Per la conoscenza del mondo contemporaneo

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( Continuazione )

3. L'operaio e il numero

Altro fattore notevole del mondo del lavoro moderno è il raggruppamento di molti individui in spazio relativamente limitato: raggruppamento reso necessario dal funzionamento del lavoro, avvenuto come già si disse, dopo l'avvento della macchina.

Ora in questa nuova comunità umana vi sono lavoratori con mansioni varie e propria gerarchia, dove però gli operai sono sempre prevalenti in quanto a numero.

Questi così riuniti agiscono gli uni sugli altri, scambiandosi spontaneamente impressioni, idee, notizie, portando le caratteristiche del singolo nella comunità, rendendo più gravi, perché più diffuse, le loro deficienze, il male individuale divenendo ora male di una società.

Quanto già si notò circa la mancanza di forte personalità nell'operaio, lo si può ripetere per la massa operaia, con l'aggravante che la carenza di sufficiente discernimento interiore e di fortezza morale rende agevole la diffusione e l'assimilazione di atteggiamenti falsi, insani e deprecabili.

È bene aver presente che la classe operaia, come del resto ogni ceto popolare e poco evoluto, sia soggetto a questo facile scambio di modi di essere e di pensiero.

Per altri, forse, onde ottenere determinati effetti, si imporrebbe una forma ragionata, sia pure attraverso una esposizione viva e sentita tale da convincere e far agire.

Per gli operai invece non occorre tanto.

" Fanno tutti così, dicono tutti cosi, pensano tutti così, e quindi faccio anch'io altrettanto ".

Ecco come si atteggia l'operaio vivendo, senza tanto approfondire con la riflessione il suo modo di vivere, adescato com'è dalla potente forza che è comunicata dall'esempio e dalla vita stessa dei compagni e di tutto l'ambiente di lavoro.

Chi non ha notato, per esempio, vivendo nell'officina e specialmente nella grande officina, il diffondersi e l'imporsi di espressioni a sfondo politico, di vocaboli programmatici con una fortuna ed una adesione generale non adeguata certo al loro valore intrinseco.

Si badi che, qualunque ne sia il significato quanto mai insulso e spropositato, banale o anche profondissimo, in quel momento è tutt'uno: il modo con cui lo si grida o sussurra, l'espressione del volto e l'atteggiamento della persona che lo accompagnano, gli imprimono un colore suo nuovo e proprio.

Esso allora non è che la bandiera, il motto che esplode unanime e che campeggia dinanzi a tutti, esprimendo l'odio o l'amore, la simpatia o l'avversione su qualcuno o su qualche cosa.

In fondo però questo non è altro che la rivelazione chiara dell'insoddisfazione personale e la denuncia di un profondo e generale squilibrio ulteriore.

Ora, pure confortandoci al pensiero delle eccezioni siano pure non rare a questo diffuso comportamento ognuno può benissimo rendersi conto del pericolo gravissimo insito in un tale modo di procedere e riscontrarne le conseguenze dirette nelle frequenti intemperanti manifestazioni politiche dei nostri giorni.

* * *

Anche sotto un altro punto di vista possiamo esaminare questa società di lavoratori che si spersonalizzano, ed è rilevando la vastità e complessità delle moderne industrie, le quali, come già vedemmo, riducono per lo più il lavoratore al grado di addetto macchine.

Con la conseguenza che il lavoratore, avvertendo confusamente la propria singola inferiorità e limitatezza ed essendo condotto a valutare invece tutto il complesso pei lavoratori nel suo insieme concluda nella radicata convinzione di essere forte soltanto per il numero e per l'azione comune.

Attualmente sente il suo lavoro svolgersi anonimo e senza riconoscimento, infima parte che si perde senza distinzione nel completamento del tutto.

Quasi gli pare di non essere più uomo completo, dovendo essere affiancato dal compagno e da tutti gli altri lavoratori nell'opera sua.

Favorito da questo clima di insoddisfazione il salario è dunque l'unica ricompensa dell'operaio, minimizzandosi attraverso la valutazione economica ogni altra più elevata considerazione.

Si dilegua così la nozione che il lavoro, qualunque esso sia, di per sé, arricchisce l'uomo, perché lo rende più completo spingendolo attraverso l'esercizio operoso allo sviluppo delle sue attitudini fisiche e spirituali e soprattutto costituendo « uno dei mezzi più importanti di santificazione, uno dei modi più efficaci per uniformarsi alla volontà divina e meritare il cielo ».

Così si esprimeva S.S. Pio XII rivolgendosi recentemente ad un gruppo di lavoratori.

E continuava: « Perciò vi è oggi tanto malcontento e tanta inconsistenza, tanta indifferenza, perché non si ha più la vera chiara idea del valore cristiano del lavoro, o almeno, essa non è più così viva negli animi ».

* * *

Le considerazioni che siamo andati esponendo ovviamente, ci impegnano moralmente a ricercare con ogni sforzo la soluzione a così gravi problemi: impegno che incombe specialmente a noi, nella nostra Scuola professionale.

Procureremo di concludere in tal modo, dopo di aver tratteggiato ogni aspetto della vita dell'operaio.

( Continua )

Catechista P. F.


S. Pio V, Pontefice Romano, … quando più infierivano gli spasimi ( dell'infermità che lo tormentava ), chiedeva e voleva vicino a sé un bel Crocifisso e, guardando al divin Paziente, supplicava: " Accrescete, o Gesù, i dolori, ma accrescete la pazienza ".

S. Em. G. B. Nasalli - Rocca di Corneliano  da Le Litanìe del S. Cuore di Gesù, Ed. Pia Società San Paolo, pag. 96.