Documento finale

Capitolo II - Nuovi cammini di conversione pastorale

"Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel Regno di Dio" ( Gv 3,5 )

20. Una Chiesa missionaria in uscita richiede da noi una conversione pastorale.

Per l'Amazzonia questo camminare suppone anche "navigare", attraverso i nostri fiumi, i nostri laghi, tra la nostra gente.

In Amazzonia l'acqua ci unisce, non ci separa.

La nostra conversione pastorale sarà samaritana, in dialogo, accompagnando le persone con volti concreti di indigeni, contadini, afro-discendenti e migranti, giovani, abitanti delle città.

Tutto questo supporrà una spiritualità di ascolto e di annuncio.

Questo è il modo in cui cammineremo e navigheremo in questo capitolo.

21. La Chiesa in uscita missionaria

La Chiesa per sua natura è missionaria e ha la sua origine nell''amore fontale di Dio' ( cfr. AG 2 ).

Il dinamismo missionario che scaturisce dall'amore di Dio si irradia, si espande, straripa e si diffonde in tutto l'universo.

Siamo inseriti dal battesimo nella dinamica dell'amore attraverso l'incontro con Gesù che dà un nuovo orizzonte alla vita ( cfr. DAp 12 ).

Questo straripare spinge la Chiesa a una conversione pastorale e ci trasforma in comunità vive che lavorino in équipe e reti al servizio dell'evangelizzazione.

La missione così intesa non è qualcosa di facoltativo, un'attività della Chiesa tra le altre, ma è la sua stessa natura.

La Chiesa è missione!

"L'azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa" ( EG 15 ).

Essere un discepolo missionario è qualcosa in più di portare a compimento dei compiti o fare delle cose.

Si situa nell'ordine dell'essere.

"Gesù ha indicato a noi suoi discepoli che la nostra missione nel mondo non può essere statica, ma è itinerante.

Il cristiano è un itinerante" ( Francesco, Angelus, 30 giugno 2019).

22. a. Chiesa samaritana, misericordiosa, solidale

Vogliamo essere una Chiesa amazzonica samaritana, incarnata nel modo in cui il Figlio di Dio si è incarnato: "Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie" ( Mt 8,17b ).

Colui che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà ( cfr. 2 Cor 8,9 ), attraverso il suo Spirito, esorta i discepoli missionari di oggi a uscire incontro a tutti, specialmente ai popoli originari, ai poveri, agli esclusi dalla società e agli altri.

Desideriamo anche una Chiesa maddalena, che si sente amata e riconciliata, che annuncia con gioia e convinzione Cristo crocifisso e risorto.

Una Chiesa mariana che genera figli alla fede e li educa con affetto e pazienza, imparando anche dalle ricchezze dei popoli.

Vogliamo essere una Chiesa serva, kerigmatica, educatrice e inculturata in mezzo ai popoli che serviamo.

23. b. Chiesa in dialogo ecumenico, interreligioso e culturale

La realtà multietnica, multiculturale e multireligiosa dell'Amazzonia richiede un atteggiamento di dialogo aperto, riconoscendo anche la molteplicità degli interlocutori: i popoli indigeni, gli abitanti dei fiumi, i contadini e gli afro-discendenti, le altre Chiese cristiane e denominazioni religiose, le organizzazioni della società civile, i movimenti sociali popolari, lo Stato, insomma tutte le persone di buona volontà che cercano la difesa della vita, l'integrità del creato, la pace e il bene comune.

24. In Amazzonia, "le relazioni tra cattolici e pentecostali, carismatici ed evangelici non sono facili.

L'improvvisa comparsa di nuove comunità, legate alla personalità di alcuni predicatori, contrasta fortemente con i principi e l'esperienza ecclesiologici delle Chiese storiche e può celare l'insidia di farsi trasportare dalle onde emozionali del momento o di racchiudere l'esperienza di fede in ambienti protetti e rassicuranti.

Il fatto che non pochi fedeli cattolici siano attratti da queste comunità è motivo di attrito, ma può diventare, da parte nostra, motivo di esame personale e di rinnovamento pastorale" ( Francesco, Udienza ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, 28 settembre 2018 ).

