L'Anno Santo

B126-A2

In questi giorni l'attenzione dei cristiani di tutto il mondo è rivolta a Roma, dove il Sommo Pontefice « di grazia e di perdono apre le porte ».

Riprendiamo pertanto l'accenno dato nello scorso numero, allo scopo di arrivare a conclusioni pratiche, le quali possano guidare il nostro atteggiamento durante quest'anno di grazie straordinarie.

Narra S. Luca ( Lc 4,16-21 ) che un sabato, trovandosi a Nazareth, Gesù « entrò secondo la sua usanza … nella sinagoga e si alzò per fare la lettura.

E gli fu dato il libro del profeta Isaia.

E spiegato che ebbe il libro, trovò quel passo dov'era scritto: Lo spirito del Signore sopra di me: perciò mi ha unto; mi ha mandato ad annunciare ai poveri la buona novella, a curare i contriti di cuore, a predicare la libertà agli schiavi e ai ciechi la vista, a rimettere in libertà gli oppressi, a predicare l'anno accettevole del Signore e il giorno della retribuzione.

E ripiegato il libro, lo rese al ministro e si pose a sedere.

Ed erano fissi in lui gli occhi di tutti nella sinagoga.

E cominciò a dir loro: Oggi questa scrittura si è adempiuta negli occhi vostri. » ( Il passo letto da Gesù è in Is 61,1-2; Is 58,6 ).

Così Gesù iniziò il suo discorso, nel quale senza dubbio dovette applicare ampiamente a se stesso il passo letto per mostrare come in lui si avverasse l'antica profezia.

Con le parole « a predicare l'anno accettevole del Signore » il profeta Isaia alludeva all'anno giubilare, di cui tratta, per es., il libro del Levitico al c. 25.

Secondo quanto si legge in questo capitolo, nel giubileo, che ricorreva ogni cinquant'anni, bisognava lasciar riposare la terra, si dovevano emancipare tutti coloro che erano tenuti schiavi perché insolvibili, i beni immobili alienati dovevano ritornare all'antico proprietario.

L'anno giubilare era la figura o il tipo della nuova alleanza: un'anticipazione del vero mistero della Remissione, un annunzio velato dell'era messianica.

Come in quell'anno gli schiavi venivano liberati e i beni immobili ritornavano ai primi padroni, così coloro che sono asserviti al demonio e alla colpa, saranno liberati da Gesù Cristo, il cui sangue « sarà sparso per molti per la remissione dei peccati » ( Mt 26,28 ).

Per questo, dice il profeta, il Messia viene a predicare l'anno accettevole del Signore e Gesù annunzia che la profezia si compie in lui.

Egli viene a predicare il vero giubileo e viene a predicarlo in modo efficacissimo, perché di fatto redimerà l'umanità da lungo tempo schiava, decaduta, rovinata.

E la sua opera durerà per sempre.

Se l'antico giubileo era il simbolo teorico del mistero della Redenzione, il giubileo cristiano - che la Chiesa, dal 1300, celebra periodicamente e che inizia un'altra volta il 26 dicembre 1949 - ne costituisce il memoriale solenne.

Esso vuole essere il ricordo della grande liberazione, dell'universale remissione dei peccati.

Durante questo anno i cristiani devono commemorare solennemente e con gioia il perdono che Dio accordò agli uomini, riconciliandoli a sé mediante il Cristo.

Invece degli atti di generosità che gli Israeliti dovevano porre, secondo la legge, durante l'anno giubilare, noi dobbiamo, nel nostro giubileo, partecipare intimamente al sacrificio del Cristo, che ha cancellato tutti i nostri peccati: innanzitutto unendoci alla celebrazione sacramentale dell'unico Sacrificio; poi unendo spiritualmente i nostri atti di penitenza e i nostri sacrifici personali al sacrificio espiatorio del Cristo, nel quale, per così dire, dovranno fondersi.

L'anno giubilare, memoriale solenne della Redenzione, che è la grande opera dell'amore di Dio per noi, deve poi fornirci l'occasione di vivere più intensamente quella carità fraterna che S. Paolo descrive ( 1 Cor 13,4-7 ), con tutte le sue delicatezze e secondo tutte le sue esigenze.

Come nell'Antico Testamento l'anno giubilare doveva essere contrassegnato dal ristabilirsi della giustizia sociale, così, nel Nuovo, dovrà dar luogo a una gran prova di generosità nella carità.

