Discernimento sulla vocazione rinnovata

4-4-2004

Don Mauro Agreste

Indice

1) Discernimento sulla vocazione
2) Il si rinnovato, risposta a Dio ogni giorno
3) Discernimento degli spiriti nella nostra vita cristiana
4) Mi lascio guidare da chi? La coscienza retta

1) Discernimento sulla vocazione

Sempre riguardo al tema della vocazione, credo che come educatori, oltre che per voi stessi, sia importante apprendere una forma di discernimento sulla propria vocazione.

Tante volte si giunge a uno stato di vita più per gli eventi, che non proprio per un cammino di formazione, di riflessione e di approfondimento.

Questo non deve lasciarci lo sconforto o il timore di non aver fatto un autentico cammino.

Però ci può spingere a un approfondimento maggiore, a una riflessione e a delle domande che è lecito che ci siano.

Anche perché noi tutti sappiamo molto bene che il cammino vocazionale, di ciascuno di noi non è determinato una volta per tutte, ma è qualche cosa che si costruisce giorno per giorno.

Lo stato di vita che noi assumiamo, abbiamo assunto, o stiamo vivendo odiernamente è sicuramente preparato in qualche modo da Dio, ma esige la nostra risposta quotidiana.

2) Il si rinnovato, risposta a Dio ogni giorno

Quindi il si che noi abbiamo programmato di dare al Signore una volta sola e poi non va rinnovato; vi ricordo anche che uno dei significati della parola rinnovare è quello di portare a compimento, quindi portare alla pienezza, portare alla perfezione.

Il si rinnovato esige quindi come significato una risposta a Dio che sia tendente ogni giorno, costantemente alla perfezione, alla pienezza, che sia un si responsabile.

Che cosa si intende per un si responsabile?

È una risposta che noi diamo a Dio, a un Dio che ci interpella; la domanda potrebbe essere semplice, la domanda che si sente ripetere tante volte dai profeti: sei tu il mio popolo?

Sono io il tuo Dio? Questa è praticamente, forse nella maniera più essenziale, l'interpellanza che ci giunge da questo Dio, che si propone nella nostra vita.

Sono io il tuo Signore? Sono io il tuo Dio?

Da questa risposta dipende tutto il nostro cammino cristiano.

Quindi tutto il nostro cammino cristiano coinvolge ciò che noi facciamo, all'esterno di noi.

Però esige che ci sia una revisione anche a tutto ciò che noi siamo dentro di noi, giusto?

Allora che cosa significa la cura della propria vocazione, il discernimento sulla propria vocazione?

Significa porre all'esame e al discernimento della luce di Dio il modo in cui noi stiamo rispondendo alle sue interpellanze.

Per es. il mio orecchio spirituale è attento a riconoscere la voce di Dio?

La mia coscienza è sveglia?

3) Discernimento degli spiriti nella nostra vita cristiana

Sono in grado di discernere gli spiriti che mi guidano?

Qualcuno potrebbe essere allarmato da questo modo di dire; cosa pensate che sia?

Quando si parla di discernimento degli spiriti, non si sta parlando semplicemente del discernimento di quale spirito diabolico stia agendo nella vita di una persona, perché questo è il discernimento degli spiriti durante un esorcismo, che è un'altra cosa, che è uno stato particolare ecc. ecc.

Quando si parla di discernimento degli spiriti nella vita cristiana, si intende dire questo: qual è lo spirito che ti muove?

Cioè ti lasci guidare da che cosa?

Uno potrebbe lasciarsi guidare da se stesso, dalle proprie idee, potrebbe lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio, potrebbe lasciarsi guidare dallo spirito del mondo.

4) Mi lascio guidare da chi? La coscienza retta

E poi, appurato che una persona sia riuscita in qualche modo a intuire, bene, mi pare di capire che in qualche cosa mi lascio guidare dallo Spirito di Dio, in qualche cosa invece mi lascio guidare dal mio stesso spirito.

A questo punto se mi lascio guidare dal mio stesso Spirito, il mio Spirito è conformato a Gesù Cristo?

Il mio modo di ragionare e di pensare e diventato una cosa sola con quello di Gesù Cristo?

Perché non è mica negativo che una persona si lasci guidare da se stessa a patto che abbia una coscienza formata.

È vero? In linguaggio tecnico si dice: una coscienza retta; vuol dire ordinata verso il bene assoluto, il bene assoluto è Dio, quindi una coscienza retta è una coscienza ordinata al conseguimento di una forma di comunione profonda con Dio.