Le virtù  

Scheda N° 11

L'uomo, fin dal suo concepimento, è ordinato a Dio e raggiunge la propria perfezione nel cercare ed amare il vero bene.

San Paolo, proteso all'evangelizzazione dei Filippesi, addita loro qual è questo vero bene e li esorta a vivere continuamente alla ricerca di tutto ciò che è vero, giusto e puro praticando la virtù.

" Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri " ( Fil 4,8 ).

La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene.

Essa consente alla persona, non soltanto di compiere atti buoni, ma di dare il meglio di sé.

Con tutte le proprie energie sensibili e spirituali la persona virtuosa tende verso il bene; lo ricerca e lo sceglie in azioni concrete.

Il fine di una vita virtuosa consiste nel divenire simili a Dio. ( CCC 1803 )

Le virtù si distinguono in virtù umane ( cardinali ) e virtù teologali.

Le virtù umane

Le virtù umane sono attitudini ferme, disposizioni stabili, perfezioni abituali dell'intelligenza e della volontà che regolano i nostri atti, ordinano le nostre passioni e guidano la nostra condotta secondo la ragione e la fede.

Esse procurano facilità, padronanza di sé e gioia per condurre una vita moralmente buona.

L'uomo virtuoso è colui che liberamente pratica il bene.

Le virtù morali vengono acquisite umanamente.

Sono i frutti e i germi di atti moralmente buoni;

dispongono tutte le potenzialità dell'essere umano ad entrare in comunione con l'amore divino. ( CCC 1804 )

Distinzione delle virtù cardinali

Tra le virtù umane, quattro hanno funzione di cardine.

Per questo sono dette " cardinali "; tutte le altre si raggruppano attorno ad esse.

Sono: la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza.

" Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche.

Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza, la giustizia e la fortezza " ( Sap 8,7 ).

Sotto altri nomi, queste virtù sono lodate in molti passi della Scrittura. ( CCC 1805 )

Prudenza

La prudenza è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo.

L'uomo " accorto controlla i suoi passi " ( Pr 14,15 )

" Siate moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera " ( 1 Pt 4,7 ).

La prudenza è la " retta norma dell'azione ",

scrive San Tommaso sulla sica di Aristotele.

Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione.

È detta " auriga virtutum " - cocchiere della virtù:

essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura.

È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza.

L'uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio.

Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.

Giustizia

La giustizia è la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto.

La giustizia verso Dio è chiamata " virtù di religione ".

La giustizia verso gli uomini dispone a i diritti di ciascuno e stabilire nelle relazioni umane l'armonia che promuove l'equità nei confronti delle persone e del bene comune.

L'uomo giusto, di cui spesso si fa parola nel Libri sacri, si distingue per l'abituale dirittura dei propri pensieri e per la rettitudine della propria condotta verso il prossimo.

" Non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente;

ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia " ( Lv 19,15 ).

" Voi, padroni, date al vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo " ( Col 4,1 ).

Fortezza

La fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene.

Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale.

La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni.

Dà il coraggio di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della propria vita per difendere una giusta causa.

" Mia forza e mio canto è il Signore " ( Sal 118,14 ).

" Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia;

lo ho vinto il mondo " ( Gv 16,33 ).

Temperanza

La temperanza è la virtù morale che modera l'attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati.

Essa assicura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell'onestà.

La persona temperante orienta al bene i propri appetiti sensibili, conserva una sana discrezione, e non segue il proprio " istinto " e la propria " forza assecondando i desideri " del proprio " cuore " ( Sir 5,2 ).

La temperanza è spesso lodata nell'Antico Testamento:

" Non seguire le passioni; poni un freno ai tuoi desideri " ( Sir 18,30 ).

Nel Nuovo Testamento è chiamata " moderazione " o " sobrietà ".

Noi dobbiamo " vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo ".

( Tt 2,12 ) ( CCC 1806-1809 )

Le virtù teologali

Le virtù umane si radicano nelle virtù teologali

Le virtù teologali rendono le facoltà dell'uomo idonee alla partecipazione alla natura divina.

Le virtù teologali, infatti, si riferiscono direttamente a Dio.

Esse dispongono i cristiani a vivere in relazione con la Santissima Trinità.