L'Anno santo dev'essere un anno di rinnovamento interiore, per cui, maggiormente consapevoli di quanto esige la legge della carità, ci sforziamo di irradiare, questa carità, nella vita sociale.

* * *

Durante l'Anno santo la Chiesa elargisce a tutti i suoi figli, che adempiano le pratiche prescritte, larghissimi favori spirituali, primo fra tutti l'indulgenza plenaria.

Il giubileo cristiano dev'essere, come s'è visto, il memoriale solenne dell'universale remissione dei peccati.

Ora l'indulgenza plenaria è precisamente la remissione, davanti a Dio, di tutta la pena temporale dovuta per i peccati già cancellati quanto alla colpa ( remissione che la Chiesa concede fuori del Sacramento della Penitenza ).

Di qui si vede quanto sia opportuno che la Chiesa solennizzi l'Anno santo concedendo una specialissima indulgenza plenaria a chi compia le pratiche prescritte ( specialissima non perché differisca nell'entità dalle altre indulgenze plenarie, ma perché porta con sé qualcosa di straordinario: la solennità della promulgazione, le facoltà speciali concesse ai confessori, lo scopo per il quale viene concessa ).

Com'è noto, per poter lucrare le indulgenze, è necessario: essere battezzati, non scomunicati, in stato di grazia almeno al termine delle opere prescritte, sudditi di chi concede l'indulgenza, compiere le opere prescritte con l'intenzione ( almeno generale ) di lucrare l'indulgenza.

In particolare, per lucrare le indulgenze giubilari occorrono; la Confessione, la Comunione, speciali visite ad alcune Chiese, alcune preghiere.

La Confessione è assolutamente necessaria, anche se non si è in peccato mortale.

Deve essere distinta dalla Confessione annuale che si fa per adempiere al precetto pasquale.

Non è però necessario che sia fatta a Roma.

La Comunione sacramentale è pure assolutamente necessaria e dev'essere distinta dalla Comunione pasquale.

Ma non è necessario che sia fatta in Roma.

Terza condizione per acquistare l'indulgenza giubilare è la visita alle Basiliche patriarcali romane, S. Giovanni in Laterano, S. Pietro in Vaticano, S. Paolo sulla via Ostiense, S. Maria Maggiore.

Per cui, naturalmente, per acquistare il giubileo, bisogna pellegrinare a Roma.

Le visite - una a ciascuna Basilica - possono farsi nello stesso giorno o in giorni diversi.

In ognuna di tali visite bisogna recitare certe preghiere vocali: 3 Pater, Ave e Gloria; un Pater, Ave e Gloria secondo le intenzioni del S. Pontefice; un Credo.

* * *

Quali intenti i fedeli di tutto il mondo debbano prefiggersi nel corso dell'Anno santo e particolarmente allorché, facendo le visite giubilari, recitano le preghiere prescritte, è già stato detto nell'ultimo numero di questo Bollettino.

Essi si riassumono nel seguenti quattro punti:

1° ) Santificazione delle anime mediante la preghiera e la penitenza e incrollabile fedeltà a Gesù Cristo e alla Chiesa;

2° ) Azione per la pace e tutela dei Luoghi Santi;

3° ) Difesa della Chiesa contro i rinnovati attacchi dei suoi nemici e impetrazione della vera fede per gli erranti, gl'infedeli e i senza Dio;

4° ) Attuazione della giustizia sociale e opere di assistenza a favore degli umili e dei bisognosi.

* * *

Terminiamo queste brevi, note sulla natura e il significato dall'Anno santo e sull'indulgenza giubilare, osservando come a nessuno può sfuggire l'importanza del grande avvenimento.

Il S. Padre esorta tutti i suoi figli a venire a Roma in gran numero durante l'anno di espiazione; a Roma, che per ogni fedele d'ogni nazione è come la seconda patria, perché ivi è il luogo venerando dove fu sepolto il Principe degli Apostoli, dopo il suo martirio; ivi sono i sacri ipogei dei martiri, le celebri basiliche, i monumenti della fede avita e dell'avita pietà; ivi il Padre che li attende, con tenero affetto, a braccia aperte.

Quanti pellegrineranno a Roma vi troveranno consolazione, perdono e purificazione.

E da Roma si riverserà ancora su tutto il mondo la Carità di Cristo e la pace di Cristo.