Relazione generale 1966-1972

1.00 L'Adorazione a Gesù Crocifisso.

Le deliberazioni del 1966 circa l'Adorazione a Gesù Crocifisso sono quattro.

1.01 La prima deliberazione Assemblea 1966

La prima afferma "che la formazione, la pietà, gli affetti e l'apostolato dei Catechisti siano sempre più e meglio incentrati in Gesù Crocifisso ed Eucaristico".

In verità, gli sforzi fatti in questa direzione sono stati numerosi, intensi e costanti per tutto il sessennio.

A riprova, basta scorrere, per es., l'elenco dei temi e lo svolgimento di tante conferenze, istruzioni, esortazioni ecc. ( Allegato 1 )

Anzi, mossi come da un incontenibile impulso a ripresentare agli uomini del nostro tempo il Cristo crocifisso, salvatore e re universale, si è giunti a dare inizio a una nuova opera significativamente denominata "La Sorgente".

Nella mente del Consiglio Generalizio tale opera dovrebbe pure costituirsi come il centro di ristoro e di rinnovamento per i catechisti di tutto il mondo.

Ogni iniziativa di formazione e di apostolato è stata programmata e svolta sulla base della centralità di Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso.

Durante il sessennio le illuminazioni sul mistero di Cristo, che trovano in Gesù Crocifisso la sorgente di luce per penetrarlo e la sua porta d'accesso, sono state particolarmente vivide ed efficaci.

Il ricorso alla Sacra Scrittura si è fatto più costante e sistematico nell'approfondimento di quel "cibo solido", di cui parla San Paolo ( cfr. 1 Cor 3,2-3; Eb 5,12ss; Eb 6,1ss ), costituito dalla contemplazione del Cristo Crocifisso, dal non volere sapere altra cosa "all'infuori" di Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso ( 1 Cor 2,2 ).

L'intimità con Gesù Crocifisso, insegnataci particolarmente da Fra Leopoldo, l'apostolato come partecipazione e continuazione in noi della Passione e Morte del Signore, sempre "uniti a Maria Santissima" e sotto la mozione rinnovatrice e vivificante dello Spirito di Gesù, sono stati il nucleo centrale dell'azione formativa organizzata e occasionale.

Anche il programma seguito per gli ultimi novizi è stato stabilito e svolto secondo dette linee maestre.

Posso assicurare che i catechisti e i novizi che hanno fatto propri tali insegnamenti, ne hanno ricavato come un suggello interiore, frutto di un'azione dello Spirito particolarmente toccante e incisiva.

Pur nell'asprezza della lotta contro le tendenze disordinate e gli ostacoli incontrati, è penetrato in loro come il gusto soave del Signore, una sorta di attrazione invincibile, più cara e preziosa di ogni altra.

A motivo di ciò, questi nostri confratelli si sono, quasi a loro insaputa, sempre più confermati nel rispondere alla chiamata del Padre.

Il loro cuore è rimasto caldo anche nell'aridità della prova allorché la ingenerosità, il triste ripiegamento su se stessi sembravano vincere.

Gesù si è loro dimostrato non un astratto ideale o una entità incombente ed estranea, bensì la verità e la vita personificate, l'amico e lo sposo dell'anima, la sapienza e la potenza stessa di Dio, la regola e l'esigenza suprema dell'amore.

La permanenza nell'intimità umana e divina di Gesù Crocifisso nelle sue Piaghe sanguinanti e gloriose, del Cristo cioé tutto aperto e donantesi nell'amore e per amore, li ha come introdotti nel seno del Padre e dato loro il senso dello Spirito Santo;

più strettamente li ha uniti alla Vergine Immacolata, Madre di Dio e degli uomini, rinvigorendo altresì la loro appartenenza alla Chiesa;

più ardentemente lì ha condotti all'Eucarestia, sorgente e culmine di tutta la catechesi e della vita stessa della Chiesa, l'Eucarestia che è la Presenza reale di Gesù perché Sacrificio glorificato del Signore in mezzo a noi, pane di vita per ogni uomo che viene in questo mondo.

La stessa pratica della povertà evangelica, della castità e dell'obbedienza ne è risultata non poco aiutata, o contro la tiepidezza o contro l'osservanza formalistica e farisaica e il particolarismo operanti senza alcun vitale riferimento alla consumazione della consacrazione piena e totale di se stessi, per e nella crescita della carità.

