Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 14 Marzo 1919

Oggi alle 16,15 sono andato da Fra Leopoldo e vi trovai il Prof. Teodoreto.

La gioia mia e quella di Fra Leopoldo è grande perché ieri sera era venuto un Socio della Pia Unione ad avvertire il francescano che il Professore si era dovuto mettere a letto, causa un nuovo attacco della nefrite.

Alla notizia Fra Leopoldo aveva detto spontaneamente: "Ma se il Signore volesse preferirei morire io, perché del Professore ve ne è troppo bisogno ora".

Il Fratello delle Scuole Cristiane ripete diverse volte che è contento di avermi trovato, e sorride con vera compiacenza.

Egli mi chiama semplicemente Enrico e con un'affettuosità molto confortante per me.

Dice che il Dottore gli ha ordinato il riposo, e si rassegna alla volontà del Signore.

Sentendo che il discorso cade su cose intime della Pia Unione, cerco di ritirarmi, ma Fra Leopoldo e il Prof. Teodoreto insistono perché rimanga, non essendovi per me segreti.

Fra Leopoldo mi aveva già parlato di un incarico avuto dal Superiore dei Fratelli per cosa di alta importanza da chiedere a Gesù Crocifisso.

Gesù aveva risposto così bene, così soddisfacentemente, che Fra Leopoldo ne era contentissimo.

Ora il Prof. Teodoreto, che aveva avuto l'incarico ed aveva trasmesso in busta chiusa la domanda e la risposta senza conoscerne il contenuto, dice che il Superiore aveva detto per tre volte di ringraziare Fra Leopoldo, tanto la risposta si vede gli avesse fatto piacere e conforto.

Si parla poi dei turbamenti e tentazioni che il diavolo dà alle anime che servono il Signore, ed il Prof. mi dice che un Santo ( mi sembra Santa Teresa ) per distinguere se il lavoro nello spirito è opera di Dio o di Satana insegna di osservare se porta pace, gioia o turbamento.

Nel primo caso è Gesù, nel secondo Satana.

Mi esorta a continuare perché riconosce che sono sulla buona via ed il demonio vuole distogliermi.

Fra Leopoldo ricorda ancora il fatto della S. Comunione sua, quando vide l'Ostia nera, e vi trova opera del diavolo, quando fu tentato togliersi dalla lingua il Corpo di Gesù.

Il Professore parla del Paradiso, ed invita Fra Leopoldo a dirci qualche cosa.

Egli, che ha già gustato quaggiù dolcezze straordinarie, e sentita la voce e la potenza dell'amore di Gesù nelle sue meravigliose estasi.

Fra Leopoldo, pur conservando la sua calma, rivolge gli occhi al cielo, il suo sguardo passa ogni ostacolo, e dice con parole angeliche quanto si stia bene con Gesù, quanto sia potente il suo amore, immensa la sua bontà, e che nessuno può comprendere quanto ami le anime.

Dice che non sarà mai capace di esprimere ciò che ha provato e che prova, e si compiace di trovarci insieme.

Si parla del bene che fa il sig. Ammiraglio e del modo ammirabile nel quale si propaga la Santa Divozione.

Si parla ancora di altre cose, che purtroppo non metto giù, di Firenze, di Borsi, della bellezza della Fede, del timore di un prossimo castigo del Signore per la corruzione della società, e alle 17 lascio i due Venerandi Religiosi che mi colmano di gentilezze e di buone parole.

Alla porta Fra Leopoldo mi raccomanda di ritornare alle 18 dopo la predica del Duomo.

Ore 18,30

Siamo ritornati ancora.

Fra Leopoldo ci ripete diverse cose sulla sua Comunione dell'avvelenamento, e si ferma maggiormente a parlare sul mio turbamento chiamandolo veramente opera del demonio, e mi dice che ha per me un foglietto di detti del Signore che mi faranno tanto bene ora e quando sarò a casa.

Si parla ancora del Terz'ordine, e Fra Leopoldo si compiace ed è contento che Cambiaghi si faccia Terziario prima di andare a casa.

Mi raccomanda ed insiste lungamente per dimostrarmi che devo rimanere tranquillo, e mi dice che il Signore gli ha fatto sentire chiaramente che io devo rimanere in mezzo al mondo, e fare tanto bene, come Perazzo, Ferrini, Borsi, e mi dice, o accenna ad opere meravigliose.

Io lo ringrazio di tutto, ed alle 19,20 usciamo.

Fuori ho letto i detti del Signore che sono meravigliosi, ma siccome mi rimane ancora qualche cosa non chiara rimetto a domani la delucidazione.

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