Summa Teologica - II-II |
In 3 Ethic., lect. 14
Pare che la fortezza non si eserciti specialmente nei casi improvvisi.
1. I casi improvvisi si identificano con gli imprevisti.
Ora, Cicerone [ De invent. 2,54 ] afferma che « la fortezza è l'accettazione e la sopportazione cosciente dei pericoli e degli affanni ».
Quindi la fortezza non può esercitarsi soprattutto nei casi improvvisi.
2. S. Ambrogio [ De off. 1,38 ] afferma: « È proprio del coraggioso, quando un pericolo minaccia, di non chiudere gli occhi, ma di guardare innanzi, andando incontro al futuro quasi esplorandolo dall'osservatorio della mente, per non dover dire in seguito: Mi è capitato questo perché non pensavo che potesse succedere ».
Ma nei fatti repentini non si può prevedere il futuro: quindi la fortezza non si esercita specialmente in questi casi.
3. Il Filosofo [ Ethic. 3,7 ] afferma che « il coraggioso ha buona speranza ».
Ma la speranza attende qualcosa nel futuro: il che è incompatibile con i casi improvvisi.
Quindi l'esercizio principale della fortezza non si ha in questi casi.
Il Filosofo [ Ethic. 3,6 ] afferma che « la fortezza ha per oggetto specialmente i pericoli di morte che capitano all'improvviso ».
Nell'esercizio della fortezza si possono considerare due cose.
Primo, l'inclinazione e la scelta della virtù.
E da questo lato la fortezza non riguarda i casi improvvisi.
Infatti l'uomo coraggioso preferisce premeditare i pericoli che possono capitare, per poter resistere ad essi o sopportarli più facilmente: poiché, come dice S. Gregorio [ In Evang. hom. 35 ], « le frecce previste feriscono meno facilmente; e così anche noi sopportiamo con più facilità i mali del mondo se ci premuniamo con lo scudo della previdenza ».
Secondo, nell'esercizio della fortezza si può considerare la manifestazione dell'abito virtuoso.
E da questo lato la fortezza si mostra specialmente nei casi repentini: poiché, secondo il Filosofo [ Ethic. 3,8 ], « nei pericoli improvvisi si manifesta in modo tutto particolare l'abito della fortezza ».
Infatti l'abito agisce come una seconda natura.
Per cui il fatto di compiere senza premeditazione atti virtuosi quando un pericolo improvviso costringe ad agire mostra nel modo più evidente che l'abito della fortezza è ben radicato nell'anima.
Invece anche chi non ha ancora l'abito della fortezza può predisporre l'animo ad affrontare i pericoli premeditandoli a lungo.
E di questa premeditazione si serve anche l'uomo forte, quando ne ha il tempo.
Sono così risolte le obiezioni.
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