Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo V - La professione perpetua delle religiose

Premesse

769. La vita consacrata a Dio con i voti religiosi è sempre stata in grande onore nella Chiesa, che fin dai primi secoli ha ornato di sacri riti la professione religiosa.

Anche ai nostri tempi la Chiesa mantiene ininterrotta questa tradizione: infatti essa riceve i voti di coloro che li emettono e per loro chiede a Dio, con la sua preghiera pubblica, l'aiuto della sua grazia, a lui li raccomanda e dà loro la benedizione spirituale, associando la loro offerta al sacrificio eucaristico.571

Tale aspetto della vita della Chiesa si manifesta soprattutto quando il vescovo, come il grande sacerdote dal quale deriva e dipende la vita dei fedeli nella diocesi,572 presiede alla professione perpetua delle religiose presenti nella sua diocesi, durante la celebrazione solenne della messa.

770. Il rito della professione si compie ordinariamente nella chiesa della famiglia religiosa a cui appartengono le candidate che devono emettere la professione.

Se poi si riterrà opportuno, per motivi pastorali oppure a lode della vita religiosa e per favorire l'edificazione e il concorso del popolo di Dio, il rito si potrà compiere convenientemente nella chiesa cattedrale o in una chiesa parrocchiale o in un'altra chiesa insigne: ciò sembra da raccomandarsi molto dove candidate di due o più famiglie religiose desiderano emettere la professione durante il medesimo sacrificio eucaristico celebrato con la presidenza dei vescovo.

Ciascuna candidata pronuncerà i voti davanti alla sua superiora.573

È opportuno che i sacerdoti che partecipano alla celebrazione concelebrino con il vescovo.

Il vescovo sia assistito almeno da un diacono e durante lo svolgimento dei rito ci siano a disposizione dei ministri.

771. Per celebrare il rito della professione perpetua si sceglie lodevolmente una domenica o una solennità dei Signore, della beata vergine Maria o di santi che si distinsero nella vita religiosa.574

772. Nei giorni in cui sono permesso le messe rituali,575 si può dire la messa nel giorno della professione perpetua, con le letture proprie,576 usando il colore bianco.

Se tuttavia non si dice la messa rituale, una delle letture può essere scelta fra quelle proposte nel "Lezionario" per la medesima messa.

Quando invece ricorrono i giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici,577 si dice la messa del giorno con le sue letture.

Si può sempre proclamare la formula della benedizione finale propria della messa rituale.

773. Oltre alle sacre vesti e a quanto è necessario per la celebrazione della messa, si preparino:

a) il rituale della professione religiosa;

b) i simboli della professione religiosa, qualora le norme e le consuetudini della famiglia religiosa ne prevedano la consegna;

c) un calice di grandezza sufficiente per la comunione sotto le due specie;

d) in un luogo opportuno dei presbiterio la sede per la superiora che deve ricevere la professione delle sorelle;

e) le sedi per le candidate alla professione, disposte in modo che tutta l'azione liturgica possa essere vista bene dai fedeli.

Il rito della professione si svolge alla cattedra o davanti all'altare o in un luogo più adatto.

Descrizione del rito

774. All'ingresso la processione si svolge come al solito e ad essa partecipano lodevolmente le candidate alla professione, accompagnate dalla superiora e dalla maestra.

Giunti in presbiterio e fatta la debita riverenza all'altare, tutti prendono il posto loro assegnato.578

775. I riti iniziali e la liturgia della parola fino al vangelo compreso, si svolgono nel modo consueto.

776. Proclamato il vangelo, il vescovo, ricevuti mitra e pastorale, siede alla cattedra o si reca alla sede.

Anche il popolo siede; le candidate alla professione invece rimangono in piedi.

Allora si tiene l'appello o la richiesta delle candidate.

Il diacono o la maestra chiama per nome le singole candidate ed esse rispondono: Eccomi, o in un altro modo secondo l'uso della famiglia religiosa o del luogo.