Cosicché, mossi dalla carità del Signore Crocifisso non sono mancati tra i catechisti atti di grande generosità e di abnegazione, segni di effettiva donazione alla chiamata di Dio e di indubitabile amore verso gli uomini, verso i confratelli, verso l'Unione e le sue opere.

Infine, occorre ancora, rilevare che anche l'apostolato dei membri dell'Unione è stato ripetutamente richiamato alla suddetta deliberazione.

Lo stesso ideale e il messaggio di vita dell'Unione sono stati presentati cercando di suscitare o di accrescere nei vari ambienti il riconoscimento della centralità sacerdotale regale e profetica del Cristo Crocifisso.

Come testimonianze, anche se sommarie, basti accennare all'opuscolo illustrativo de "La Sorgente" e al documento di lavoro preparato per l'Ufficio Catechistico regionale sulla figura, il compito e la formazione del catechista cosiddetto "qualificato".

1.02 La seconda deliberazione Assemblea 1966

La seconda deliberazione stabiliva "che la Devozione-Adorazione alle piaghe e ai patimenti di Gesù Crocifisso deve essere considerata come fondamento spirituale caratteristico per l'intera Unione e per ciascuno dei suoi membri".

Si tratta, è vero, di una espressione che va ben compresa per evitare unilateralità ed esagerazioni che in quanto tali non si possono sostenere né, tanto meno, seguire.

Se si ritorna ai lavori dell'Assemblea del 1966, si potrà agevolmente rilevare che la qualificazione di "fondamento spirituale caratteristico" attribuita alla Adorazione va interpretata nel senso conseguente la constatazione, per altro inoppugnabile, che l'Unione e ogni cosa che in essa e tramite di essa è nata, sono da ritenersi come "frutto" dell'Adorazione.

A loro volta l'Unione e ogni sua realizzazione potranno svilupparsi e fruttificare in quanto incarnazioni viventi, operanti e diffusive dell'Adorazione.

Questi sono i fatti e questo è il pensiero costante di Fra Leopoldo fatto proprio e trasmessoci dal Fondatore.

Infatti, se si tratta di "frutto", il frutto non è senza albero, vale a dire senza "fondamento" dal quale trarre vita e maturazione.

Non un fondamento generico, ma "questo" fondamento dal quale trarre "questa" vita, la vita di "questo" albero che si sviluppa nel la vita di "questi" frutti.

L'Adorazione credo sia da considerare come principio prossimo e strumentale di un vasto movimento di vita e di opere suscitato da uno specifico carisma dello Spirito di Dio.

Tale carisma trova appunto nella Adorazione la sua prima sintetica espressione, la quale manifesta l'orientamento spirituale e apostolico di tutto quello che segue come sua incarnazione e come suo frutto.

A cominciare dall'Unione e dai catechisti consacrati.1

Cosicché, la "personalità" spirituale e apostolica dell'Unione, il suo modo d'essere, in ciò che possiede di caratteristico e di caratterizzante, trovano nell'Adorazione come il loro fondamento, fondamento prossimo o strumentale poiché il fondamento primo dell'Unione è Cristo Signore e il suo Vangelo.

Ancora, l'Adorazione tratteggia - in sintesi - i lineamenti interiori e suggerisce i dinamismi profondi della risposta alla chiamata suscitatrice che il Padre, nello Spirito Santo, rivolge all'Unione e alle sue opere.

Infine, l'Adorazione rappresenta l'orientamento di ciò che lo Spirito insegna all'Unione per la glorificazione del "Signore Gesù Crocifisso".

In questo senso, durante il decorso sessennio, sono stati tentati e proposti numerosi approfondimenti, specialmente durante le riunioni dei catechisti congregati di Torino.

Ogni cosa basata su costanti riferimenti agli scritti di Fra Leopoldo e del Fratello Teodoreto.

Purtroppo, malgrado sforzi e sollecitazioni, si deve constatare che i singoli catechisti e anche gruppi di essi non soltanto non approfondiscono l'Adorazione, ma nemmeno la praticano.

Altri catechisti invece, si limitano alla sola pratica quotidiana, trattando dell'Adorazione come di una mera prescrizione o di una semplice opportunità.

Costoro ignorano il messaggio che l'Adorazione esprime, messaggio da proporre al mondo e dal quale dipende l'esistenza stessa dell'Unione e la fecondità del suo apostolato.

