Convegno ecclesiale di Verona

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Gruppo di studio 5 Ambito: vita affettiva

Sintesi dei lavori

Moderatore: Ina Siviglia Sammartino, professore incaricato di antropologia teologica alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, Palermo

Segretario: Giovanni Marogna, medico, Verona

17-18 ottobre 2006

1. Considerazioni generali

La vita affettiva si rivela un ambito di grande interesse, offerto dalla sensibilità postmoderna, come sfida e opportunità di dialogo sul senso integrale della vita umana.

È una dimensione antropologica che riguarda l'uomo nella duplice relazionalità orizzontale e verticale.

Il comandamento dell'amore si incarna nella concretezza di un'affettività equilibrata e ricca.

È corredo vitale della persona umana, dono di Dio, con una sua intelligenza intrinseca che ha il compito di condurre l'uomo fuori da sé verso l'altro.

Il nostro Dio è un Dio - Amore, che si è rivelato innamorato e appassionato dell'umanità e che ha dato la vita per la salvezza di essa.

L'esperienza del peccato e la ferita che esso ha prodotto in particolare nella vita affettiva mostra la grandezza dell'opera della redenzione, e la ricchezza della vita sacramentale per i cristiani.

Il sacramento della riconciliazione ha l'effetto della guarigione e fonda la capacità di perdono tra le persone in situazione di conflitto.

L'incarnazione costituisce la chiave di lettura dell'universale umano e in particolare del senso e della qualità della vita affettiva.

Gesù ha mostrato nella sua vita terrena con gesti e parole la sua capacità di farsi prossimo all'uomo in qualunque situazione, specialmente di fragilità affettiva ( adultera, samaritana, Maddalena, il giovane ricco … ).

L'affettività è luogo privilegiato per vivere e testimoniare il mistero pasquale con la sua carica di speranza.

La Parola di Dio costituisce la luce che illumina ogni vita, che aiuta a discernere la bontà delle scelte, che corrobora la fedeltà nella prova e che orienta tutta la vita terrena verso l'orizzonte escatologico, dando senso e valore a ogni esperienza autenticamente umana.

Fondare la vita affettiva su Cristo morto e risorto significa porre le premesse per una piena umanizzazione e per una testimonianza risplendente di speranza.

È questo fascino del divino che traspare dall'amore umano ciò di cui ha fame e sete l'uomo contemporaneo.

L'ambito dell'affettività si interseca con tutte le dimensioni del vivere umano, ma in particolare con la fragilità e la trasmissione della fede.

È da attribuire in parte al mancato afflato affettivo nella comunicazione dell'esperienza di fede la difficoltà di trasmissione da una generazione all'altra del credo religioso e dei valori coerenti con esso.

2. Riflessione sull'esperienza: elaborare

L'uomo contemporaneo, se da una parte avverte l'urgenza di relazioni significative, dall'altra corre il rischio di derive di sentimentalismo, intimismo ed edonismo collocando la vita affettiva fuori dall'orizzonte etico e religioso a essa inerenti; eros e agape vanno posti in un dinamismo circolare.

Mentre in passato la sfera dell'affettività era relegata nel privato, oggi si vive a diversi livelli: personale, familiare, ecclesiale e sociale.

Ambiguità e aspetti problematici:

1) a livello personale: frammentazione dell'essere umano, difficoltà per gli adolescenti a identificarsi e accettarsi sessualmente, fatica a sperimentare l'intimità a livello di amicizia e di coppia …

2) a livello familiare, precarietà delle relazioni, separazioni, divorzi, convivenze, difficoltà nel cogliere l'impronta del divino in un amore che può essere connotato di eternità, incapacità di vivere i conflitti come tappe della crescita;

3) a livello ecclesiale: relazioni formali, incapacità di vivere la complementarità tra le varie vocazioni, dinamiche comunitarie nella vita religiosa lacunose, difficoltà a testimoniare la vitalità della fede come relazione interpersonale, clima poco accogliente delle comunità, moralismo sterile;

4) a livello sociale, difficoltà ad accogliere le alterità integrandole, scarsa solidarietà, conflittualità esasperata, difficile dialogo tra le generazioni, tendenza a emarginare gli ultimi, inadeguatezza legislativa.

