A 20 anni dal decreto sull'apostolato dei laici - 18-11-1965

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Rispondere volentieri, con generosità e con slancio alla voce di Cristo

« Il Sacro Concilio volendo rendere più intensa l'attività apostolica ( Apostolicam Actuositatem ) del Popolo di Dio, con viva premura si rivolge ai fedeli laici ».

Con queste parole inizia il Decreto « Apostolicam Actuositatem », ossia il Decreto sull'Apostolato dei Laici promulgato il 18 novembre 1965 dal Concilio Vaticano II.

Già in altri Documenti conciliari il Concilio aveva ricordato la parte propria e assolutamente necessaria che essi hanno nella missione della Chiesa.

« L'Apostolato dei Laici, infatti, derivando dalla loro stessa vocazione cristiana, non può mai venir meno ».

« Felice il Concilio Vaticano II che ha messo in luce la vostra " vocazione di laici ", articolandola sulla vita dell'insieme del popolo di Dio!

Non ho bisogno di citarvi la Costituzione " Lumen Gentium " ( n. 30-38 ), ne il Decreto " Apostolicam Actuositatem " che devono restare la carta dei vostri diritti e doveri nella Chiesa »: così Giovanni Paolo II disse nel 1980 ai responsabili dei movimenti di apostolato di Francia.

Ed ancora, nel 1979 ai laici di Roma: « Se qualcosa chiedo al laicato di Roma e del mondo, è che si tengano sempre d'occhio questi splendidi documenti dell'insegnamento della Chiesa contemporanea ( Lumen Gentium, Gaudium et spes, Apostolicam Actuositatem ): essi definiscono il senso più profondo dell'essere cristiani.

Questi Documenti meritano ben più che d'essere semplicemente studiati e meditati: se non si cerca in essi l'appoggio, è quasi impossibile capire e realizzare la nostra vocazione e, in specie, la vocazione dei laici, il loro particolare apporto alla costruzione di quel Regno che pur non essendo  « di questo mondo » esiste tuttavia quaggiù perché è in noi. E, in particolare, è in voi: laici! ».

Il XX anniversario dell'« Apostolicam Actuositatem » non può non essere sia un momento di ringraziamento per il cammino fatto in questi anni a livello di crescita, sia un momento di rinnovata presa di coscienza degli impegni da affrontare per essere capaci di « un apostolato originale e creativo impregnato di sapienza divina ».

Il Papa ci ricorda che il tema del « laicato » e dell'« apostolato dei laici » è una delle principali eredità del Concilio Vaticano II ed è anche l'avvenire della Chiesa: questo impegna particolarmente nella linea della catechesi e della formazione permanente, sia a livello personale che associativo.

Essere « sale della terra » e « luce del mondo » significa accettare che la vocazione cristiana è vocazione all'apostolato ( O.R. 18-19, nov. 1985 ).

È quindi necessario che in questo anniversario riprendiamo in mano il Decreto « Apostolicam Actuositatem » per una rinnovata presa di coscienza dei principi ispiratori e delle linee orientative che devono animarci nella nostra testimonianza di laici impegnati nelle realtà del mondo e come al di dentro del mondo in cui viviamo.

Già il Decreto ricorda che « le circostanze esterne richiedono che l'apostolato dei laici sia più intenso e più esteso.

Infatti l'aumento della popolazione, il progresso scientifico e tecnico, le relazioni umane che si fanno sempre più strette, non solo hanno allargato straordinariamente lo spazio dell'apostolato dei laici, in gran parte, accessibile solo ad essi, ma hanno anche suscitato nuovi problemi che richiedono il loro sollecito impegno e zelo ».

La massa a cui recare il sapore cristiano, lo spazio da illuminare si sono enormemente ingranditi: lo sforzo, l'inventiva, l'impegno devono perciò farsi più intensi e creativi per seguire questo sviluppo.

Il Decreto consiste in un proemio, in 6 capitoli e in una esortazione conclusiva.

È impossibile, in breve spazio, riprendere tutti i temi trattati, anche perché ogni capitolo comprènde vari sottotitoli, 32 in tutto: è un campo vastissimo che affronta problemi di ampia portata, ognuno dei quali merita un adeguato commento e una attenta meditazione.

Cercheremo quindi soltanto di tracciare le linee orientative che a noi paiono più significative, condensando e accennando appena ai temi fondamentali.

Il primo tema è quello che traccia i fondamenti dell'apostolato dei laici: « i laici derivano il dovere e il diritto all'apostolato dalla loro stessa unione con Cristo Capo ».

È nella vita di unione con Cristo, Capo della Chiesa, che il laico trova la sua ragione e motivazione di apostolato: egli deve quindi esercitarlo nella fede, nella speranza, nella carità: virtù che lo Spirito Santo diffonde nel cuore di tutti i membri della Chiesa.

« Aprite il cuore a Cristo! »: è qui la base dell'impegno apostolico.

Più saremo ricolmi di Cristo, più vivremo la vita di Cristo, più efficace sarà il nostro apostolato!

« Questa vita di intimità con Cristo si alimenta nella Chiesa con gli aiuti spirituali comuni a tutti i fedeli, soprattutto con la partecipazione attiva alla Sacra Liturgia ».

Senza il cuore pieno di Cristo il lavoro del laico sarà un vano agitarsi, un agire inconcludente, un costruire senza fondamenta.

Non siamo noi stessi, sia pur con le nostre ottime qualità, che dobbiamo presentare ai nostri fratelli, ma è il volto di Cristo e questo deve essere riflesso dal nostro intimo!

