L'Istituto dei F. S. C. e l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso …

B186-A4

Siamo lieti di pubblicare uno studio del Fr. Giovannino Verri sull'argomento di cui sopra, e mentre ne ringraziamo vivamente l'autore ci auguriamo che il suo esempio venga seguito da altri Fratelli.

Le relazioni che intercorrono tra i figli della stessa famiglia sono simili a quelle che legano e regolano i rapporti tra i « Fratelli » e i Catechisti dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.

Sono tutti figli dello stesso Padre, Giovanni Battista de La Salle, per lo spirito di Fede e di Zelo, di apertura sociale che li anima, per le finalità apostoliche che si prefiggono, per i mezzi di santificazione contenuti nelle Regole e Costituzioni.

E se differenza c'è, è quella di essere nati duecento anni più tardi e perciò con compiti consoni al loro tempo, poiché la Provvidenza dispone che nella Sua Chiesa nascano organismi che interpretino i segni dei tempi nuovi.

Ecco allora l'« Unione » inserirsi nel tessuto connettivo della società, capirne le esigenze e creare quelle opere che la caratterizzano come fermento di bene e testimonianza di una santità di formula nuova: non chiusi in conventi o in case religiose, ma viventi in mezzo ai fratelli quasi mimetizzati con loro, per insegnare con l'esempio e la parola come si possa ancora vivere integralmente il messaggio evangelico, trasfigurato dall'amore a Gesù Crocifisso e alla sua santissima Madre.

Perciò uniti ai « Fratelli » delle Scuole Cristiane, ma liberi di perseguire i fini del bene e di santificazione con mezzi propri, messi a disposizione del loro Istituto Secolare.

Che il servo di Dio Fratello Teodoreto, Prof. Garberoglio, avesse precorso i tempi, lo provano la fioritura di altri movimenti che al suo si ispirano, sia nel campo maschile che femminile, fermento di rinnovamento e di speranza per la Chiesa, così provata e contestata anche dai suoi figli prediletti, i sacerdoti e i religiosi.

( Non per nulla Gesù Crocifisso a Fra Leopoldo Musso, che era il tramite tra Lui e Fr. Teodoreto, alla piaga della mano destra chiedeva di pregare per la Chiesa e per i Sacerdoti, affinché « celebrassero santamente » e quella del piede destro perché « nelle congregazioni religiose germogliassero molti santi ».

Detto questo, diamo uno sguardo ai documenti che segnano in maniera inequivocabile le relazioni intercorrenti oggi, e quali siano le prospettive per il futuro.

I fratelli del Distretto di Roma durante l'Assemblea Gen. dei Catechisti

Mi servirò del « Memoriale » fatto pervenire, in lingua francese, a tutti i 123 Fratelli deputati al 39° Capitolo del 1966, e della Circolare n. 328 del Sup. Gen. Athanase Emile del 19 marzo 1949, del volume biografico sul Fr. Teodoreto scritto dal Fr. Leone di Maria, allora Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione dei Fratelli morti in concetto di santità.

La « Magna Charta » che regola i rapporti tra la Congregazione dei Fratelli e l'Unione Catechisti, è proprio la circolare « La pieuse Union de Jésus Crucifié et de Marie Immaculée », datata il 19-3-1949.

È la forma più solenne contemplata nella prassi lasalliana ( quasi fossero lettere credenziali ) quella usata dal Superiore Generale: un documento che fa conoscere a tutti i Fratelli sparsi nel mondo ( nel 1949 erano 18.000, in 67 Stati, con 550.000 alunni, in 1.670 Istituti ) che cosa sia l'« Unione » e quali siano le sue attività, e i doveri che ne derivano e riguardo ai Fratelli nei nostri riguardi.

Ma già fin dal 1936 nella circ. 300 il Sup. Gen. Fr. Junien-Victor accennava all'Unione, e giudicava cosa buona, dopo il favorevole parere del Regime ( il massimo organo deliberativo della Congregazione ), di concedere le « lettere d'affiliazione ».

Nel contempo ecco la « Provida Mater Ecclesia » che presiede alla nascita e allo sviluppo degli istituti secolari e il complemento alla medesima lettera, il Motu Proprio « Primo feliciter » ( 2-3-48 ) e l'Istituzione « Cum Sanctissimus » della Congregazione dei Religiosi ( 19-3-48 ) che davano loro un riconoscimento giuridico.

