Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 4 Febbraio 1919

Oggi alle 16 fui da Fra Leopoldo.

Si parlò delle meraviglie del Signore.

Il suo dire è sempre così semplice, così spontaneo, che nessuna parola lo potrà mai definire.

E con quella semplicità così cara, dopo avermi dette diverse cose, mi diceva quale interesse avrebbe per mentire, e come avrebbe da temere maggiormente il giudizio di Dio, se quanto mi viene esponendo non corrispondesse a verità.

Ed anche in queste dichiarazioni vi è una tale spontaneità da meravigliare.

Egli dice non sapersi esprimere, e termina sempre glorificando il Signore, dicendo la sua felicità di amare il Signore, e raccomandandomi di stare a Lui unito, perché col Signore si sta tanto sempre bene.

Già diverse volte si è toccato il problema dopo la sua morte.

Fra Leopoldo per sua umiltà cerca di tacere, quantunque si scorge benissimo che egli sa ciò che avverrà.

Difatti, mi dice in tono di tanta confidenza, che il Signore nella sua misericordia, gli ha rivelato qualche cosa che non ancora mi dice.

Io gli aggiungo che ho letto nel quaderno già qualche cosa di ciò che avverrà, ed egli mi aggiunge che il Signore gli ha detto che farà di più dopo morto.

Dice pure che dopo la sua morte si estenderà il culto del Santo Crocifisso, ed il libro che uscirà dei detti del Signore farà molto bene.

Dice pure che il Signore provvederà perché possa essere inviato gratuitamente o per poco ai Parroci, Sacerdoti, perché vedano ciò che il Signore vuole.

Fra Leopoldo non parla volentieri di sé, difatti mi cela qualche cosa per nascondere la sua persona, e la sua umiltà, tranquillità, me lo fanno apparire sempre più grande, più santo.

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