Altri catechisti ancora, - e si tratta dei migliori - si sono generosamente impegnati a camminare e di aiutare a camminare nel senso indicato dal nostro Fondatore.

Non mi rimane che invocare la testimonianza di questi catechisti perché manifestino il beneficio che essi ne hanno ricavato in merito alla corrispondenza alla vocazione catechistica e l'ardore e la gioia che pure in mezzo a prove e a difficoltà, anche dure, sono cresciuti nel loro cuore.

1.03 La terza deliberazione Assemblea 1966

La terza deliberazione stabiliva "che la Devozione-Adorazione a Gesù Crocifisso venga ulteriormente studiata e approfondita nella lettera e nello spirito e nei suoi possibili sviluppi in armonia con le esigenze della Chiesa".

Operando in conformità a questa deliberazione sono state apportate dal Consiglio Generalizio e dal Fratello Assessore Generale, alcune modifiche al testo della pia pratica e ne è stata rinnovata la presentazione tenendo presenti gli insegnamenti del Concilio Vaticano II.

Il punto di vista ispiratore di dette modifiche, è stata la constatazione che l'Adorazione è una ispirata iniziativa,2 sempre più perfezionata nel tempo, di riunire tutti gli uomini a partecipare della Adorazione stessa della Vergine Immacolata e Addolorata.

Ella infatti è il modello e la madre di tutti gli adoratori del Figlio suo crocifisso, dal Calvario sino alla fine dei tempi.

Da questo punto di vista mi è apparso più chiaramente il senso e il valore dell'adorazione alle piaghe del Signore, per mezzo delle quali Egli ha consumato l'obbedienza al Padre versando il suo prezioso sangue per la salvezza di tutti gli uomini.

Parimenti, mi è apparsa come fondata e consequenziale non solo la possibilità, ma anche la necessità di uno sviluppo della formula stessa dell'Adorazione.

Si tratta di distinguervi quello che in essa deve considerarsi definitivo e quello che deve essere modificato e integrato: operando ogni cosa come continua ricerca intesa a conseguire la migliore partecipazione degli uomini del nostro tempo, e di ogni tempo ,all'adorazione della Vergine, Madre della Chiesa, rivolta al Figlio suo crocifisso.

Secondo tale orientamento, in primo luogo è stato proposto al Consiglio di riportare la formula dell'Adorazione al testo ultimo di Fra Leopoldo.

Salvo modifiche di forma e qualche indispensabile precisazione, tale testo è nella sostanza da considerarsi definitivo.

In secondo luogo sono state proposte integrazioni ricavate sempre dalla considerazione della Vergine e Madre adorante il Figlio crocifisso.

Cosicché a mio giudizio, non è senza fondamento il ritenere che l'adorazione di Maria Santissima pur incentrandosi nelle cinque piaghe della crocifissione, si sia estesa anche a quelle della coronazione di spine e della flagellazione.

Non è di una madre, e di una simile Madre, il limitarsi nel considerare i segni del martirio del Figlio.

La quale Madre ben conosceva il quarto carme del Servo di Jahvé e aveva dinanzi agli occhi la realizzazione della preveggenza di Isaia.

"Per le sue lividure siamo stati sanati" ( Is 53,4-9; 1 Pt 2,24 ).

Per le preghiere di domanda conseguenti le due adorazioni da aggiungersi ho proposto di pregare per la pace del mondo e l'unità di tutti i cristiani, coerentemente alle intenzioni dominanti del Concilio Vaticano II che solennemente ha celebrato Maria Santissima Madre della Chiesa e Madre di tutti gli uomini.

Tuttavia, constatata la estrema difficoltà di rendere accette le summenzionate modifiche ci si è limitati ad apportare qualche precisazione concettuale e qualche rettifica di forma al testo in vigore.

Ad ogni modo, il problema del ripristino del testo di Fra Leopoldo e del suo sviluppo rimane aperto e spero che venga quanto prima affrontato.

Le varianti apportate, hanno provocato qualche disagio in certe persone abituate da anni al testo precedente.

D'accordo: sono inconvenienti che occorre evitare quanto più è possibile, ma non a qualsiasi prezzo, non a prezzo, per es., di una partecipazione più attualmente adeguata e viva all'adorazione della Vergine.