Hanno come origine, causa ed oggetto Dio Uno e Trino. ( CCC 1812 )

Le virtù teologali fondano, animano e caratterizzano l'agire morale dei cristiano.

Esse informano e vivificano tutte le virtù morali.

Sono infuse da Dio nell'anima dei fedeli per renderli capaci di agire quali suoi figli e meritare la vita eterna.

Sono il pegno della presenza e dell'azione dello Spirito Santo nelle facoltà dell'essere umano. Tre sono le virtù teologali:

la fede, la speranza e la carità. ( CCC 1813 )

La fede

La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la Santa Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità.

Con la fede " l'uomo si abbandona tutto a Dio liberamente ".

Per questo il credente cerca di conoscere e di fare la volontà di Dio.

" Il giusto vivrà mediante la fede " ( Rm 1,17 ).

La fede viva " opera per mezzo della carità " ( Gal 5,6 ).

Il dono della fede rimane in colui che non ha peccato contro di essa.

Ma " la fede senza le opere è morta " ( Gc 2,26 ):

se non si accompagna alla speranza e all'amore, la fede non unisce pienamente il fedele a Cristo e non ne fa un membro vivo del suo Corpo.

Il discepolo di Cristo non deve soltanto custodire la fede e vivere di essa, ma anche professarla, darne testimonianza con franchezza e diffonderla:

" Devono tutti essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini, e a seguirlo sulla via della Croce attraverso le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa ".

Il servizio e la testimonianza della fede sono indispensabili per la salvezza:

" Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli;

chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli " ( Mt 10,32-33 ). ( CCC 1814-1816 )

Praticare le virtù teologali della Fede, Speranza e Carità è il normale comportamento del cristiano e soprattutto di ogni Catechista chiamato a trasmettere agli altri i fondamenti della vita cristiana.

La speranza

La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il Regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull'aiuto della grazia dello Spirito Santo.

" Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso " ( Eb 10,23 ).

Lo Spirito è stato " effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro, perché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna " ( Tt 3,6-7 ).

La virtù della speranza risponde all'aspirazione alla felicità, che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo;

essa assume le attese che ispirano le attività degli uomini;

le purifica per ordinarie al Regno dei cieli;

salvaguarda dallo scoraggiamento; sostiene in tutti i momenti di abbandono;

dilata il cuore nell'attesa della beatitudine eterna.

Lo slancio della speranza preserva dall'egoismo e conduce alla gioia della carità.

La speranza cristiana riprende e porta a pienezza la speranza del popolo eletto, la quale trova la propria origine ed il proprio modello nella speranza di Abramo, colmato in Isacco delle promesse di Dio e purificato dalla prova dei sacrificio.

" Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli " ( Rm 4,18 ).

La speranza cristiana si sviluppa, fin dagli inizi della predicazione di Gesù, nell'annuncio delle beatitudini.

Le beatitudini elevano la nostra speranza verso il Cielo come verso la nuova Terra promessa;

ne tracciano il cammino attraverso le prove che attendono i discepoli di Gesù.

Ma per i meriti di Gesù Cristo e della sua Passione, Dio ci custodisce nella " speranza " che " non delude " ( Rm 5,5 ).

La speranza è l'" ancora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra…

" là " dove Gesù è entrato per noi come precursore " ( Eb 6,19-20 ).

E altresì un'arma che ci protegge nel combattimento della salvezza:

" Dobbiamo essere… rivestiti con la corazza della fede e della carità, avendo come elmo la speranza della salvezza " ( 1 Ts 5,8 ).

Essa ci procura la gioia anche nella prova: " lieti nella speranza, forti nella tribolazione " ( Rm 12,12 ).

Si esprime e si alimenta nella preghiera, in modo particolarissimo in quella del Pater, sintesi di tutto ciò che la speranza ci fa desiderare.

Noi possiamo, dunque, sperare la gloria del cielo promessa da Dio a coloro che lo amano e fanno la sua volontà.

In ogni circostanza ognuno deve sperare, con la grazia di Dio, di perseverare " sino alla fine " e ottenere la gioia del cielo, quale eterna ricompensa di Dio per le buone opere compiute con la grazia di Cristo.

Nella speranza la Chiesa prega che " tutti gli uomini siano salvati " ( 1 Tm 2,4 ).

Essa anela ad essere unita a Cristo, suo Sposo, nella gloria del cielo:

"Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l'ora.

Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene la tua impazienza possa rendere incerto ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve.

Pensa che quanto più lotterai, tanto più proverai l'amore che hai per il tuo Dio e tanto più un giorno godrai con il tuo Diletto, in una felicità ed in un'estasi che mai potranno aver fine ". ( CCC 1817-1821 )

La carità

La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.

Gesù fa della carità il comandamento nuovo.

Amando i suoi " sino alla fine " ( Gv 13,1 ), egli manifesta l'amore che riceve dal Padre.

Amandosi gli uni gli altri, i discepoli imitano l'amore di Gesù, che essi ricevono a loro volta. Per questo Gesù dice:

" Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore " ( Gv 15,9 ).

E ancora: " Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati " ( Gv 15,12 ).

La carità, frutto dello Spirito e pienezza della legge, osserva i comandamenti di Dio e del suo Cristo: " Rimanete nel mio amore.

Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore " ( Gv 15,9-10 ).

Cristo è morto per amore verso di noi, quando eravamo ancora " nemici " ( Rm 5,10 ).

Il Signore ci chiede di amare come lui, perfino i nostri nemici, di farci il prossimo del più lontano, di amare i bambini e i poveri come lui stesso.

L'Apostolo san Paolo ha dato un ineguagliabile quadro della carità:

" La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.

Tutto copre, tutto crede, tutto spera. tutto sopporta " ( 1 Cor 13,4-7 ).

" Se non avessi la carità, dice ancora l'apostolo, non sono nulla … ".

E tutto ciò che è privilegio, servizio, perfino virtù … senza la carità, " niente mi giova " ( 1 Cor 13,1-4 ).

La carità è superiore a tutte le virtù.

È la prima delle virtù teologali: " Queste le tre cose che rimangono:

la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità " ( 1 Cor 13,13 ).

L'esercizio di tutte le virtù è animato e ispirato dalla carità.

Questa è il " vincolo di perfezione " ( Col 3,14 ); è la forma delle virtù;

le articola e le ordina tra loro; è sorgente e termine della loro pratica cristiana.

La carità garantisce e purifica la nostra capacità umana di amare.

La eleva alla perfezione soprannaturale dell'amore divino.

La pratica della vita morale animata dalla carità dà al cristiano la libertà spirituale dei figli di Dio.

Egli non sta davanti a Dio come uno schiavo, nel timore servile, né come il mercenario in cerca del salario, ma come un figlio che corrisponde all'amore di colui che " ci ha amati per primo "

( 1 Gv 4,19 ): " O ci allontaniamo dal male per timore del castigo e siamo nella disposizione dello schiavo.

0 ci lasciamo prendere dall'attrattiva della ricompensa e siamo simili ai mercenari.

Oppure è per il bene in se stesso e per l'amore di colui che comanda che noi obbediamo … e allora siamo nella disposizione dei figli ". ( CCC 1822-1828 )

I frutti della carità

La carità ha come frutti la gioia, la pace e la misericordia;

esige la generosità e la correzione fraterna; è benevolenza;

suscita la reciprocità, si dimostra disinteressata e benefica;

è amicizia e comunione: " Il compimento di tutte le nostre opere è l'amore.

Qui è il nostro fine; per questo noi corriamo, verso questa meta corriamo;

quando saremo giunti, vi troveremo riposo ". ( CCC 1829 )

Il carro che conduce alla salvezza

Un bellissimo carro in forma di splendido trono, viene trasportato sulle nubi, verso il cielo.

È tirati da quattro angeli dalle ali variopinte e devotamente atteggiati.

Sulle ruote del carro sono scritti i nomi delle virtù teologali:

Fede, Speranza e Carità.

- Sullo schienale sono iscritti i nomi delle virtù cardinali:

prudenza, giustizia, Temperanza e fortezza

- inginocchiata sul carro, illuminata da luce celeste, con lo sguardo e le mani levate in alto, una figura angelicale, che rappresenta l'anima virtuosa.

Se ameremo queste belle virtù ci troveremo anche noi su quel fulgido carro che, trasportato dagli angeli, corre agile e veloce verso la felicità eterna.

I semi di queste virtù vengono deposti nell'anima nostra con il Santo battesimo;

sta anche a noi, oltre che alla grazia di Dio, farli crescere e sviluppare.