Leggenda di Santa Chiara Vergine |
[3267] Giacomello, soprannominato il figlio della Spoletina, colpito da dodici anni di cecità, era costretto a camminare con uno che gli facesse da guida; senza guida non poteva andare in alcun luogo, pena il cadere.
Una volta, infatti, lasciato solo per poco da un ragazzo, precipitò, fratturandosi un braccio e ferendosi il capo.
Costui, mentre una notte dormiva presso il ponte di Narni, gli apparve in sogno una Donna, che gli disse: « Giacomello, perché non vieni da me ad Assisi, e sarai liberato? ».
Alzatosi, al mattino racconta tremante ad altri due ciechi la visione.
Gli rispondono: « Abbiamo sentito che ad Assisi è morta da poco una Donna, e si dice che la mano del Signore onori il suo sepolcro con grazie di guarigioni e molti miracoli ».
Sentito questo, si affretta senza indugio a mettersi in viaggio; e la notte, ospitato vicino a Spoleto, ha di nuovo la medesima visione.
Ancora più in fretta allora, come volando, si dà a correre per amore della vista.
[3268] 53. Ma, giunto ad Assisi, trova così grande folla assembrata davanti al mausoleo della vergine, che non può assolutamente entrare fino alla tomba.
Si mette una pietra sotto il capo e con grande fede, ma addolorato per non essere riuscito ad entrare, si addormenta davanti alla porta.
Ed ecco che, per la terza volta, la voce gli dice: « Ti benedirà il Signore, Giacomo, se riuscirai ad entrare! ».
Svegliandosi supplica perciò con lacrime la folla, gridando e raddoppiando le invocazioni, che per amore di Dio gli lascino il passaggio.
Ottenutolo, getta via le calzature, si spoglia delle vesti, si cinge il collo con una correggia e così, toccando con umiltà il sepolcro, si addormenta di un sonno leggero.
« Alzati - gli dice la beata Chiara - alzati, che sei liberato! ».
Subito alzatosi in piedi, scossa ogni cecità, dissipata ogni caligine dagli occhi, mentre chiaramente per intervento di Chiara vede la chiarità della luce, lodando Dio rende gloria ed invita tutta la gente a benedire Dio per la meraviglia di cosi grande portento.
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