Il dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale deve essere assunto come la via irrinunciabile dell'evangelizzazione in Amazzonia ( cfr. DAp 227 ).

L'Amazzonia è un'amalgama di credi, per lo più cristiani.

Di fronte a questa realtà ci si aprono reali cammini di comunione: " non bastano le manifestazioni di buoni sentimenti.

Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e smuovano le coscienze, sollecitando ciascuno a quella conversione interiore che è il presupposto di ogni progresso sulla via dell'ecumenismo" ( Benedetto XVI, "Missa pro Ecclesia", Messaggio al termine della prima Concelebrazione Eucaristica con i Cardinali elettori nella Cappella Sistina, 20 aprile 2005 ).

La centralità della Parola di Dio nella vita delle nostre comunità è un fattore di unione e di dialogo.

Intorno alla Parola si possono realizzare tante azioni comuni: traduzioni della Bibbia nelle lingue locali, edizioni condivise, diffusione e distribuzione della Bibbia, incontri tra teologi e di teologi e teologhe cattolici e di diverse confessioni.

25. In Amazzonia, il dialogo interreligioso si svolge soprattutto con le religioni indigene e i culti afrodiscendenti.

Queste tradizioni meritano di essere conosciute, comprese nelle proprie espressioni e nel loro rapporto con la foresta e la madre terra.

Insieme a loro, i cristiani, basandosi sulla loro fede nella Parola di Dio, si mettono in dialogo, condividendo la loro vita, le loro preoccupazioni, le loro lotte, le loro esperienze di Dio, per approfondire mutuamente la fede e agire insieme in difesa della "casa comune".

Per ottenere questo, è necessario che le Chiese amazzoniche sviluppino iniziative di incontro, studio e dialogo con i seguaci di queste religioni.

Un dialogo sincero e rispettoso è il ponte verso la costruzione del 'buon vivere'.

Nello scambio di doni, lo Spirito conduce sempre più verso la verità e il bene ( cfr. EG 250 ).

26. Chiesa missionaria che serve e accompagna i popoli amazzonici

Questo Sinodo vuole essere un forte richiamo a tutti i battezzati dell'Amazzonia a essere discepoli missionari.

L'invio in missione è insito nel battesimo ed è rivolto a tutti i battezzati.

Attraverso di esso tutti noi riceviamo la stessa dignità di figli e figlie di Dio, e nessuno può essere escluso dalla missione di Gesù ai suoi discepoli.

"Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura" ( Mc 16,15 ).

Per questo riteniamo necessario generare un maggiore impulso missionario tra le vocazioni autoctone; l'Amazzonia deve essere evangelizzata anche dagli amazzonici.

27. a. Chiesa dal volto indigeno, contadino e afrodiscendente

È urgente dare alla pastorale indigena il suo posto specifico nella Chiesa.

Partiamo da realtà plurali e culture diverse per definire, elaborare e adottare azioni pastorali che ci permettano di sviluppare una proposta evangelizzatrice in mezzo alle comunità indigene, collocandoci nel quadro di una pastorale indigena e della terra.

La pastorale dei popoli indigeni ha una sua specificità.

Le colonizzazioni motivate dall'estrattivismo nel corso della storia, con le diverse correnti migratorie, l'hanno messa in una situazione di alta vulnerabilità.

In questo contesto, come Chiesa, è ancora necessario creare o mantenere un'opzione preferenziale per i popoli indigeni, in virtù della quale sono da stabilire e consolidare gli organismi diocesani di pastorale indigena per mezzo di una rinnovata azione missionaria, che ascolti, dialoghi, sia incarnata e assicuri una presenza permanente.

L'opzione preferenziale per i popoli indigeni, con le loro culture, identità e storie, esige da noi che aspiriamo a una Chiesa indigena con propri sacerdoti e ministri sempre uniti e in totale comunione con la Chiesa cattolica.

28. Riconoscendo l'importanza dell'attenzione che la Chiesa è chiamata a prestare in Amazzonia al fenomeno dell'urbanizzazione e ai problemi e alle prospettive ad esso connessi, è necessario un riferimento al mondo rurale nel suo insieme e alla pastorale rurale in particolare.

