L'ideale cristiano e religioso |
5 Quale dev'essere la nostra condotta se siamo favoriti dall'azione dello Spirito Santo?
Se crediamo essere nel numero di questi privilegiati, il nostro primo dovere è di assicurarcene.
Accade spesso che certe anime stanche pel combattimento delle virtù o spinte da un segreto istinto d'orgoglio, si suggestionano e credono che esse abbiano percorsa la strada della vita spirituale ordinaria e che, d'ora in avanti, lo Spirito Santo le trasporterà nelle alte regioni della contemplazione soprannaturale.
Questa illusione è molto funesta, e più che per altre cose è necessario che un direttore prudente ed esperto nelle vie soprannaturali sia consultato e soprattutto ciecamente ubbidito.
Il segno che l'anima sta per essere guidata momentaneamente o per un certo tempo dalle ispirazioni dello Spirito Santo, è appunto che questa azione divina è subitanea.
Essa è improvvisa, impreveduta perché non dipende dai nostri progetti, né, in genere, dalla nostra preparazione prossima.
Un giorno vi sarete con cura disposti a fare una buona meditazione e ad essere portati dolcemente verso Dio e vi sentirete freddo come il ghiaccio.
Durante il giorno invece, in mezzo alle vostre occupazioni, sentirete l'impressione della presenza di Dio in seguito al ricordo della sua bontà.
Altre volte, in mezzo al godimento di Dio durante l'orazione, vi sentirete d'un tratto abbandonati alle vostre sole forze, indifferente e arido; malgrado ogni sforzo non riuscirete più a ricavare alcuna goccia d'unzione nel vostro cuore, e tuttavia nulla avete fatto per produrre questo subito ritiro della grazia.
Questo carattere di spontaneità, di gratuità è il segno dell'azione divina.
Se abbiamo acquistato la certezza di camminare abitualmente in questa via, il nostro dovere essenziale è di lasciare operare in noi lo Spirito Santo e di seguire la sua azione piuttosto che volerla dirigere o prevenire.
Questo improvviso cambiamento nella vita spirituale non accade sempre facilmente.
L'anima che coraggiosamente è andata alla conquista delle virtù, si trova spesso imbarazzata davanti a questa abbondanza di nuovi favori così improvvisamente largiti dallo Spirito Santo.
Essa ha imparato ad essere attiva, a contare su di se stessa, a sfruttare le risorse della propria intelligenza, delle sue emozioni sensibili, della sua immaginazione, ed ecco d'un tratto i doni dello Spirito Santo vengono a sconvolgere il suo piano.
Bisogna quindi che ci lasciamo docilmente condurre dalla Sapienza divina, che riceviamo le impressioni divine senza ostacolare la sua azione con un intervento inopportuno del nostro spirito.
Supposto ad esempio che ci troviamo, durante l'orazione, dolcemente e subitamente attratti dalla considerazione della bontà divina e che questo pensiero ci tenga deliziosamente uniti a Dio, senza che alcuna idea particolare ci distragga.
Non chiameremo in nostro soccorso l'intelligenza e l'immaginazione perché ci suggeriscano le scene commoventi della Passione di Gesù.
In quel momento Dio ci vuole occupare altrimenti.
E così quando tale dolcezza da parte di Dio è cessata, non dobbiamo perderci nel fare inutili sforzi per ricordare questi momenti deliziosi.
Non è più il tempo.
L'azione di Dio è subitanea e transitoria; essa viene e se ne va quando meno lo pensiamo.
Il nostro dovere è di ricevere ciò che Dio dà, quando e come lo dà, di approfittarne, di ringraziarLo e di rimetterci a Lui per tutto il resto.
Vi sono, nella vita spirituale, dei momenti di purificazione interna, di timore davanti l'infinita maestà di Dio.
Sembra all'anima che sia abbandonata da Dio.
In tale stato, che è un effetto del dono del timore, l'anima deve accontentarsi di soffrire questo stato.
Tutta la sua attività interna deve limitarsi ad abbandonarsi amorevolmente nelle mani di Dio, a domandare di continuo perdono dei peccati che le sfuggono, a mantenersi in uno stato di preghiera davanti a Dio.
Lasciarsi condurre da Dio, essere piuttosto passiva che attiva, tale è il dovere che l'anima ha da compiere nella sua vita spirituale per tutto il tempo che lo Spirito Santo si fa sua guida.
Ma accade che questa azione divina si interrompa, e magari a lungo, e che l'anima ricada più o meno completamente nella via penosa delle virtù.
È il momento di mostrare a Dio la propria fedeltà.
In tale caso l'anima deve ritornare alla sua prima maniera d'agire, riprendere la difficile strada dell'orazione ordinaria, servirsi dei metodi, darsi con fare deciso alla pratica della virtù, aspettare finalmente con pazienza che lo Spirito Santo faccia di nuovo sentire la sua dolce presenza e risplendere la sua luce divina.
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