Poi il vescovo interroga le candidate circa la loro volontà, come è indicato nel rituale.

Al posto dell'appello si può fare la richiesta: una delle candidate, in piedi, a nome di tutte, rivolta verso la superiora, chiede l'ammissione alla professione, con la formula prevista nel rituale o con altra simile.

Alla fine tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio, o in un altro modo.579

777. A questo punto anche le candidate siedono e il vescovo, seduto con mitra e pastorale, a meno che non gli sembri opportuno fare diversamente, tiene l'omelia nella quale illustra non solo le letture bibliche, ma anche il dono e l'ufficio della professione religiosa per la santificazione delle elette, per il bene della Chiesa e di tutta l'umana famiglia.580

778. Terminata l'omelia, le candidate si alzano e il vescovo chiede loro se sono disposte a consacrarsi a Dio e a praticare la perfetta carità secondo la regola o le costituzioni della famiglia religiosa, ponendo le domande proposte nel "Rituale Romano" o nel proprio rituale terminate le domande, il vescovo conferma la volontà delle candidate dicendo: Dio, che ha iniziato in voi quest'opera buona, altre parole simili.581

779. Quindi il vescovo depone il pastorale e la mitra e si alza; ugualmente si alzano tutti gli altri.

Il vescovo, stando in piedi, a mani giunte, dice l'invito: Fratelli carissimi, rivolgiamo umilmente la nostra preghiera.

Poi il diacono pronunzia la monizione: Inginocchiamoci; allora il vescovo e tutti i presenti si inginocchiano; le candidate invece, secondo la consuetudine del luogo o della famiglia religiosa, si prostrano o si inginocchiano.

Nel tempo pasquale e nelle domeniche invece, il diacono non dice: Inginocchiamoci; le candidate però si prostrano, mentre tutti gli altri restano in piedi.

Allora i cantori iniziano le litanie, a cui tutti rispondono.

Al posto adatto si possono inserire le invocazioni di quei santi che sono particolarmente venerati dalla famiglia religiosa o dal popolo; inoltre, secondo l'opportunità, si possono inserire alcune invocazioni più adatte alle singole circostanze: infatti le litanie tengono il posto della preghiera universale.582

780. Terminate le litanie, il vescovo, stando in piedi, a mani allargate, proclama l'orazione: Accogli, Signore, le invocazioni del tuo popolo.

Quindi il diacono, se prima aveva invitato a genuflettere, dice: Alzatevi, e tutti si alzano.583

781. Il vescovo siede e riceve la mitra e il pastorale.

Due sorelle già professe, che, secondo la consuetudine della famiglia religiosa, adempiono lo speciale ufficio di testimoniano si avvicinano e stanno presso la superiora.

Le candidate si presentano, a una a una, alla superiora e leggono la formula della professione, già scritta opportunamente prima, di proprio pugno.

Quindi, la neoprofessa si reca lodevolmente all'altare e vi depone il foglio della formula della professione; firma poi sullo stesso altare, se si può fare comodamente, il documento della professione.

Ciò fatto, ritorna al posto assegnatole.584

782. Ciò compiuto, le neoprofesse, in piedi, possono cantare l'antifona Accoglimi, Signore, o un altro canto adatto che esprima il senso della loro consacrazione e la loro gioia.585

783. Quindi le religiose neoprofesse si inginocchiano.

Il vescovo depone la mitra e il pastorale, si alza e, con le mani stese sulle neoprofesse inginocchiate davanti a lui, dice la solenne preghiera di benedizione.586

784. Terminata la benedizione delle neoprofesse, se, secondo le consuetudini della famiglia religiosa, bisogna consegnare alcuni simboli della professione, le religiose neoprofesse si alzano e si presentano al vescovo che siede con mitra e consegna a ciascuna i propri simboli, o in silenzio, o con la formula prevista nel proprio rituale.