Dal punto di vista pastorale, la Chiesa deve rispondere al fenomeno dello spopolamento delle campagne, con tutte le conseguenze che ne derivano ( perdita di identità, laicismo imperante, sfruttamento del lavoro rurale, disgregazione familiare, ecc. ).

29. b. Chiesa dal volto migrante

Il fenomeno migratorio, per la sua crescita e il suo volume, si è ormai trasformato in un'inedita sfida politica, sociale ed ecclesiale ( cfr. DAp, 517, a ).

Di fronte a ciò, molte comunità ecclesiali hanno accolto i migranti con grande generosità, ricordando che "ero straniero e mi avete accolto" ( Mt 25,35 ).

Lo spostamento forzato di famiglie indigene, contadine, afro-discendenti e appartenenti alle popolazioni che vivono lungo le rive dei fiumi, espulse dai loro territori a causa di pressioni ricevute o di esasperazione per la mancanza di opportunità, richiede una pastorale d'insieme nella periferia dei centri urbani.

A tal fine, sarà necessario creare equipe missionarie che accompagnino queste famiglie, coordinando con le parrocchie e le altre istituzioni ecclesiali ed extraecclesiali le condizioni di accoglienza, offrendo liturgie inculturate e nelle lingue dei migranti, promuovendo spazi di scambio culturale, favorendo l'integrazione nella comunità e nella città e motivandole ad essere esse stesse protagoniste di questo lavoro.

30. c. Chiesa dal volto giovane

Tra i diversi volti della realtà panamazzonica spicca quello dei giovani presenti in tutto il territorio.

Sono giovani con volti e identità indigene, afro-discendenti, abitanti dei fiumi, estrattivisti, migranti, rifugiati, e diversi altri.

Giovani residenti in aree rurali e urbane, che sognano e cercano ogni giorno migliori condizioni di vita, con il profondo desiderio di avere una vita piena.

Giovani studenti, lavoratori e con una forte presenza e partecipazione in vari spazi sociali ed ecclesiali.

Tra i giovani amazzonici si presentano realtà tristi come la povertà, la violenza, la malattia, la prostituzione infantile, lo sfruttamento sessuale, il consumo e il traffico di droga, la gravidanza precoce, la disoccupazione, la depressione, la tratta di esseri umani, nuove forme di schiavitù, il traffico di organi, le difficoltà di accesso all'istruzione, la salute e l'assistenza sociale.

Purtroppo, negli ultimi anni, si è registrato un significativo aumento dei suicidi tra i giovani, così come un aumento della popolazione carceraria minorile e dei crimini tra e contro i giovani, soprattutto afro-discendenti e abitanti nelle periferie.

Vivono nel grande territorio amazzonico, ma hanno gli stessi sogni e desideri degli altri giovani di questo mondo: essere tenuti in considerazione, rispettati, avere opportunità di studio, di lavoro e di un futuro di speranza.

Tuttavia stanno vivendo una profonda crisi di valori, o una transizione verso altri modi di concepire la realtà, nei quali gli elementi etici stanno cambiando, anche per i giovani indigeni.

Il compito della Chiesa è quello di accompagnarli ad affrontare qualsiasi situazione che distrugga la loro identità o danneggi la loro autostima.

31. I giovani sono intensamente presenti anche nei contesti migratori del territorio.

La realtà dei giovani nei centri urbani merita un'attenzione particolare.

Sempre più città diventano ricettacoli di tutti i gruppi etnici, popoli e problemi dell'Amazzonia.

L'Amazzonia rurale si sta spopolando; le città devono affrontare enormi problemi di delinquenza giovanile, mancanza di lavoro, lotte etniche e ingiustizie sociali.

Qui, in particolare, la Chiesa è chiamata a essere una presenza profetica tra i giovani, offrendo loro un accompagnamento adeguato e un'educazione appropriata.

32. In comunione con la realtà giovanile amazzonica, la Chiesa proclama ai giovani la Buona Novella di Gesù, il discernimento e l'accompagnamento vocazionale, il luogo di valorizzazione della cultura e dell'identità locale, la leadership giovanile, la promozione dei diritti della gioventù, il rafforzamento di spazi creativi, innovativi e differenziati di evangelizzazione attraverso un rinnovato e audace ministero giovanile.

