Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 16 Marzo 1919

Oggi alle ore 15, dopo la funzione nella Cappella delle Suore, chiesi di parlare alla novella Suora Felici Traverso, soltanto da ieri sposa del Signore.

Quando venne in parlatorio la vidi un po' ansiosa e mi spiegò il perché.

"Lo aspettavo, mi disse la Suora, ma alle 13.

Non credevo ora fosse lei, e creda che è proprio una grazia che non mi spiego, ed è per questo che mi sono un po' turbata, perché non potevo venire in parlatorio per due ragioni, e vedendomi mandare, ho creduto fosse qualcuno dei miei.

Il ritiro non termina che stasera, e poi in quaresima non è permesso venire a parlare con nessuno.

Ma sono proprio contenta di vederla, e ringraziamo il Signore che ci concede tanti benefizi".

Mi parla del suo ritiro, della benedizione ricevuta dal suo papà e mamma che è stata per essa la cosa più cara, dei regali, delle lettere, cartoline ricevute, e se tutto questo le fa piacere, pure il suo pensiero è più alto: il Signore che l'ha voluta sua, l'abito benedetto che lo porterà sino alla tomba, il nuovo ministero che le si apre, le grazie ricevute, il desiderio di fare del bene, e soprattutto la rinunzia completa, totale al mondo per servire unicamente al Signore.

Essa è felice, ed a completa disposizione dei Superiori.

Mi dice che ieri ha provato un leggero turbamento per la responsabilità del nuovo ministero che le si apriva, ma quando si abbandonò completamente a Gesù nell'offerta spontanea di se stessa, sentì una forza, una pace grande che la fece forte, sicura, tranquilla, pronta alla nuova vita.

Mi ricorda tante cose della nostra vita di testé, del lavoro del Signore per averla Suora, della sua felicità.

Mi dice che ha deposto la cuffia per le cornette, e deporrà le cornette per la corona in Paradiso.

Le raccomandai la Divozione al Crocifisso ed essa mi rispose che la faceva ogni giorno con sua grande soddisfazione.

Le feci leggere l'ultimo biglietto consolantissimo di Fra Leopoldo su ciò che il Signore aveva rivelato desidera da me, e ne rimase contenta.

Mi disse che sarebbe stata una vera grazia se anche io mi fossi fatto religioso.

Mi dice di farci Santi, ma di far presto, perché aveva bisogno delle grazie.

Rimasi dalla Suora sino alle 17.

Il congedo fu davvero commovente.

Offersi un piccolo Crocifisso tenuto da Fra Leopoldo, che gradì molto, ci promettemmo a vicenda di ricordarci nel Signore, mi raccomandò i miei, i suoi, il bene, le virtù, e di lavorare per il Paradiso.

La sua voce si era velata maggiormente venendo la fine, mi sorride proprio con affetto, mi dice ancora altre cose, e quando mi saluta, sembra chiudersi in se stessa, sotto la protezione delle ali della carità, e mi parve un angelo sotto veste di Suora a prodigare il bene alle anime sofferenti e abbandonate.

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