Cosi, per esempio, se devono essere consegnati gli anelli, le neoprofesse si alzano e si presentano al vescovo che li consegna a ognuna di esse, dicendo la formula prevista.

Se poi le religiose neoprofesse sono molte o quando vi è una giusta causa, il vescovo può dire una volta sola per tutte la formula della consegna dell'anello.

Le neoprofesse si presentano poi al vescovo per ricevere l'anello.

Frattanto il coro, insieme con l'assemblea, esegue l'antifona Il mio sposo è Cristo con il salmo 45, o un altro canto adatto.587

785. Ciò compiuto, dove si usa o sembra opportuno, il vescovo o la superiora, con parole adatte, può indicare l'aggregazione perpetua delle sorelle neoprofesse alla famiglia religiosa; ciò si può fare anche con lo scambio della pace con il quale il vescovo, in modo conveniente, e poi la superiora e, le consorelle esprimono l'amore fraterno nei confronti delle religiose neoprofesse.

Frattanto si canta l'antifona: Quanto sono amabili le tue dimore, con il salmo 84 o un altro canto adatto.588

786. Infine le religiose neoprofesse ritornano al posto loro assegnato.

Riprende allora la messa.

Il simbolo si dice secondo le rubriche, si omette invece la preghiera universale.

Mentre si esegue il canto di offertorio, alcune religiose neoprofesse portano opportunamente all'altare il pane, il vino e l'acqua per il sacrificio eucaristico.589

Nelle preghiere eucaristiche si aggiungano le intercessioni proprie.590

Il vescovo dà la pace in modo conveniente alle religiose neoprofesse.591

787. Dopo che il vescovo si è comunicato al corpo e al sangue del Signore, le neoprofesse si accostano all'altare per ricevere la comunione sotto le due specie.

Dopo di loro possono ricevere la comunione nello stesso modo le consorelle, i genitori e i parenti.592

788. Terminata l'orazione dopo la comunione, le religiose or ora consacrate a Dio stanno in piedi davanti all'altare.

Allora il vescovo riceve la mitra e saluta il popolo dicendo: Il Signore sia con voi.

Allora uno dei diaconi può dire l'invito alla benedizione e il vescovo, con le mani distese sulle neoprofesse, proclama le invocazioni della benedizione.

Quindi riceve il pastorale e dice: E su tutti voi, tracciando un segno di croce sul popolo.593

Il vescovo può impartire la benedizione anche con le formule proposte più sotto ai nn. 1120 -1121.

789. Dopo che il vescovo ha impartito la benedizione, il diacono congeda il popolo dicendo: La messa è finita: andate in pace, e tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio.

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571 Cf. Conc. Vat. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, n. 45
572 Cf. Conc. Vat. II, Costituzione sulla sacra liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 1
573 Rituale Romano, Rito della professione religiosa, capitolo III;
Rito della professione religiosa durante la messa, nn. 50-51
574 Cf. ibidem, n. 43;
cf C.I.C. 657 § 3
575 Cf. più sotto, Appendice III
576 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle letture della messa, nn. 111-115
577 Cf. più sotto, Appendice II
578 Cf. Rituale Romano, Rito della professione religiosa, capitolo III;
Rito della professione religiosa durante la messa, nn. 55-56
579 Cf. ibidem, nn. 58, 59, 60
580 Cf. ibidem, n. 61
581 Cf. ibidem, n. 62-64
582 Cf. ibidem, nn. 65-67
583 Cf. ibidem, n. 68
584 Cf. ibidem, nn. 69-70
585 Cf. ibidem, n. 71
586 Cf. ibidem, n. 72
587 Cf. ibidem, nn. 73-76
588 Cf. ibidem, n. 77
589 Ibidem, n. 79
590 Cf. ibidem, n. 80
591 Ibidem, n. 81
592 Cf. ibidem, n. 82
593 Cf. ibidem, nn. 83-84, 160