1.04 La quarta deliberazione Assemblea 1966

La quarta deliberazione dell'Assemblea del 1966 ribadiva l'impegno per tutti i membri gruppi e sedi dell'Unione di intensificare la diffusione dell'Adorazione.

La tabella n. 1 raccoglie i dati statistici relativi alla stampa e diffusione dell'Adorazione nel sessennio 1966-72. ( Allegato 1bis )

Purtroppo dobbiamo rilevare che, malgrado la deliberazione assembleare, la diffusione dell'Adorazione è sensibilmente diminuita.

Il nuovo testo è stato stampato soltanto in italiano.

Anche il gruppo degli Zelatori, già piuttosto piccolo e incerto, si è ancora ridotto.

Per gli Ascritti scarseggiano i dati di riferimento.

L'impegno per la diffusione dell'Adorazione, almeno da parte di certi catechisti è alquanto scemato.

Lo stesso fenomeno si registra in modo massiccio presso i Fratelli.

Sono questi i dati di fatto che segnalo all'Assemblea con la speranza che sia ripreso il tema della diffusione dell'Adorazione nella seconda parte dei nostri lavori affinché si pervenga a stabilire, con l'aiuto di Dio, qualche efficace iniziativa.

1.05 Osservazioni sulla diffusione dell'Adorazione

Durante il sessennio l'argomento della diffusione è stato trattato a più riprese dal Consiglio Generalizio.

La proposta in merito approvata prima dal Consiglio e poi dai catechisti congregati di Torino è rimasta, per ora, inoperante.

Venne proposto di trasformare la diffusione dell'Adorazione passando da una mera distribuzione, magari accompagnata da raccomandazioni, di foglietti a una vera e propria evangelizzazione incentrata nel Cristo Crocifisso e rispondente ai momenti più critici o importanti della vita ( cfr. allegato n. 2 ).

In verità, la diffusione dell'Adorazione ha incontrato difficoltà nuove e comunque assai più rilevanti che nel passato.

Ha incontrato, notevolmente accresciuta, la terribile difficoltà dell'indifferenza, che è uno degli aspetti più rilevanti del dilagante ateismo.

Molti poi, ritengono che la Passione e Morte del Signore sia da considerarsi come un avvenimento del passato, cancellato o superato,ormai, e radicalmente, dalla sua Resurrezione.

La crocifissione viene considerata un momento superato del mistero pasquale e non invece il suo principio e il suo fondamento, principio della stessa glorificazione del Cristo e nostra con Lui, principio che dalla glorificazione del Cristo viene celebrato nella Messa e per tutta l'eternità.

Altri, ancora, rifiutano l'Adorazione giudicandola proposta di atteggiamento di evasione pietistica, di sottomissione passiva e di rinuncia a lottare per un mondo migliore.

Altri, infine, specie tra i sacerdoti e i religiosi, accusano l'Adorazione di volersi limitare a considerare soltanto una parte del mistero pasquale, e anche la sospettano di superstizione e, nel migliore dei casi, di immaturità religiosa.

Particolarmente tra le persone consacrate, si ritiene che il rinnovamento della vita liturgica della Chiesa, voluto dal Concilio Vaticano II, debba determinare l'accantonamento di ogni pratica di pietà e di devozione.

Intanto la comprensione e l'amore verso il Signore Crocifisso, si vanno paurosamente affievolendo.

Egli non è più presente allo spirito di molti come la sorgente della vita e il principio di ogni risurrezione.

Così che molti cristiani parlano di molte cose "cristiane" e di se stessi come "cristiani", ma non del Cristo e della loro appartenenza a Cristo, al Cristo Crocifisso, e perciò risorto, per la salvezza di tutti gli uomini.

Molti, troppi non guardano più a "colui che hanno trafitto" a Colui che innalzato da terra attira tutto a sé, facendosi il nuovo Adamo.

Senza la considerazione delle piaghe sanguinanti e gloriose del Signore, la sua morte non viene compresa per quello che manifesta e per quello che dona, per es., lo Spirito Santo, la Chiesa, l'Eucarestia, la cancellazione del peccato, la carità.

La stessa fede viene come compromessa venendo a mancare la pienezza della testimonianza di Dio e la testimonianza dello Spirito di Dio "Questi è colui che venne come acqua e sangue: Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e col sangue.

È lo Spirito che ne rendere stimonianza, poiché lo Spirito è la verità.