Ma qui c'interessa in modo particolare sottolineare questo passo della « Provida Mater »: « Gli Istituti secolari si sono moltiplicati in unione più o meno stretta con religiosi o società religiose »: è proprio il caso dell'Unione Catechisti ( pag. 9 Circ. citata ).

« Ha germogliato all'ombra dell'albero lasalliano: le sue Costituzioni, il suo spirito, le sue attività sono vivificate dalla medesima linfa che S. Giov. Batt. de La Salle, infuse nella sua opera religiosa, ed educatrice, e le piace dimostrare che i legami che l'uniscono al nostro Istituto non sono solamente quelli che risultano dalla lettera d'affiliazione che gli concesse il nostro immediato predecessore tredici anni fa.

È come un « fratello primogenito » che noi vi presentiamo oggi, nella persona di questo giovane Istituto, e vedrete che i suoi membri possono legittimamente dire con noi: « Sancte Pater Joannes Baptista, ora prò nobis » ( circ. n. 328, pag. 10 ).

Non credo superfluo inserire qui il documento, a cui accenna la circolare, « dell'affiliazione », che è la formula più solenne con la quale si vuoi esprimere l'attestazione più alta di riconoscenza, d'affetto, d'ammirazione per una persona particolarmente benemerita della Congregazione.

Ma che l'affiliazione avvenisse « in massa » rappresentava una novità assoluta nella storia lasalliana di tre secoli ( Fr. Leone, Vita di Fr. Teodoreto, pag. 274 ).

« Noi, sottoscritto, Superiore dei fratelli delle Scuole Cristiane, ai cari Congregati della Unione del SS. Crocifisso e di Maria Immacolata, salute, pace, amore in Nostro Signore Gesù Cristo.

Conoscendo la pietà e lo zelo che la Congregazione dei Catechisti del SS. Crocifisso e dell'Immacolata Vergine Madre dispiegano per la gloria del Divin Redentore, sapendo il loro ardente desiderio d'appartenere spiritualmente alla famiglia di S. Giovanni Battista de La Salle, della quale osservano, secondo le loro condizioni, i regolamenti, tanto per la loro santificazione personale che per il loro apostolato catechistico presso i fanciulli e i giovani, noi desideriamo dare a questa Opera che ci è tanto cara una testimonianza della nostra particolare benevolenza.

In conseguenza, con le presenti Lettere d'Affiliazione, Noi rendiamo i nostri Congregati partecipi ai meriti delle Comunioni, orazioni, preghiere, digiuni, lavori per l'educazione cristiana della gioventù e di tutte le altre buone opere che, con l'aiuto di Dio, saranno compiute nel nostro Istituto.

Che il Signore nella Sua misericordia degni confermare quest'affiliazione e i vantaggi spirituali che Noi attribuiamo in virtù dell'autorità che ci è stata data dall'Istituto.

Noi gli domandiamo che, supplendo alla nostra insufficienza, per i meriti del SS. Bambino Gesù, di Maria Immacolata, di S Giuseppe e del nostro santo Fondatore Giovanni Battista de La Salle, voglia colmare i Congregati della pia Unione di grazie e di benedizioni in questa vita e di coronare poi i loro meriti nella gloria eterna.

Copiosi suffragi saranno assicurati quando avranno raggiunto il termine del loro pellegrinaggio nella terra d'esilio.

Dato a Lembecq-lez-HaI, nella nostra Casa Madre il, 21 novembre dell'anno di grazia 1935 - Festa della Presentazione di Maria.

Fr. Jtinien-Victor

La solennità della consegna delle Lettere di Affiliazione avvenne il 2 febbraio 1936 nell'Istituto Arti e Mestieri di Corso Trapani, appena inaugurato, durante la quale si pose in evidenza quanto il concetto di affiliato fosse ben superiore a quelli di cooperatori e di terziari.

E a suggello della suggestiva cerimonia, il presidente Tessitore e tutti i Congregati abbracciarono il Fr. Costanzo Scudo, Visitatore, il Fr. Ippolito Casassa Direttore e tutti i Fratelli presenti.

Erano veramente Confratelli.

Il cronista ( che è un Catechista ) non nomina neppure il Fr. Teodoreto che non prese la parola.

C'era sicuramente, ma aveva imparato così bene il motto scomparire, che riusciva a non lasciarsi scorgere neppure nei giorni della sua maggior gloria.

E poi gli premeva tanto che i Catechisti imparassero a fare da sé: ragione vera o pretesto utile per potere più e meglio sempre scomparire ( Fr. Leone op. cit. pag. 272 e 273 ).

