Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 15 Marzo 1919

Ieri sera il demonio mi ha tentato di nuovo di ribellione contro Fra Leopoldo.

Non posso esprimermi la violenza con la quale mi tenta per non visitare più Fra Leopoldo e come questo religioso sia la causa del mio male.

È una forza che devo fare fortissima, ed io invece corro subito a lui per manifestargli quanto mi passa contro di lui perché mi aiuti, perché altrimenti è un guaio.

Stamani ci recammo con Cambiaghi a S. Tommaso perché i Signori Natta ci avevano invitati di assistere alla funzione nella Cappella del Sacro Cuore di Maria, dove il loro figlio Nino, tenente morto al fronte il 15 Maggio 1917, aveva fatto la Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù.

Accettammo ben volentieri, e vi assistemmo con loro, facendo la Santa Comunione secondo l'intenzione della Mamma.

Terminata la funzione, mentre gli altri stavano ancora in Cappella, mi recai un momento di là da Fra Leopoldo per dirgli del turbamento, e vidi nel suo sguardo un vero dispiacere.

Mi esortò ad essere tranquillo, di ritornare da lui, di andare avanti che il Signore mi vuol bene.

Volle offrirmi il caffè.

Io insistei che capivo che era il demonio, ma che soffrivo, e lo supplicai di pregare ancora il Santo Crocifisso di degnarsi dire ancora una parola che portasse la tranquillità nel mio povero animo.

Fra Leopoldo mi guarda con occhio un po' scontento, e poi mi dice che andava nella sua cella a fare la Santa Adorazione e che se il Signore si degnava, mi avrebbe detto qualche cosa stasera.

Io esco più tranquillo, prego il Santo Crocifisso che lo ispiri ed i signori Natta ci pregano, anzi insistono, di andare a prendere un po' di latte a casa loro.

Accettiamo, e provai un grande piacere di rimanere due ore a tavola a parlare del loro Nino, della Fede, compiacendomi soprattutto del sig. Cavaliere, che ha idee molto larghe, moderne, mentre per sé fa vita veramente e santamente cristiana.

Hanno per noi parole così affettuose da commuovere, ci pregano, insistono, di ritornare a colazione, e ci regalano una bella fotografia di Nino.

Prima di prendere congedo ci inginocchiamo a chiedere la benedizione di Nino che ci guarda.

Il papà e la mamma parlano di questo giovane con un entusiasmo commovente, della sua forza fisica e più delle eccezionali virtù morali.

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