Santo Domingo

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2.2. Rispetto alla comunità latinoamericana

2.2.1. La necessità di una politica di integrazione

608 L'integrazione gioca un ruolo importante in ogni paese.

La maggior integrazione di tutti i settori sociali mediante la partecipazione locale rende più effettiva e vera la democrazia, nella misura in cui il maggior numero possibile di persone si sente responsabile e protagonista nella soluzione dei problemi che colpiscono il paese.

609 Il rafforzamento delle politiche di integrazione nei nostri paesi e a livello regionale è un imperativo storico per far fronte ai problemi nazionali, perché consolida la posizione dei nostri paesi nello scenario mondiale.730

L'integrazione non può significare una nuova forma di sfruttamento nello stesso continente, come neppure un'uniformità che asfissi l'originalità di ciascun popolo, ma la ricchezza della pluralità nel quadro di un progetto comune che giovi a tutti i partecipanti.

2.2.2. Il dramma della droga

610 La produzione, la commercializzazione e il consumo della droga nei nostri paesi è un autentico dramma.

Le vittime principali sono i giovani.

Non comprendiamo come qualcuno osi arricchirsi con la morte altrui.

Un'azione concertata tra i nostri paesi per eliminare questo male e cercare coltivazioni alternative per i contadini è una sfida urgente.

2.2.3. L'etica nelle relazioni pubbliche

611 Di fronte al notevole deterioramento che soffre l'etica in tutti i campi della società latinoamericana ( economia, politica, educazione, ecc. ), c'è la sfida di proporre un Vangelo che riscatti i valori etici che hanno smesso di essere criteri normativi di comportamento sociale.

L'assenza di una sana etica può portare a una profonda decomposizione della convivenza e persino risolversi in una grave patologia sociale.

2.2.4. La creazione di fonti di lavoro

612 La progressiva e sostenuta creazione di fonti di lavoro è una strada sicura per ridurre la povertà nei nostri paesi.

In maniera molto speciale facciamo appello agli economisti e agli imprenditori affinché cerchino modelli alternativi percorribili, che siano capaci di far convergere la necessaria crescita economica con il dovuto giusto salario e una riduzione della disoccupazione.731

2.2.5. La cultura della vita

613 Sradicare dai nostri paesi la violenza e la morte è una sfida indifferibile.

Gesù continua a invitarci all'amore per i nemici, ( Mt 5,43-48 ) mettendo in pratica nella propria morte l'insegnamento che ci ha lasciato. ( Lc 23,34 )

In nome del Dio della Vita, facciamo un appello a rispettarla in ogni momento perché solo Dio ne è l'autore e il padrone.

Questa sfida ci porta a esaltare l'amore che accoglie ogni vita nascente, a sottolineare la giustizia che si gioca interamente al fine di superare la morte introdotta dalla povertà, a difendere un ambiente sano in tutte le sue dimensioni per rendere possibile il futuro.

2.2.6. L'austerità come stile di vita e il dovere morale di condividere

614 L'attuale società dei consumi contraddice la nostra situazione di povertà, dove la maggioranza non trova l'opportunità di realizzarsi degnamente.

In questo contesto facciamo nostro l'appello all'austerità e alla semplicità come stile di vita.

615 Conviene sottolineare il dovere cristiano di condividere con chi non ha nulla: una sfida che può arrivare persino al distacco dal necessario per offrire al fratello povero l'indispensabile per vivere.734

616 La testimonianza che troviamo nelle prime comunità è eloquente, dato che « non c'era tra loro nessun bisognoso, perché tutti quelli che possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato della vendita e lo deponevano ai piedi degli apostoli, e questo si ripartiva a ciascuno secondo le proprie necessità ». ( At 4,34-35 )

Vi sono diversi modi di condividere: dal gesto generoso di aiutare il bisognoso fino a fissare una giusta retribuzione e pagare onestamente le imposte.

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730 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 45
731 Leone XIII, Rerum novarum 19;
Giovanni Paolo II, Laborem Exercens 18;
Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 18;
Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 15
734 Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 36