Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la devozione sia un atto specificamente distinto

Pare che la devozione non sia un atto specificamente distinto.

Infatti:

1. Ciò che si riduce a un modo di altri atti non è un atto speciale.

Ma la devozione si riduce a un modo di altri atti, poiché si legge [ 2 Cr 29,31 ]: « L'assemblea offrì con devozione le vittime e i sacrifici di lode, mentre quelli dal cuore generoso offrirono olocausti ».

Quindi la devozione non è un atto speciale.

2. Nessun atto specifico può rientrare in diversi generi di atti.

Ora, la devozione si riscontra in diversi generi di atti, cioè in atti corporali e spirituali: infatti si può dire che uno è devoto anche nel meditare o nel genuflettere.

Quindi la devozione non è un atto specifico, o speciale.

3. Qualsiasi atto specifico appartiene o alla facoltà appetitiva o a quella conoscitiva.

Ma la devozione non è attribuita né all'una né all'altra, come è evidente per chi scorre l'enumerazione già ricordata [ I, qq. 78 ss.; I-II, q. 23, a. 4 ] dei loro atti specifici.

Quindi la devozione non è un atto speciale.

In contrario:

Come si è già notato [ I-II, q. 21, aa. 3, 4 ], si merita con gli atti.

Ma la devozione ha un'efficacia speciale nel meritare.

Quindi la devozione è un atto specifico.

Dimostrazione:

Devozione deriva da devovere [ consacrare ]: infatti si dicono devoti coloro che in qualche modo si consacrano a Dio, sottomettendosi a lui totalmente.

Per questo in antico presso i pagani erano detti devoti coloro che si immolavano agli idoli per la salvezza dell'esercito, come riferisce Tito Livio dei due Deci [ Hist. Rom. 8, 9 ].

E così la devozione non è altro che una certa volontà di dedicarsi prontamente alle cose attinenti al servizio di Dio.

Per cui nell'Esodo [ Es 35,20 ] si legge che « la comunità degli Israeliti con animo prontissimo e devoto offrì le cose più preziose al Signore ».

Ora, è evidente che la volontà di compiere con prontezza le cose attinenti al servizio di Dio è un atto speciale.

Quindi la devozione è un atto speciale della volontà.

Analisi delle obiezioni:

1. Chi muove imprime anche il modo al moto del mobile.

Ora, la volontà muove le altre potenze dell'anima ai loro atti: poiché la volontà, nel volere il fine, muove se stessa in rapporto ai mezzi, come si è visto [ I-II, q. 9, a. 3 ].

Essendo quindi la devozione l'atto volitivo di un uomo il quale offre se stesso al servizio di Dio, e quindi a Dio che è l'ultimo fine, ne segue che la devozione determina il modo di tutti gli altri atti, sia di quelli della volontà rispetto ai mezzi, sia di quelli delle altre potenze che sono mosse dalla volontà.

2. La devozione si riscontra in diversi generi di atti non come una loro specie, ma come l'impulso di un motore si riscontra nei moti di ciò che esso muove.

3. La devozione è un atto della parte appetitiva dell'anima, ed è un certo moto della volontà, come si è detto [ nel corpo e ad 1 ].

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