Catechismo degli Adulti

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Minacce di morte

Cat. Chiesa Cat. 557; 587-591

225 Gli avversari

I Vangeli ci consentono di individuare con buona approssimazione la dinamica che portò alla crisi del ministero di Gesù.

Il progetto del Regno, che si attua nella conversione incondizionata a Dio e all'uomo, appariva poco concreto alle folle: non rispondeva alle attese di riscatto nazionale e di benessere materiale.

Dopo gli entusiasmi iniziali, esse cominciarono a diradarsi.

Quanto alle autorità e agli appartenenti ai circoli elitari, sebbene tra loro ci fosse chi credeva in Gesù di nascosto, ( Gv 12,42 ) erano in genere sempre più ostili verso di lui e consideravano religiosamente deviante la sua attività, anche se egli frequentava le sinagoghe e il tempio, e si comportava ordinariamente come un giudeo devoto.

Tra i farisei, la cui influenza nelle sinagoghe era predominante, non pochi erano in preda a crescente inquietudine e irritazione. ( Gv 9,16 )

Secondo costoro, Gesù sovvertiva la Legge, violava il sabato, praticava la magia con la forza del demonio per sviare il popolo.

Per questi reati era prevista la pena di morte, mediante lapidazione. ( Es 31,14; Es 35,1-2; Lv 20,27; Nm 15,32-36 )

Sadducei e anziani, o notabili, che controllavano il sinedrio di Gerusalemme, suprema assemblea della nazione, erano sempre più allarmati per la sua contestazione del tempio: un falso profeta, che bestemmiasse contro la legge di Mosè e il tempio, meritava di morire. ( Dt 13,6; Dt 18,20; Ger 26,8-11 )

Per di più si trattava di un profeta pericoloso per la notevole popolarità di cui ancora godeva, come aveva dimostrato l'ingresso messianico a Gerusalemme.

I devoti osservanti, a qualunque gruppo appartenessero, educati come erano al rispetto dell'assoluta trascendenza di Dio, facilmente rimanevano scandalizzati di fronte a un uomo che si attribuiva un'autorità pari a quella di Dio. ( Mc 2,7; Gv 8,58-59; Gv 10,30-33 )

Questi risentimenti presero corpo in un complotto contro Gesù e in una prima condanna da parte del sinedrio, mentre egli si teneva nascosto. ( Mt 26,3-5; Mc 14,1-2; Gv 11,47-50.57 )

Bisognava però arrestarlo senza dare nell'occhio, per non provocare tumulti tra la folla dei pellegrini galilei che lo consideravano un profeta.

Giuda, con il suo tradimento, offrì la possibilità di arrestarlo a colpo sicuro. ( Mt 26,14; Mc 14,10 )

226 La consapevolezza di Gesù

Da tempo Gesù si rendeva conto del rischio mortale.

Ripetutamente aveva affermato che quanti si convertono al Regno vanno incontro a persecuzioni: a maggior ragione la stessa sorte sarebbe toccata a lui; tanto più che anche Giovanni Battista era stato ucciso, per ordine di Erode. ( Mt 14,1-2; Mc 9,12-13; Lc 13,31 )

Nei Vangeli troviamo numerose predizioni di Gesù riguardo a un suo futuro di sofferenza: alcune sono allusive; ( Mt 23,29-32; Mc 10,38-39; Mc 12,1-8; Lc 11,48-51; Lc 12,49-50; Lc 13,32-34 ) tre sono piuttosto dettagliate, ( Mc 8,31; Mc 9,31; Mc 10,33-34 ) rese probabilmente più esplicite dai discepoli alla luce degli eventi compiuti.

Gesù dunque è consapevole del pericolo; ma gli va incontro con decisione: "Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore" ( Mc 10,32 ).

Il pericolo non indebolisce la sua fedeltà a Dio e non rallenta i suoi passi.

227 L'ostilità contro Gesù fu alimentata da quanti, senza comprenderne le opere e l'insegnamento, lo considerarono un sovvertitore della religione e un pericoloso agitatore di folle.

Gesù era consapevole della morte che lo attendeva, ma andò incontro ad essa con coraggio, per essere fedele a Dio.

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