Segni di speranza:

1) desiderio di autenticità, volontà di vivere amicizie significative, capacità di compassione;

2) santità feriale, laboratorio di relazioni, dialogo intergenerazionale, stili di vita sobri e solidali, fecondità e accoglienza della vita;

3) esperienze di fraternità tra sacerdoti e famiglie, attenzione rinnovata alla formazione affettiva, accompagnamento spirituale fecondo, valorizzazione della corporeità e sessualità;

4) volontariato, affido e adozione, sostegno alle fragilità.

L'analfabetismo affettivo, molto diffuso nel nostro tempo, non riguarda solo giovani, coppie in formazione, sposi, ma anche quanti aspirano alla vita religiosa e al presbiterato.

Appare preoccupante constatare che spesso anche i formatori ( preti, suore, laici impegnati ) non sono sufficientemente attrezzati per accompagnare nei percorsi formativi.

È auspicabile proporre la sessualità come dono ricevuto, come diversità da valorizzare, come strumento di comunione da realizzare, come linguaggio da utilizzare per entrare in empatia con l'altro e come fecondità non solo biologica, ma come eccedenza dell'amore che si dona.

La relazione delle origini tra uomo e donna costituisce un paradigma irrinunciabile per la realizzazione della persona: ciò vale per le coppie, per i singoli e per tutte le altre vocazioni nella Chiesa.

Appare urgente porre le problematiche affettive sul piano etico per dare a esse lo spessore di scelte libere e motivate, sfuggendo in tal modo a derive spontaneistiche di breve durata.

Nell'attuale dibattito sui temi indisponibili relativi alla vita, alla bioetica, alla sperimentazione scientifica, all'eutanasia, i cristiani hanno il compito di acquisire linguaggi, categorie, argomentazioni ragionevoli per intavolare un dialogo coraggioso, sereno, paritetico e fruttuoso con la larga schiera di non credenti e non praticanti.

3. Un approccio pastorale integrato: proporre

La priorità pastorale individuata è la formazione.

Occorre investire energie, tempo, risorse umane ed economiche per elaborare un progetto armonico permanente, inclusivo della sfera affettiva.

Emerge la necessità di coniugare insieme contenuti teologici, spiritualità e scienze umane per uscire da una diffusa dicotomia tra aspetti dottrinali e competenze relazionali pratiche, e per promuovere una visione antropologica olistica.

Si è tutti in cammino maestri e discepoli: la credibilità di chi insegna è commisurata alla testimonianza di vita coerente.

Lo sforzo va orientato in particolare ai preadolescenti e giovani, ma anche ai formatori ( genitori, catechisti, animatori, insegnanti di religione ).

Vanno rivisitati e rinnovati i percorsi di preparazione al matrimonio e di accompagnamento degli sposi.

È stato proposto un ministero ecclesiale per l'accoglienza, l'ascolto e l'accompagnamento ( le tre A ) che va esercitato in forma individuale ( prete, diacono, laici, religiosi ) o in forma comunitaria ( équipe di persone con differenti competenze e sensibilità ).

Tale servizio in particolare dovrebbe essere attivato nei confronti dell'affettività ferita ( separazioni, divorzi, vedovanza, lutti ).

Si è auspicata una formazione comune di presbiteri, sposi, religiosi in una circolarità vocazionale, in reciproco ascolto e in sapiente discernimento ecclesiale.

Un approccio pastorale integrato esige un lavoro di rete e in rete incarnato nel territorio, capace di interpretare le domande e le aspettative, e capace di rispondere in maniera adeguata e dinamica.

Una programmazione comune e un rimando costante tra le agenzie educative cattoliche ( scuole cattoliche, consultori di ispirazione cristiana, parrocchie, oratori ) e gli uffici ecclesiali competenti a livello diocesano possono far maturare itinerari condivisi e fecondi.

Il dinamismo pastorale non può essere rivolto solo ad intra ma deve sempre più proiettarsi in un'estroversione missionaria che tenda a incontrare gli uomini dove vivono, soffrono, lavorano.

In particolare l'evangelizzazione della vita affettiva va compiuta cogliendo ogni occasione di dubbio, di crisi, di disordine morale, di dibattito pubblico, evitando di scandalizzarsi e di ergersi a giudici, ispirandosi all'esempio di Cristo misericordioso.

Il volto di Chiesa da proporre all'uomo e alla donna del terzo millennio è quello di una Chiesa madre prima che maestra, capace di farsi voce di chi non ha voce, di curare le ferite dei figli più deboli ( in particolare i disabili ), di camminare a fianco di ogni persona, prendendosi cura con tenerezza di ogni fragilità, e capace al tempo stesso di orientare su vie sicure i passi dell'uomo.

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