Son dunque tre i testimoni, lo Spirito e l'acqua e il sangue, e i tre sono in unità". ( 1 Gv 5,6-7 ).

Quanto è dunque necessario e urgente rinvigorire l'approfondimento del significato e della funzione dell'Adorazione, sul fondamento della parola di Dio, e intensificarne la diffusione con ogni intelligenza e prudenza.

Infatti, l'Adorazione vuole contribuire a orientare l'intera vita cristiana e segnatamente le profondità dinamiche dell'anima ponendovi al centro l'"Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso" nella sua umanità piagata e crocifissa, sorgente della risurrezione e della vita, sorgente dello Spirito e della Chiesa nata dal suo costato trafitto, sorgente del primato di Pietro e del sacerdozio ministeriale e spirituale, fonte di ogni consacrazione e santità, dimostrazione irrefutabile che Dio è l'Amore onnipotente massimamente rivelato appunto dal suo perdono e dalla sua misericordia, per mezzo di Gesù Crocifisso ( cfr. Gv 3,16-17 ).

Occorre, con l'Adorazione, ripresentare al mondo le piaghe del Signore per mezzo delle quali è stato effuso su tutti gli uomini il suo sangue vivificante; queste sacratissime piaghe che sono la porta della nostra salvezza, l'ingresso all'intimità con il Verbo di Dio, l'accesso alla pienezza del mistero di Cristo, la via alla comunione di ogni uomo e di tutti gli uomini con il Padre, nello Spirito Santo.

Occorre vincere ogni indugio e riprendere a penetrare e a diffondere l'Adorazione che è la contemplazione estatica e glorificante del Signore che regna dalla croce e per mezzo della croce, e che costituisce una efficace preparazione a partecipare del Sacrificio eucaristico.

L'Adorazione che è tanto efficace a far conoscere la gloria e la fecondità della vita vissuta come conformità con Cristo Crocifisso.

1.06 La Crociata della sofferenza

Con il suo sviluppo essa comprova la necessità di una diffusione della Adorazione da realizzarsi come una vera e propria catechesi riferita a problemi importanti, ai momenti cruciali della vita del cristiano.

Infatti, nel sessennio la Crociata della sofferenza ha avuto un sensibile incremento.

Di rilievo è pure la corrispondenza a cui ha dato luogo.

A mio avviso, è però necessario rivedere il pubblico al quale la Crociata si rivolge.

Mi pare che il destinarla ai soli sofferenti nello spirito sia limitativo, atteso che l'uomo nella sua concretezza è anima spirituale vivificante un corpo, è corpo vivificato dall'anima spirituale.

Nostro Signore poi ci ha redenti con sofferenze "umane", cioé tanto spirituali piscologiche che fisiche.

L'allegato n. 3 fornisce i dati essenziali relativi alla Crociata.

1.07 "La Sorgente"

Le illuminazioni ricevute durante i lavori dell'Assemblea generale ordinaria del 1966 e le conseguenti deliberazioni adottate accrebbero non poco l'impegno di contribuire a orientare l'interesse, l'amore, la vita degli uomini verso il Cristo Crocifisso, e perciò Risorto.

Cosi che all'incontro di certe circostanze, si è venuta concretando l'idea di costituire sulla collina torinese, nei pressi di Baldissero, un Centro di spiritualità programmaticamente denominato "La Sorgente".

Un ambiente cioé che per la località, le attrezzature potesse prestarsi per certe qualificate attività, tutte intese a favorire nei vari ceti e ambienti sociali la consapevolezza all'attrazione regale e salvifica dell'"Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso".

Un Centro destinato a diventare come il polmone dell'Unione, l'oasi per il rinnovamento spirituale dei catechisti di tutto il mondo.

Tale iniziativa non dovrebbe pregiudicare la funzione del tempio o santuario da erigersi, secondo i "detti" di Fra. Leopoldo, alla Villa Nicolas superiore.

A proposito del tempio debbo riferire all'Assemblea di essere intervenuto, appena informato, per lettera e a voce presso il Visitatore Fr. Felice Cornetto per ricordare al Consiglio del Distretto il pensiero di Fra Leopoldo condiviso dal nostro Fratello Teodoreto, cercando di ottenere che il progetto ( ora in via di completamento ) di una casa per esercizi alla Villa Superiore venisse tramutato nella costruzione di detto santuario con le opere annesse.

