Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se i sacramenti possano causare la grazia

Infra, a. 6; I-II, q. 112, a. 1, ad 2; In 4 Sent., d. 1, q. 1, a. 4, sol. 1; d. 18, q. 1, a. 3, sol. 1, ad 1; C. G., IV, c. 57; De Verit., q. 27, a. 4; Quodl., 12, q. 10; De art. fidei; In Gal., c. 2, lect. 4

Pare che i sacramenti non possano causare la grazia.

Infatti:

1. Una stessa cosa non può essere segno e causa, poiché il compito di segno si addice piuttosto all'effetto.

Ma il sacramento è un segno della grazia.

Quindi non può esserne la causa.

2. Nessuna realtà materiale può agire su una realtà spirituale, poiché « l'agente è superiore al paziente », come nota S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12,16.32 ].

Ma il soggetto della grazia è l'anima dell'uomo, che è spirituale.

Quindi i sacramenti non possono causare la grazia.

3. Ciò che è proprio di Dio non può essere attribuito ad alcuna creatura.

Ma causare la grazia è proprio di Dio, secondo l'espressione del Salmo [ Sal 84,12 ]: « Il Signore concede grazia e gloria ».

Perciò, essendo i sacramenti costituiti di parole e di realtà create, non possono causare la grazia.

In contrario:

S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 80 ] afferma che l'acqua del battesimo « tocca il corpo e purifica il cuore ».

Ma il cuore non viene purificato che dalla grazia.

Quindi il battesimo causa la grazia: e così pure, per lo stesso motivo, gli altri sacramenti della Chiesa.

Dimostrazione:

É necessario affermare che i sacramenti della nuova legge causano in qualche modo la grazia.

È noto infatti che mediante i sacramenti della nuova legge l'uomo viene incorporato a Cristo, come S. Paolo [ Gal 3,27 ] dice a proposito del battesimo: « Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo ».

Ora, l'uomo non diviene membro di Cristo se non mediante la grazia.

Tuttavia alcuni dicono che i sacramenti sono causa della grazia non nel senso che la producano, ma nel senso che Dio la infonde nell'anima prendendo occasione dai sacramenti.

E fanno l'esempio di chi, presentando una moneta di piombo, riceve per disposizione regia cento libbre: nel quale caso non è la moneta presentata a operare qualcosa per ottenere la somma percepita, ma la sola volontà del re.

Per cui in proposito S. Bernardo [ De cena Dom. ] scrive: « Come un canonico viene investito per mezzo di un libro, l'abate per mezzo di un pastorale, il vescovo per mezzo di un anello, così le diverse distribuzioni delle grazie sono state assegnate ai sacramenti ».

Tuttavia, a ben riflettere, questa spiegazione non supera la formalità del segno.

Infatti la moneta di piombo non è altro che un segno dell'ordine impartito dal re per quella riscossione di danaro.

E così pure il libro è un segno che indica il conferimento del canonicato.

Perciò, secondo la suddetta spiegazione, i sacramenti della nuova legge non sarebbero null'altro che segni della grazia; e invece molti testi dei Santi Padri affermano che i sacramenti della nuova legge non solo significano, ma anche causano la grazia.

Quindi dobbiamo procedere diversamente, e ricordare che la causa agente è di due specie: principale e strumentale.

Quella principale opera in virtù della propria forma, imprimendo la propria somiglianza nell'effetto: come il fuoco con il suo calore riscalda.

Ora, in questo modo nulla all'infuori di Dio può causare la grazia, poiché essa non è altro che una somiglianza partecipata della natura divina, secondo le parole di S. Pietro [ 2 Pt 1,4 ]: « Ci furono donati i beni grandi e preziosi che erano stati promessi, così che diventassimo per loro mezzo partecipi della natura divina ».

- La causa strumentale al contrario agisce in forza non della sua forma, ma della mozione che gli è impressa dall'agente principale.

Per cui l'effetto non assomiglia allo strumento, ma all'agente principale: come un letto non ha somiglianza con l'accetta, ma con l'arte che è nella mente dell'artefice.

Ed è così che i sacramenti della nuova legge causano la grazia: vengono usati infatti in seguito a una disposizione divina per produrre la grazia.

Da cui le parole di S. Agostino [ Contra Faustum 19,16 ]: « Tutte queste cose », cioè i riti sacramentali, « vengono compiuti e passano, ma la virtù » di Dio « che opera in essi rimane per sempre ».

Ora, si dice appunto strumento ciò mediante cui uno agisce.

Il che fa dire a S. Paolo [ Tt 3,5 ]: « Ci ha salvati mediante un lavacro di rigenerazione ».

Analisi delle obiezioni:

1. La causa principale non può essere detta propriamente segno dei suoi effetti, sebbene occulti, per quanto sia visibile e manifesta.

La causa strumentale invece, se è manifesta, può anche essere il segno di un suo effetto occulto, poiché non è solamente causa, ma in una certa misura è anche effetto, essendo mossa dall'agente principale.

Ed è così che i sacramenti della nuova legge sono allo stesso tempo cause e segni.

Per cui si dice comunemente che essi « producono ciò che significano ».

E ciò dimostra pure che sono sacramenti in modo perfetto: poiché sono ordinati a ciò che è sacro non solo come segni, ma anche come cause.

2. Lo strumento ha due azioni: una strumentale, secondo cui agisce non per virtù propria, ma per la virtù comunicatagli dall'agente principale; l'altra propria, che gli compete per natura: come lo scindere compete alla scure per l'acutezza della lama, ma il fare un letto le compete in quanto strumento dell'arte.

Però la scure non compie l'azione strumentale se non esercitando l'azione propria: è infatti scindendo che produce il letto.

E così avviene nei sacramenti sensibili i quali, esercitando l'azione propria sul corpo con cui vengono a contatto, compiono sull'anima per virtù divina la loro azione strumentale: come l'acqua del battesimo, mentre per virtù propria lava il corpo, in quanto è strumento della virtù divina purifica l'anima; infatti l'anima e il corpo sono un unico composto.

Per cui S. Agostino [ Contra Faustum 19,16 ] dice che « tocca il corpo e purifica l'anima ».

3. L'argomento si riferisce alla causa principale della grazia, che è solo Dio, come si è detto [ nel corpo ].

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