Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se la quinta beatitudine, relativa alla misericordia, corrisponda al dono del consiglio

I-II, q. 69, a. 3, ad 3; In 3 Sent., d. 34, q. 1, a. 4; In Matth., c. 5

Pare che la quinta beatitudine, relativa alla misericordia, non corrisponda al dono del consiglio.

Infatti:

1. Tutte le beatitudini sono atti di virtù, come si è visto sopra [ I-II, q. 69, a. 1 ].

Ora, mediante il consiglio noi siamo guidati in tutti gli atti virtuosi.

Quindi al consiglio la quinta beatitudine non corrisponde più delle altre.

2. Mentre i precetti hanno per oggetto le cose indispensabili per la salvezza, il consiglio mira a quelle che non sono indispensabili per salvarsi.

Ma la misericordia è indispensabile per salvarsi, poiché sta scritto [ Gc 2,13 ]: « Il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia », mentre non è indispensabile la povertà, che rientra nella vita di perfezione, come risulta da S. Matteo [ Mt 19,21 ].

Perciò al dono del consiglio corrisponde più la beatitudine della povertà che quella della misericordia.

3. Alle beatitudini seguono i frutti: questi infatti consistono in quel diletto spirituale che accompagna gli atti perfetti delle virtù.

Ma tra i frutti non ce n'è uno che corrisponda al dono del consiglio, come è evidente dalle parole di S. Paolo [ Gal 5,22s ].

Quindi al dono del consiglio non corrisponde neppure la beatitudine della misericordia.

In contrario:

S. Agostino [ De serm. Dom. in monte 4.11 ] scrive: « Il consiglio si addice ai misericordiosi, poiché l'unico rimedio per scampare da tanti mali è il perdonare e il donare agli altri ».

Dimostrazione:

Il consiglio ha propriamente per oggetto le cose che servono a raggiungere il fine.

Perciò al dono del consiglio devono corrispondere le cose che più servono a raggiungere il fine.

Ora, la misericordia è tra queste, poiché sta scritto [ 1 Tm 4,8 ]: « La pietà è utile a tutto ».

Quindi al dono del consiglio corrisponde specialmente la misericordia, non come a ciò che ne compie le opere, ma come a ciò che ne guida il compimento.

Analisi delle obiezioni:

1. Sebbene il consiglio guidi in tutti gli atti virtuosi, tuttavia esso guida specialmente negli atti di misericordia, per la ragione indicata [ nel corpo ].

2. Il consiglio, in quanto dono dello Spirito Santo, ci guida in tutte le cose che sono ordinate alla vita eterna, siano esse indispensabili o meno per la salvezza.

E tuttavia non ogni opera di misericordia è indispensabile alla salvezza.

3. Il frutto dice qualcosa di ultimo.

Ora, in campo pratico l'ultimo non è nella conoscenza, ma nell'operazione, ed è il fine.

E così tra i frutti non c'è nulla che si riferisca alla conoscenza pratica, ma solo ciò che riguarda le operazioni che sono sotto la guida di questa conoscenza.

E tra questi frutti troviamo la bontà e la benignità, che corrispondono alla misericordia.

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