Non sono mancati, da parte mia, nel sessennio, altri interventi intesi a favorire la costruzione del tempio.

Riprendendo la relazione su "La Sorgente", mi occorre chiarire che l'idea si venne enucleando all'occasione creatasi con la necessità di dare risposta a chi ci aveva proposto di acquistare una sua proprietà di m2 40.000, con possibilità di ulteriori ampliamenti, situata nel territorio del comune di Baldissero Torinese.

La nostra risposta sarebbe stata sicuramente negativa se favorita dalla suggestione del luogo, non fosse nata l'idea di un Centro di spiritualità consacrato alla conoscenza e all'amore dell'"Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso" sorgente della risurrezione e della vita.

Un'idea non certamente nata fuori da ogni logica interna alla vita dell'Unione e coerente con essa, bensì favorita da un lungo processo di ricerca e di approfondimento circa la nostra stessa vocazione catechistica.

Un'opera di spiritualità, dunque, nelle immediate vicinanze di una grande città industriale in cui è custodita la Sindone, un'opera all'interno di un'area metropolitana sempre più densa di popolazione, vieppiù bisognosa di ristoro interiore.

Un'opera aperta a tutti e alla collaborazione di tutti in quanto desiderosi di attingere l'acqua viva dalle Piaghe sanguinanti e gloriose del Salvatore.

Con il trascorrere del tempo l'idea anziché abortire cresceva di luminosità e di calore, assai preziosi per aiutarci a penetrare e a vivere il significato e la funzione del nostro essere "catechisti del SS. Crocifisso".

Le obiezioni contrarie all'idea o alla sua attuazione nulla arrecavano di vivo e vivificante circa la missione del nostro Istituto per rapporto ai bisogni degli uomini del nostro tempo e alla nostra partecipazione allo sforzo di rinnovamento della Chiesa universale.

Rimanevano in piedi due sole obiezioni: la mancanza di denaro e il piccolo numero dei catechisti esistenti di fronte ai problemi composti dall'acquisto della proprietà e dalla costruzione e gestione del Centro.

La proposta di attendere a che la divina volontà si precisasse con l'invio del denaro occorrente non si poteva davvero accettare.

Nemmeno si poteva accettare di attendere nuove vocazioni prima di incominciare, poiché proprio « per mezzo della nuova Opera ci si proponeva di consolidare la perseveranza degli attuali catechisti e di favorire nuove vocazioni, promuovendo la conoscenza e l'amore del Signore Crocifisso, in forme e modi più rispondenti ai bisogni e alle esigenze attuali.

D'altra parte il nuovo Centro di spiritualità pur dovendosi incominciare dai catechisti avrebbe comportato nel suo programma la più vasta collaborazione a cominciare da quella dei sacerdoti, collaborazione basata su intendimenti unitari e coerenti circa le finalità dell'Opera.

Il predicare Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso, non è, evidentemente, compito riservato ai soli catechisti …, mentre è proprio dei secolari il predisporre infrastrutture e strumenti a servizio della Chiesa.

Nel concreto, il Consiglio dell'Unione si venne a trovare in dilemmi forse discutibili in teoria, ma in pratica ineludibili.

Respingere l'idea sarebbe stato come respingere una singolare e insostituibile possibilità di fare conoscere e amare il Signore: differirne l'attuazione sarebbe stato come respingere l'idea nata proprio per porre in essere la sua attuazione.

D'altra parte, in quanto ai mezzi finanziari per "La Sorgente" debbo precisare che il colloquio esplorativo, avuto qualche tempo prima della decisione del Consiglio Generalizio, con il dr. Bussi, direttore delle attività assistenziali della Fiat, trovò nell'interlocutore un interesse assai vivo.

Anzi, il dr. Bussi mi incoraggiò a operare per concretare l'idea che gli avevo esposta e, cosa insperata dati i precedenti, mi propose un'offerta e un prestito per complessivi undici milioni.

Il prof. Valletta, ex Presidente della Fiat, informato dal dr. Bussi, volle concorrere con l'offerta personale di mezzo milione.

Fatto assai rilevante, non tanto per l'entità dell'oblazione, ma per la destinazione tutta spirituale della somma da parte di un uomo notoriamente lontano, per non dire avverso, dai problemi spirituali e religiosi in quanto tali.

Pare che questo sia stato l'ultimo atto di beneficenza del prof. Valletta, prima della morte, avvenuta poco tempo dopo.

