Regola di s. Chiara |
[2806] L'abbadessa ammonisca e visiti le sorelle e le corregga con umiltà e carità, non comandando loro cosa alcuna che sia contro la sua anima e la forma della nostra professione.
[2807] Le sorelle suddite, poi, ricordino che hanno rinunciato alla propria volontà per amore di Dio.
Quindi siano fermamente tenute a obbedire alle loro abbadesse in tutte le cose che hanno promesso al Signore di osservare e che non sono contrarie all'anima e alla nostra professione.
[2808] L'abbadessa poi, usi verso di loro tale familiarità che possano parlarle e trattare con lei come usano le padrone con la propria serva, poiché così deve essere, che l'abbadessa sia la serva di tutte le sorelle.
[2809] Ammonisco poi, ed esorto nel Signore Gesù Cristo, che si guardino le sorelle da ogni superbia, vanagloria, invidia, avarizia, cura e sollecitudine di questo mondo, dalla detrazione e mormorazione, dalla discordia e divisione.
[2810] Siano invece sollecite di conservare sempre reciprocamente l'unità della scambievole carità, che è il vincolo della perfezione.
[2811] E quelle che non sanno di lettere, non si curino di apprenderle, ma attendano a ciò che soprattutto debbono desiderare: avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione, a pregarlo sempre con cuore puro e ad avere umiltà, pazienza nella tribulazione e nella infermità, e ad amare quelli che ci perseguitano, riprendono e accusano, perché dice il Signore: "Beati quelli che soffrono persecuzione a causa della giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli.
Chi persevererà fino alla fine, questi sarà salvo".
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