Ma la stretta unione che lega l'« Unione » ai Fratelli è testificata dagli art. 7 - 10 - 12 - 97 - 135 delle Regole dell'« Unione » dove è detto: « l'Unione, avendo come culla l'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, i Catechisti, a ricordo della loro origine, avranno cordiali e deferenti relazioni con il detto Istituto, al quale sono affiliati …

I Catechisti, per vivere secondo le loro Regole devono principalmente esercitarsi a considerare ogni cosa con lo spirito di fede, a compiere ogni azione con la mira a Dio, a riconoscere dalla sua mano tutto ciò che loro accade …

I Catechisti animeranno tutta la loro condotta col triplice spirito di fede di umiltà e di zelo che sono propri del loro Istituto ( confr. con le Regole dei Fratelli delle Scuole Cristiane, cap. II, art. II ).

Un fratello delle S.C. partecipa ai lavori dell'Assemblea Generale dell'« Unione » come Consigliere, col titolo di Assessore Generale, che a voce consultiva tanto nel Consiglio Generale come nell'Assemblea Generale ( circ. Pag. 10-13 ).

E nella circolare n. 354 del 16 luglio 1956 sui risultati del Capitolo Generale: « L'Unione del SS. Crocifisso e di Maria Immacolata: parecchi interventi attirano l'attenzione dei Fratelli Capitolanti sopra questa opera eccezionale che ha dato origine a un Istituto Secolare affiliato alla nostra Congregazione.

Noi ci auguriamo che siano molti i Fratelli che vi si interessino, promuovendo tra i loro allievi, i loro giovani ex-allievi questo ideale evangelico ( pag. 71-72 ).

Del resto un altro documento ( circ. n. 371 del 2-2-1962: la nostra missione di catechisti ) si esprime così: a parecchie riprese i nostri predecessori e noi stessi abbiamo avuto l'occasione di presentare all'Istituto questa Opera che gli è unita con i legami più stretti.

Ci rallegriamo dei suoi progressi e auspichiamo che il suo campo d'azione si estenda anche al servizio dell'educazione alla fede dei figli del popolo.

Possa, l'Unione Catechisti, suscitare dappertutto presso i nostri Fratelli una attiva simpatia e una generosa volontà di cooperazione ( pag. 127 ).

Ma qualora avessimo ancora bisogno d'una riprova sulla stretta unione tra Catechisti e Fratelli, e come il suo spirito i suoi fini e i suoi mezzi, possano essere applicati oltre i confini dell'Italia, ecco la circ. n. 380 del 6-1-1965 « Il Concilio e noi » che dice: Il distretto di Barcellona ( Spagna ) possiede una sezione molto attiva dell'Istituto secolare dei Catechisti, sezione ufficialmente riconosciuta con un decreto dell'Arcivescovo di Barcellona: ha un inizio pieno di promesse.

I membri della sezione si dedicano a parecchie attività apostoliche molto efficienti: corsi serali, insegnamento nei nostri collegi, catechismo nei quartieri poveri … quanto sarebbe auspicabile di vedere questa creazione del nostro santo Fr. Teodoreto, conosciuta, apprezzata e realizzata in tutte le nostre Provincie Religiose » ( pag. 36-37 ).

Ci si potrebbe ancora diffondere nella citazione di altri documenti, ma penso che sia superfluo il farlo.

Quanto si è detto fin qui, è più che sufficiente per dimostrare quanto l'« Unione » sia strettamente legata alla Congregazione dei F.S.C.

Visto questo sul piano teorico, scendiamo su quello pratico: La circolare 328 più volte citata, dopo aver parlato delle principali realizzazioni dell'Unione ( Messa del Povero, - Casa di Carità Arti e Mestieri - Catechismi parrocchiali … ) propone considerazioni che dobbiamo rileggere, meditare, e dire se mai anche il mea culpa per il passato e fare una solenne promessa per il futuro.

Dice adunque ( pag. 20 ) « Non c'è forse in questo fatto una lezione della Provvidenza a nostro riguardo e una dimostrazione sperimentale che le scuole gratuite restano possibili oggi come ieri?

Checché ne sia, come non concedere intera simpatia a questa Unione Catechisti che ci ricorda tanto bene l'essenza della nostra missione e l'orientamento principale da im-primere alle nostre attività, per non essere infedeli al pensiero del nostro beato Padre e realizzarle in pieno?