Da notarsi ancora, che la somma complessiva proposta dal dr. Bussi venne poco dopo tramutata in una donazione, senza sollecitazioni da parte mia.

Il dr. Bussi mi aveva pure raccontato del Crocifisso che, in occasione del Santo Natale, il primo dopo aver lasciato la presidenza del più grande complesso industriale italiano, venne regalato al prof. Valletta, moralmente provato, da un piccolo gruppo di fedelissimi dirigenti Fiat, guidati dall'ing. Bono.

Il che ebbe luogo dopo una cerimonia religiosa, officiata in Valdocco dal Rettore Maggiore dei Salesiani, don Ricceri, nella Chiesa di S. Francesco di Sales.

Per il resto della somma occorrente si pensò alla vendita della casa di Via Le Chiuse, dimostratasi poco adatta per la realizzazione del Convitto.

Con questi precedenti, venne firmato il compromesso e venne effettuato l'atto di acquisto delle proprietà.

In un secondo tempo furono acquistati altri m2 3.000 di terreno, già appartenenti alla proprietà acquistata.

Infine, grazie alla generosità di un catechista, venne acquistato l'appezzamento di bosco di m2 2.000 dove sorge la croce eretta dagli abitanti di Baldissero Torinese a ricordo dell'anno santo del 1900.

Il valore economico delle proprietà già leggermente inferiore rispetto al prezzo pagato al momento dell'acquisto è piuttosto diminuito a causa del piano regolatore predisposto, in tempo successivo, dall'amministrazione comunale.

Tuttavia si è potuto ottenere che nel piano regolatore venisse inclusa una deroga relativa al previsto indice di edificabilità, a vantaggio di opere sociali e ricreative.

La trasformazione della collina torinese in un grande parco naturale richiede infatti che vi si organizzino attività atte a favorire il riposo, la ricreazione delle popolazioni urbane.

L'opera de "La Sorgente" potrà a buon diritto godere della suddetta deroga trattandosi di molteplici attività anche sociali di autentica ri-creazione e di profondo rinnovamento da attuarsi in Cristo Signore.

Una singolare e cristiana soluzione data ai problemi del cosiddetto "tempo libero".

Durante questi ultimi anni l'attività presso "La Sorgente" è stata piuttosto scarsa per insufficienza di attrezzature.

Tuttavia vi si sono svolte adunanze del postulantato e del noviziato, giornate di ritiro, numerosi incontri per i membri della Sezione Giovanile e per giovani della Casa di Carità, adunanze di catechisti congregati e raduni delle famiglie che frequentano il Corso Sposi.

Dodici sacerdoti, diocesani e regolari, tra i quali si notano elementi che ricoprono cariche di grande responsabilità, hanno aderito all'iniziativa.

Purtroppo, a tutt'oggi, non si è ancora potuto riunirli per una prima attività di gruppo.

Più che di denaro e di mezzi "La Sorgente" ha bisogno dell'apporto di tutti i catechisti, anche di quelli che ancora si dimostrano titubanti o dissenzienti.

Proprio perché siamo pochi, la indisponibilità anche di uno solo può ostacolare non poco e forse per molto tempo il funzionamento dell'opera.

Costoro si domandino davanti al Signore se la loro riserva o la loro resistenza è veramente mossa dall'amore di Gesù Crocifisso e degli uomini in Lui.

Dunque, non sono mancati né mancano nell'Unione i dissensi e le esitazioni.

Giudichi e decida l'Assemblea atteso che la nuova iniziativa potrebbe, forse, rientrare nelle competenze dell'Assemblea di "regolare tutti gli affari più gravi e quelli che fossero eventualmente rimessi all'Assemblea Generale dal Consiglio Generalizio" ( cfr. art. 9 delle Regole e Costituzioni ).

Indice

1 "Benedico i primi frutti della santa Devozione-Adorazione, cioé i figli Congregati e tutti quelli che cooperano e promuovono la detta Adorazione a me Gesù Crocifisso n. 6 marzo 1914, Fr. Teodoreto, Il Segretario del Crocifisso, pag. 121
2 Qualsivoglia apprezzamento rispetto alla Adorazione e ai detti di Fra Leopoldo è espresso come umana convinzione, con l'intento di sottoporre docilmente ogni cosa al giudizio della Chiesa.