fatto prigioniero nelle regioni d'oltremare, cioè nel 1250.
E siamo ora nell'anno 1284 e ancora non ho smesso di lavorare attorno a molte altre cronache che, secondo il mio giudizio, sono ottime, dalle quali ho espunto le cose superflue o false o contraddittorie e certi abusi.
... E perciò si possono applicare al beato Francesco le parole dell'Apocalisse, 1,13: Vidi uno simile al figlio dell'uomo.
In che cosa sia stato simile a Cristo, poiché ne ho già scritto altrove, tralascio di dirlo qui.
... Nell'anno 1259 abitavo a Borgo San Donnino e composi e scrissi un altro Libro dei Tedii ad imitazione di Patecclo.
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