Una pastorale sempre in divenire, incentrata su Gesù Cristo e sul suo progetto, dialogica e integrale, impegnata in tutte le realtà giovanili esistenti sul territorio.

I giovani indigeni hanno un enorme potenziale e partecipano attivamente alle loro comunità e organizzazioni contribuendo come leader e animatori, in difesa dei diritti, soprattutto per quanto riguarda il territorio, la salute e l'istruzione.

D'altro canto, sono le principali vittime dell'insicurezza sulle terre indigene e dell'assenza di politiche pubbliche specifiche e di qualità.

La diffusione di alcol e droghe arriva spesso fino alle comunità indigene, danneggiando seriamente i giovani e impedendo loro di vivere liberamente per costruire i loro sogni e partecipare attivamente alla comunità.

33. Il protagonismo dei giovani appare chiaramente nel Documento finale della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata ai giovani ( cfr. nn. 160 e 46 ), nell'Esortazione Apostolica Postsinodale Christus vivit ( cfr. n. 170 ) e nell'Enciclica Laudato si' ( cfr. n. 209 ).

I giovani vogliono essere protagonisti e la Chiesa amazzonica vuole riconoscere il loro spazio.

Vuole essere compagna nell'ascolto, riconoscendo i giovani come luogo teologico, come 'profeti di speranza', impegnati nel dialogo, ecologicamente sensibili e attenti alla 'casa comune'.

Una Chiesa che accoglie i giovani e cammina con loro, soprattutto nelle periferie.

Di fronte a ciò sorgono tre urgenze: promuovere nuove forme di evangelizzazione attraverso i social media ( cfr. Francesco, Christus Vivit 86 ); aiutare i giovani indigeni a raggiungere una sana interculturalità; aiutarli ad affrontare la crisi valoriale che distrugge la loro autostima e fa perdere loro la propria identità.

34. d. Una Chiesa che percorre nuovi cammini nella pastorale urbana

La forte tendenza dell'umanità a concentrarsi nelle città, a migrare dalle più piccole alle più grandi, si registra anche in Amazzonia.

La crescita accelerata delle metropoli amazzoniche è accompagnata dalla proliferazione di periferie urbane.

Allo stesso tempo, si trasmettono stili di vita, forme di convivenza, linguaggi e valori plasmati dalle metropoli, i quali si impiantano sempre più sia nelle comunità indigene che nel resto del mondo rurale.

La famiglia in città è un luogo di sintesi tra la cultura tradizionale e quella moderna.

Nonostante ciò, le famiglie spesso soffrono per la povertà, alloggi precari, mancanza di lavoro, aumento del consumo di droghe e alcol, discriminazione e suicidio infantile.

Inoltre, nella vita familiare si segnala una mancanza di dialogo tra le generazioni e si perdono le tradizioni e la lingua.

Le famiglie devono inoltre affrontare nuovi problemi di salute, che richiedono un'adeguata educazione in fatto di maternità.

I rapidi cambiamenti di oggi toccano la famiglia amazzonica.

Troviamo così nuovi tipi di famiglia: famiglie monoparentali sotto la responsabilità delle donne, aumento delle famiglie separate, unioni libere e famiglie allargate, diminuzione dei matrimoni istituzionali.

La città è un'esplosione di vita, perché "Dio vive nella città" ( DAp 514 ).

In essa esistono ansia e ricerca del senso della vita, conflitti, ma anche solidarietà, fraternità, desiderio di bontà, verità e giustizia ( cfr. EG 71-75 ).

Evangelizzare la città o la cultura urbana significa "raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell'umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e col disegno di salvezza" ( EN 19 ).

35. È necessario difendere il diritto di tutte le persone alla città.

Il diritto rivendicato alla città si definisce come il godimento equo delle città all'interno dei principi di sostenibilità, democrazia e giustizia sociale.

