S. Paolo della Croce

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S. Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, l'apostolo del Crocifisso nel secolo XVIII.

È bene che in questo Bollettino dell'Unione del Crocifisso si faccia cenno dell'Apostolo insigne del Crocifisso nel secolo XVIII.

Ce ne porge l'occasione l'ultima Vita del Santo uscita nel 1917 per il cinquantenario della sua Canonizzazione e dovuta al Passionista, Padre Domenico di Maria Ausiliatrice.

È questa vita quanto mai adatta a volgarizzare la figura del Santo, degnissima che vada per le mani dei divoti del Crocifisso.

Questo scopo se l'è proposto veramente lo stesso Autore che scrive ( p. 6 ): « Una maggior conoscenza nel popolo di questo grande Apostolo del Crocifisso, e del suo spirito, fu sempre, un ideale che non cessai di accarezzare da quando, giovanetto, ebbi la felice sorte di vestirne le sacre divise.

Per raggiungere più facilmente il mio intento pensai ad una Vita illustrata breve e popolare del Santo; indotto a ciò anche dal fatto che la illustrazione è ancora una lacuna nelle molte opere fino ad ora pubblicale dai vari ed accreditali suoi agiografi. »

Noi raccomandiamo vivamente questa Vita illustrata di S. Paolo della Croce ai Soci e Aggregati tutti dell'Unione e a quanti mai siano devoti del Crocifisso ( * ).

E qui ci compiacciamo di riportarne alcuni tratti che si riferiscono al Santo in relazione al Santissimo Crocifisso.

Il Santo nacque a Ovada il 5 gennaio 1694; e a Ovada sui muri della casa dove nacque e abitò fino al 1709 si ammirano tuttora ottimamente conservate le due piccole croci che Paolo vi tracciò in rosso, mentre era ancor fanciullo.

Nel battesimo gli vennero imposti i nomi di Paolo Francesco, « quasi felice presagio della somiglianza che doveva avere col grande Apostolo delle genti nel predicare al mondo Gesù Cristo Crocifisso e col Serafico Patriarca nel fondare un ordine, di cui la più rigida povertà doveva essere il solido fondamento ».

La madre sua quando il bambino, nel pettinarlo, talora s'inquietava e piangeva, subito prendeva a narrargli qualche episodio della vita dei Santi o, più spesso, ponendogli fra le mani un devoto Crocifisso, gli diceva: « Mira, o figlio, quanto ha patito Gesù ».

Da quelle parole e da quell'immagine Paolo ricevette tali e cosi profonde impressioni che d'allora in poi il Crocifisso fu l'ideale unico del suo cuore e della sua vita.

« Dio aveva suscitalo Paolo, perché fosse l'Apostolo del Crocifisso nel secolo XVIII e perché ne propagasse nei cuori dei fedeli la grata memoria e la salutare divozione.

Alla sapienza del Crocifisso quindi esso consacrò il suo intelletto, all'amore del Crocifisso il suo cuore, al cullo del Crocifisso la sua attività, alla moltiplicazione del Crocifisso tutto se stesso ».

« La meditazione delle pene e della morte acerbissima del Redentore divenne a lui familiare.

Non è a dire quanto in queste sue meditazioni s'inteneriva il suo cuore.

Le lacrime gli scorrevano dagli occhi in larga copia; sospiri infocati gl'irrompevano dal petto, e il volto stesso avvampava come fiamma.

E siccome l'amore porta alla somiglianza dell'amato, perciò anche del proprio corpo volle Paolo fare un'immagine vivente del Crocifisso cercando di riprodurre in sé le pene e gli strazi del Dio umanato che aveva offerto tutto se stesso in olocausto per noi ».

Il 22 novembre 1720 riceve dal vescovo d'Alessandria il santo abito: « questo memorando giorno fu di venerdì, scelto apposta per la memoria che in esso si fa della Passione di Gesù.

È questo il giorno della nascita della Congregazione dei Passionisti. »

« Contava allora Paolo 27 anni d'età.

Coll'abito secolare depose anche il cognome e da quell'istante volle chiamarsi non più Paolo Dannia, ma Paolo della Croce, per indicare che d'allora tutta la sua vita era irrevocabilmente consacrata a Gesù Cristo Crocifisso ».

Trasportiamoci ora, col pensiero, al periodo in cui, già sviluppata la Congregazione, Paolo era mirabile predicatore e missionario.

« Spesso il Signore accompagnava con prodigi anche manifesti la predicazione del suo Servo.

Facendo la missione nella terra di Piagaro, diocesi di Città della Pieve, l'anno 1738, disse più volte dal palco: Vi sono molti ai quali pare mill'anni che io termini la missione e parta; ma lascio un altro che farà la missione meglio di me.

Infatti finita che fu, se ne partì seguito da una parte del popolo, rimanendo l'altra in chiesa a pregare.

All'improvviso un'immagine ben grande del SS. Crocifisso, scolpita in legno, che si venera in quella chiesa, cominciò a tramandare sudore di color ceruleo.

Quanti erano presenti tutti restarono commossi e pieni di meraviglia ed, osservandolo attentamente, vedevano scorrere quel sudore a gran copia dalla sacra immagine.

Ricordandosi allora opportunamente delle parole del Servo di Dio, alcuni degli astanti, mentre i sacerdoti con pannolini asciugavano il liquido miracoloso, corsero per recarne la notizia al santo missionario, il quale al racconto che gli fecero altro non disse che: Già lo sapevo.

Domandò poi di qual colore fosse il sudore ed essendogli risposto esser di color ceruleo: Buon segno, soggiunse; e volle proseguire il suo viaggio, come quegli che ben conosceva che cosa volesse il Signore, cioè la corrispondenza di quel popolo; il quale difatti, vedendo con quanta misericordia Iddio lo chiamasse a penitenza, diede segno di ravvedimento sincero e, chi non s'era scosso alla voce del missionario si compunse alla vista dello strepitoso miracolo.

A perpetua memoria di questo prodigioso avvenimento si fabbricò apposta una nuova cappella e vi si pose quella miracolosa immagine con analoghe iscrizioni come tutt'ora si vede ».

( Continua ).


( * ) P. D. C. P. Vita illustrata di S. Paolo della Croce, Milano, 1917, di pagg. 228.

È pubblicata in tre distinte edizioni; di lusso L. 3, di mezzo lusso, L. 2,30, comune L. 1,50 ed è vendibile nelle Librerie Tappi e Sacro Cuore ( tutt'e due in Via Garibaldi, Torino ), oppure presso l'Autore, Padre Domenico di Maria Ausiliatrice, passionista, S. Pancrazio, Pianezza.