Senza timore d'ingannarci possiamo credere che dall'alto del Cielo Egli, il grande amico dell'infanzia e della giovinezza povera, la guarda con singolare compiacenza.

« Un primo dovere che si presenta di fronte all'Unione Catechisti, è quello di chiederci se non è il caso di modificare le nostre idee nel senso indicato, di verificare cioè la misura del nostro amore per gli alunni più poveri, d'umile condizione e della nostra stima per le comunità che educano figli del popolo, se l'obbedienza ci ponesse in tali condizioni » e detto ai Fratelli Visitatori di fare più posto a questa categoria di scuole popolari, continua: « Un secondo dovere verso l'Unione è quella di favorire per quanto è possibile il suo sviluppo.

Non è forse vero che l'apostolato dei Catechisti viene a completare provvidenzialmente il nostro? …

Esso potrebbe appoggiare efficacemente le nostre attività in certi posti, e anche supplire se le circostanze qua e là venissero a contrariarlo e impedirlo « I Catechisti sono ottimi compagni di viaggio che la Provvidenza ci ha inviato ».

E allora: Creare dapprima nelle nostre scuole sezioni di iscritti e di zelatori della Devozione a Gesù Crocifisso, poi con i migliori di essi formare un nucleo di allievi catechisti che diverranno più tardi Catechisti effettivi e Catechisti anziani, fra i quali il Signore susciterà probabilmente, come per il passato, delle vocazioni alla vita perfetta, come è appunto quella dei Catechisti Congregati dell'Unione.

Terzo dovere: quello di lavorare con l'« Unione » a propagare la devozione al SS. Crocifisso: « Voglio che tutto passi ai Fratelli - ho dei Fratelli che mi sono molto cari: se sapessi quanto li amo.

Verranno in tuo aiuto ( 10 settembre 1906 il Crocifisso a Fra Leopoldo ).

« La pianta della pia Unione dei giovani e dell'adorazione al SS. Crocifisso voglio rimanga ai Fratelli ( 6-3-1915 )

« Signore, fate che per mezzo dei Fratelli sia propagata con amore e fede la Vostra santa devozione adorazione ( 13-11-1913 ) ».

Di questo foglio che ormai è tradotto in diciotto lingue vennero distribuite gratuitamente a tutt'oggi forse 15 milioni di copie.

Tante, se si vuole, ma poche se consideriamo il numero dei cattolici del mondo.

( E ognuno di noi Fratelli o Congregati quante copie ne ha diffuso? )

Nella circ. 328 a pag. 28 troviamo la naturale conclusione del nostro breve articolo: « Dobbiamo interessarci dell'Unione Catechisti in tutte le nostre province religiose, pregando perché il Signore la benedica con la santificazione dei suoi membri, la fecondità del suo apostolato e il suo sviluppo.

Vedremmo con piacere che su tutte le nostre riviste periodiche o bollettini d'istituti ed ex-allievi, si scrivesse un articolo sull'opera di Torino.

Ed infine rinnoviamoci nella devozione a Gesù Crocifisso e facciamocene apostoli attorno a noi.

E come in ogni mese c'è una giornata delle buone vocazioni, e ogni anno quello della madre … perché non si potrebbe aggiungere in tutte le nostre case la giornata annuale del SS. Crocifisso?

E i catechisti a loro volta chiedono ai Fratelli di essere compresi, guidati, appoggiati, aiutati ( v. « Ai Fratelli Capitolani » pag 6 ).

E i Fratelli, a loro volta, eredi dello spirito del Fr. Teodoreto riconsiderino alla luce del Crocifisso il loro atteggiamento verso l'Unione: Francamente si dovrà constatare che molto di più avrebbero dovuto fare nel passato!

Si è molto discusso, scritto, ma poco realizzato.

E se la provincia torinese come del resto molte altre, attraversa un triste periodo di crisi ( purtroppo non di crescenza ) non potrebbe essere perché si sono chiuse le orecchie ai reiterati pressanti inviti di quelle anime sante di Fra Leopoldo e di Fr. Teodoreto?

Vogliamo riprendere lo slancio vitale verso un avvenire migliore per il nostro istituto?

Forse di qui bisogna partire.

Farci tutti apostoli del Crocifisso, accogliere in pieno le direttive indicate dai nostri documenti normativi e dalle circolari ora ricordate, per affrettare i tempi preconizzati dal nostro Fr. Teodoreto quando disse: « La fioritura verrà dopo la mia morte ».

Fr. Giovannino Verri