A questo devono aggiungersi anche quelle doti naturali che possono essere di sostegno ad una efficacia apostolica e cioè « competenza personale, senso della famiglia e del senso civico e di quelle virtù che riguardano i rapporti sociali, cioè la probità, lo spirito di giustizia, la sincerità, la cortesia, la fortezza d'animo: virtù senza le quali non ci può essere neanche vera vita cristiana ».

I fini dell'apostolato dei laici vengono poi definiti nella evangelizzazione e nella santificazione, nell'animazione cristiana dell'ordine temporale, nell'azione caritativa.

Sono campi immensi aperti ad ogni laico e di cui ogni laico deve coltivare il piccolo tratto nel quale agisce e vive.

È lì, dove Dio l'ha posto, che deve fiorire: è dove esercita il proprio lavoro che deve produrre frutto senza sognare campi illimitati che finiscono per diventare più utopia che realtà e serio impegno.

Coltiva con amore il campo che Dio ti ha affidato: la tua famiglia, l'ambiente di lavoro, la società che frequenti, la casa in cui vivi.

Quando il tuo impegno in questi campi a te più vicini sarà validamente applicato, allora potrai allargare i tuoi orizzonti a più ampio apostolato.

I vari campi di apostolato sono così individuati: « I laici esercitano il loro multiforme apostolato sia nella Chiesa che nel mondo.

Su questo duplice fronte si aprono svariati campi di attività apostolica di cui qui vogliamo ricordare i principali.

Essi sono le comunità della Chiesa, a cominciare dalla Parrocchia, e coltivino costantemente il senso della Diocesi e procurino di allargare il loro impegno nell'ambito interparrocchiale, interdiocesano, nazionale e internazionale e facciano proprie le opere missionarie, fornendo aiuti materiali o anche personali ».

È una partecipazione, secondo le proprie possibilità, alla vita di tutta la Chiesa che è nel mondo e di cui i laici sono membri.

Vi è la comunità familiare in cui i coniugi « sono cooperatori della grazia e testimoni della fede reciprocamente e nei confronti dei figli e di tutti gli altri familiari.

Le famiglie cristiane, le quali in tutta la loro vita si mostrano coerenti con il Vangelo e mostrano con l'esempio cosa sia il matrimonio cristiano, offrono al mondo una preziosissima testimonianza cristiana, sempre e dovunque.

Particolare attenzione deve essere posta nell'apostolato fra i giovani, procurando d'instaurare con i giovani un dialogo amichevole, stimolando i giovani all'apostolato anzitutto con l'esempio e, all'occasione, con il prudente consiglio e con il valido aiuto.

L'ambiente sociale è pure campo privilegiato di apostolato, informando dello spirito cristiano la mentalità e i costumi, le leggi e le strutture della comunità in cui vive: questo è un compito e un obbligo proprio dei laici che dagli altri non può mai essere debitamente compiuto ».

Si accenna poi all'ordine nazionale e internazionale in cui il campo è vastissimo.

Quali i modi di apostolato che i laici possono esercitare sia individualmente sia uniti in varie comunità e associazioni?

L'apostolato individuale può essere esercitato nelle diverse condizioni di vita in cui il cristiano si trova a vivere.

L'apostolato in forma associativa si mostra come segno della comunione e dell'unità della Chiesa in Cristo che disse: « Dove sono due o tre riuniti in mio nome, io sono in mezzo a loro » ( Mt 18,20 ), ed è grande la varietà delle associazioni di apostolato che si apre al laico secondo la propria inclinazione e secondo la propria disponibilità.

In quanto all'ordine da osservare nell'apostolato il Decreto tratta dei rapporti con la Gerarchia a cui « spetta promuovere l'apostolato dei laici, fornire i principi e gli aiuti spirituali e invita i Vescovi, i parroci e gli altri sacerdoti dell'uno e dell'altro clero a lavorare " fraternamente con i laici nella Chiesa e per la Chiesa " e ad avere " una cura speciale dei laici nel loro lavoro apostolico " ».

La formazione all'apostolato è il tema dell'ultimo capitolo in cui si rileva la sua necessità, si indicano i principi, gli incaricati, i sussidi.

Viene posta come base una forte formazione spirituale che deve essere « perfezionata lungo tutta la vita a misura che lo richiedono i nuovi compiti che si assumono ».

Ad essa deve sempre essere congiunta la formazione umana e la preparazione dottrinale.

Ogni formazione deve essere adattata ai diversi tipi di apostolato.

Nell'Esortazione finale « il Sacro Concilio scongiura nel Signore tutti i laici a rispondere volentieri, con generosità e con slancio di cuore, alla voce di Cristo, che in quest'ora li invita con maggior insistenza, e all'impulso dello Spirito Santo.

È il Signore stesso infatti che ancora una volta per mezzo di questo santo Sinodo invita tutti i laici ad unirsi sempre più intimamente a Lui e, sentendo come proprio tutto ciò che è di Lui si associno alla sua missione salvifica.

È ancora Lui che li manda in ogni città e in ogni luogo dov'Egli sta per venire, affinché gli si offrano come cooperatori nelle varie forme e modi dell'unico apostolato della Chiesa, che deve continuamente adattarsi alle nuove necessità dei tempi, lavorando sempre generosamente nell'opera del Signore, sapendo bene che faticando nel Signore non faticano invano ».

Il Signore Gesù ti chiama e sa che se rispondi generosamente ti impegna tutto, anima e corpo: come rispondi a Lui che è venuto e ha sacrificato tutto Se stesso per te sulla Croce?

Medita su questo, ogni tanto, nella tua vita; se sei giovane e la trovi vuota sii sicuro che la riempirai nella gioia della donazione, se sei adulto sii certo che quanto hai fatto finora è la sola tua ricchezza che puoi ancora aumentare.

Fr. G.