Ipostasi
Il termine ( dal greco hypóstasis: sostanza ) è stato impiegato nella riflessione teologica dei primi secoli su Cristo e su Dio col significato di sostanza individuale. Il concetto si avvicina a quello di persona ( in greco pròsopon ), evitato dalla teologia poiché, significando propriamente maschera, sembrava evocare qualcosa di fittizio. Il termine ipostasi fu consacrato dal concilio di Calcedonia ( 451 ) che affermò resistenza in Cristo di un'unica ipostasi-persona in due nature. Il termine introduce anche alla comprensione del mistero trinitario ( v. Trinità ), permettendo di distinguere l'unicità della sostanza, o essenza, di Dio dalle tre ipostasi, o persone, di Padre, Figlio e Spirito Santo. |
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La parola greca significa « ciò che sta sotto », ed è molto simile al latino « substantia » ( sub = sotto ). Attraverso le discussioni trinitarie e cristologiche dal III secolo in poi, il termine « ipostasi » a poco a poco assunse un senso non più equivalente a « natura » ( in greco ousia o « physis » ), ma a « sussistenza », e quindi a « persona ». È così che al Concilio di Calcedonia ( 451 ) si parla di Cristo come di un'unica « ipostasi » ( persona ) in due « nature » ( « physis » ) unite e non confuse. |
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Magistero |
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Lux veritatisOrbene, oltre la condanna dell'eresia Pelagiana e dei suoi fautori, tra i quali senza dubbio era Nestorio, l'argomento principale che vi fu trattato, e che fu solennemente e unanimemente confermato da quei Padri, riguardava la sentenza del tutto empia e contraria alle Sacre Scritture, propugnata da questo eresiarca; ond'è che fu proclamato come assolutamente certo ciò che egli negava, e cioè in Cristo essere una sola persona, la persona divina. |
Enciclica Pio XI 25-12-1931 |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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La formazione del dogma trinitario | 251 |
252 | |
Vero Dio e vero uomo | 468 |
Summa Teologica |
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I, q. 29, a. 2 |