Regola di s. Chiara |
[2795] Le sorelle non si approprino di nulla, né della casa, né del luogo, né d'alcuna cosa, e come pellegrine e forestiere in questo mondo, servendo al Signore in povertà e umiltà con fiducia mandino per la elemosina.
E non devono vergognarsi, poiché il Signore si fece per noi povero in questo mondo.
E questo quel vertice dell'altissima povertà, che ha costituto voi, sorelle mie carissime, eredi e regine del regno dei cieli, vi ha reso povere di sostanze, ma ricche di Virtù.
Questa sia la vostra parte di eredità, che introduce nella terra dei viventi.
Aderendo totalmente ad essa, non vogliate mai, sorelle dilettissime, avere altro sotto il cielo, per amore del Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima Madre.
[2796] Non sia lecito ad alcuna sorella mandare lettere, o ricevere o dare cosa alcuna fuori del monastero, senza licenza dell'abbadessa.
Né sia lecito tenere cosa alcuna che non sia stata data o permessa dall'abbadessa.
Che se le venga mandato qualche cosa dai parenti o da altri, l'abbadessa gliela faccia consegnare.
La sorella poi, se ne ha bisogno, la possa usare; se no, né faccia parte caritatevolmente alla sorella che ne ha bisogno.
Se poi le fosse stato mandato del denaro, l'abbadessa, con consiglio delle discrete, le faccia procurare ciò di cui ha bisogno.
[2797] Riguardo alle sorelle ammalate, l'abbadessa sia fermamente tenuta, da sé e per mezzo delle altre sorelle, a informarsi con sollecitudine di quanto richiede la loro infermità, sia quanto a consigli, sia quanto ai cibi ed alle altre necessità, e a provvedere con carità e misericordia, secondo la possibilità del luogo.
Poiché tutte sono tenute a provvedere e a servire le loro sorelle ammalate, come vorrebbero essere servite esse stesse nel caso che incorressero in qualche infermità.
[2798] L'una manifesti all'altra con confidenza la sua necessità.
E se una madre ama e nutre la sua figlia carnale, con quanta maggiore cura deve una sorella amare e nutrire la sua sorella spirituale!
[2799] Quelle che sono inferme, potranno usare pagliericci e avere guanciali di piuma sotto il capo; e quelle che hanno bisogno di calze e di materasso di lana, ne possano usare.
Le suddette inferme, poi, quando vengono visitate da quelli che entrano nel monastero, possano, ciascuna per proprio conto, rispondere brevemente con qualche buona parola a chi rivolge loro la parola.
[2800] Le altre sorelle, invece, che pur ne hanno licenza, non ardiscano parlare a quelli che entrano nel monastero, se non alla presenza e ascoltate da due discrete, designate dall'abbadessa o dalla sua vicaria.
Questa forma nel parlare siano tenute ad osservarla anche l'abbadessa e la sua vicaria.
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