Catechismo degli Adulti

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L'ultima cena

Cat. Chiesa Cat. 610-611; 1323; 1333; 1337-1344

228 Festa del Regno che viene

Al sopraggiungere della pasqua ebraica, ( Es 12,1-13,16 ) Gesù si mette a mensa con i Dodici, ( Mc 14,17 ) che rappresentano l'Israele degli ultimi tempi, e durante il banchetto manifesta il suo atteggiamento davanti alla morte imminente.

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229 Innanzitutto testimonia una certezza: il regno di Dio verrà comunque, il raduno di Israele proseguirà. ( Is 40,10-11; Is 66,18; Zc 9,9-10 )

La cena pasquale ebraica, memoriale della liberazione dall'Egitto e rendimento di grazie per le meraviglie compiute da Dio in occasione dell'esodo, aveva sempre più accentuato, con il passare dei secoli, il carattere di attesa della liberazione definitiva e della venuta del regno di Dio.

Da parte sua, Gesù ha già celebrato più volte la festa del Regno con pubblici conviti; l'ha già presentata in una parabola come un banchetto, che rischia di fallire per il rifiuto degli invitati, ma poi ottiene uno splendido successo. ( Lc 14,16-24 )

Ora, di fronte alla incombente minaccia di morte, egli celebra il banchetto, nella ferma fiducia che il Regno sta venendo, nonostante l'apparente fallimento: "Da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio" ( Lc 22,18 ).

I Dodici sederanno ancora a mensa con lui; le dodici tribù si raccoglieranno nell'unità intorno a lui: neppure la morte potrà impedirgli di offrire commensalità e comunione ai suoi amici.

Dio infatti "non è un Dio dei morti ma dei viventi!" ( Mc 12,27 ) e non abbandona i giusti nella morte.

230 Dono di se stesso

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Gesto di speranza è dunque l'ultima cena.

Ma ancor più è gesto di autodonazione per la salvezza dell'umanità.

Mentre mangiavano, Gesù "preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me".

Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi"" ( Lc 22,19-20; Mt 26,26-29; Mc 14,22-24; 1 Cor 11,23-26 ).

Spezza il pane e versa il vino, come tra gli ebrei faceva qualsiasi padre di famiglia; ma con la sua parola trasforma il pane nel suo corpo "dato" e il vino nel suo sangue "versato"; trasforma questi elementi basilari del nutrimento dell'uomo nella sua stessa persona, che si dona per la salvezza degli uomini.

Identificandosi con la figura del Servo di JHWH, si consegna alla morte per i Dodici e per il popolo da essi rappresentato; si offre perché il raduno di Israele si riapra, nonostante il rifiuto ostinato e omicida, e tutte le nazioni della terra siano chiamate alla salvezza. ( Is 52,15; Is 53,6-8.11-12 )

Per circa tre anni instancabilmente Gesù ha operato perché gli uomini riscoprissero Dio come Padre di tutti: dei poveri, dei discriminati, dei peccatori, dei nemici, di quelli che soffrono e di quelli che fanno soffrire.

Per rivelare il volto misericordioso di lui, ha contestato il sistema religioso vigente e si è esposto alla morte.

Ora fa della morte il compimento del suo servizio; va incontro ad essa in atteggiamento di solidarietà verso tutti, compresi i suoi persecutori; e così rimane fedele al suo Dio, compie la sua volontà e a lui si abbandona fiducioso, perché il Regno venga, come vittoria definitiva dell'amore e della vita, come nuova ed eterna alleanza, per Israele e per l'umanità intera. ( Gv 11,51-52 )

231 Durante la cena Gesù ha voluto anche lavare i piedi dei suoi discepoli, ( Gv 13,1-15 ) e ha detto "Io sto in mezzo a voi come colui che serve" ( Lc 22,27 ): un gesto e una parola che sintetizzano il senso della sua vita e della sua morte, come servizio a Dio a favore dell'umanità; un appello ai credenti perché seguano il suo esempio e diano testimonianza ogni giorno all'amore senza limiti con cui Dio ha amato il mondo.
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La cena viene ad essi consegnata come "memoriale", ricordo e attualizzazione, nel rito, della sua dedizione: "Fate questo in memoria di me" ( Lc 22,19 ).

Dall'eucaristia, sacramento del suo sacrificio, riceveranno forza per fare di se stessi un dono al Padre e ai fratelli.

232 Nell'ultima cena Gesù manifesta il suo atteggiamento davanti alla morte: ferma fiducia che il regno di Dio verrà in pienezza e consegna di se stesso per la salvezza di tutti.
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