Tuttavia, sarà anche necessario incidere nelle politiche pubbliche e promuovere iniziative che migliorino la qualità della vita nel mondo rurale, evitando così lo spostamento incontrollato delle persone.

36. Le comunità ecclesiali di base sono state e sono un dono di Dio alle Chiese locali dell'Amazzonia.

Nononstante ciò, è necessario riconoscere che, con il passare del tempo, alcune comunità ecclesiali si sono appiattite, indebolite o sono addirittura scomparse.

Ma la grande maggioranza rimane perseverante e costituisce il fondamento pastorale di molte parrocchie.

Oggi i grandi pericoli delle comunità ecclesiali derivano principalmente dal secolarismo, dall'individualismo, dalla mancanza di una dimensione sociale e dall'assenza di attività missionaria.

Pertanto, è necessario che i pastori incoraggino tutti e ciascuno dei fedeli al discepolato missionario.

La comunità ecclesiale dovrà essere presente negli spazi di partecipazione alle politiche pubbliche dove si articolano azioni per rivitalizzare la cultura, la convivenza, il tempo libero e la celebrazione.

Dobbiamo lottare affinché alle 'favelas' e alle 'villas miseria' siano garantiti i diritti fondamentali di base: acqua, energia, abitazione e promuovere una cittadinanza ecologica integrale.

Occorre istituire il ministero dell'accoglienza nelle comunità urbane dell'Amazzonia per una solidarietà fraterna con i migranti, i rifugiati, i senzatetto e le persone che hanno lasciato le zone rurali.

37. La realtà degli indigeni nei centri urbani merita un'attenzione particolare, in quanto sono i più esposti agli enormi problemi della delinquenza giovanile, della mancanza di lavoro, delle lotte etniche e delle ingiustizie sociali.

Si tratta di una delle maggiori sfide di oggi: sempre più città sono il punto di approdo di tutti i gruppi etnici e dei popoli dell'Amazzonia.

Sarà necessario articolare una pastorale indigena della città che si occupi di questa realtà specifica.

38. e. Una spiritualità dell'ascolto e dell'annuncio

L'azione pastorale si alimenta di una spiritualità basata sull'ascolto della parola di Dio e del grido del suo popolo, per poter poi annunciare la Buona Novella con spirito profetico.

Riconosciamo che la Chiesa che ascolta il gemito dello Spirito nel grido dell'Amazzonia può far proprie le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, ma soprattutto dei più poveri ( cfr. GS 1 ), che sono figli e figlie prediletti di Dio.

Abbiamo scoperto che le abbondanti acque dello Spirito, che assomigliano a quelle del Rio delle Amazzoni, che periodicamente straripano, ci conducono a quella vita traboccante che Dio ci offre per condividerla nell'annuncio.

39. Nuovi cammini per la conversione pastorale

Le équipe missionarie itineranti in Amazzonia vanno tessendo e costruendo comunità lungo il cammino e contribuiscono a rafforzare la sinodalità ecclesiale.

Possono aggregare vari carismi, istituzioni e congregazioni, laici e laiche, religiosi e religiose, sacerdoti.

Aggregare per arrivare insieme dove non si può da soli.

Le visite dei missionari, che partono dalla loro residenza e trascorrono del tempo visitando le singole comunità e celebrando i sacramenti, danno origine a quella che viene chiamata la 'pastorale della visita'.

Si tratta di un tipo di metodo pastorale che risponde alle condizioni e alle possibilità attuali delle nostre Chiese.

Grazie a questi metodi e all'azione dello Spirito Santo, queste comunità hanno sviluppato anche una ricca ministerialità che è motivo di ringraziamento.

40. Proponiamo una rete itinerante che raduni i vari sforzi delle équipe che accompagnano e vivacizzano l'esistenza e la fede delle comunità amazzoniche.

I cammini di incisività politica per la trasformazione della realtà devono essere il frutto del discernimento comune di pastori e laici.

Al fine di passare da visite pastorali a una presenza più permanente, le congregazioni e/o province di religiosi/e del mondo, che non sono ancora coinvolti nelle missioni, sono invitati a stabilire almeno un avamposto missionario in uno qualsiasi dei Paesi amazzonici.

Indice