Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 27 Marzo 1919

Stamani alle 11,30 fummo da Fra Leopoldo, il quale ci consegnò due lettere da portare al Prof. Teodoreto, contenenti detti del Signore per i Fratelli, più una per Cambiaghi del tenore seguente.

Ore 13,30

Siamo andati dal Prof. Teodoreto, il quale ci accolse col solito sorriso e con un piacere grandissimo.

Ci dice la gioia provata avanti ieri dal sig. Direttore per la visita di Fra Leopoldo.

Ci ripete che è una vera grazia aver avvicinato Fra Leopoldo, e constata e rileva che nessuno ha avuto il privilegio nostro di avvicinarlo ogni giorno, quindi si può dire che siamo gli unici, vivendo Fra Leopoldo molto ritirato in umiltà.

Constata pure che l'avvicinarlo è sempre un piacere e lo spirito di semplicità col quale racconta le meraviglie del Signore, fa sì che noi stessi ne siamo invasi.

Davvero noi non conosciamo il valore di questo privilegio, perché se lo spirito nostro medita un istante sulla santità di questo uomo ci accorgiamo che l'avvicinarlo così sovente dovrebbe darci occasione di farci Santi.

Sì perché il Signore ci domanderà conto di questi privilegi, e noi dobbiamo procurare il corrispondere ai benefizi che il Santo Crocifisso ci concede.

Le meraviglie che il Santo Crocifisso detta a Fra Leopoldo sono consolantissime, e la lettura fa molto bene allo spirito.

Il Prof. Teodoreto quando parla della semplicità di Fra Leopoldo sorride, e dice che lui ha imparato dalla sua umiltà, semplicità, carità, bontà a compiere meglio il suo dovere ed amore a Gesù Crocifisso.

Sapendo della partenza di Cambiaghi ci esorta a continuare nel bene, e ci raccomanda di accostarci spesso alla Santa comunione perché in essa siamo uniti tutti nel Cuore di Gesù.

Perché mentre il cibo materiale è trasformato dal nostro organismo in sangue, la Santa Comunione trasforma noi nell'amore di Gesù.

E come ricordo regala ad entrambi un Vangelo.

Ore 14

Usciti dal Prof. Teodoreto ci rechiamo a visitare la famiglia del Cav. Avv. Natta, e ci intrattengono a parlare del loro Nino, facendoci leggere lettere, narrandoci della sua vita, sino alle ore 17.

Nel congedarci regalano ad entrambi un bel ritratto del loro caro Nino.

Ore 18,30

Siamo stati a visitare Fra Leopoldo.

Ci aveva atteso tutto il dopo pranzo.

Raccomandò a Cambiaghi di tenere caro quel detto del Signore, perché era molto prezioso.

Fra Leopoldo ci dice che la sera del 25 il Signore gli aveva dato tanta gioia, lo aveva talmente imparadisato da sentirla tutta la notte, sino a tutto il mattino del giorno seguente.

Dice che non può descrivere quello che il Signore gli fa provare.

Ed io vorrei essere capace di trascrivere la sicurezza, la semplicità con la quale questo Santo religioso viene narrando queste cose meravigliose.

Egli parla dell'amore di Dio non con enfasi, senza ostentazione, ma con parola così dolce, che basterebbe lo sguardo che egli alza al cielo, da convincersi di quanto dice.

Quando la sua parola non sa più esprimersi, dice: "Son cose da Paradiso, ecco", e si raccoglie tutto con un bel sorriso angelico.

Mi ripete il detto del 25, nel quale Nostro Signore, intuendo il suo dubbio che fosse opera del demonio, glielo aveva rimproverato, e questo comprova maggiormente la presenza del Signore.

Poi dice che il Signore gli aveva parlato di noi.

"Il Santo Crocifisso era contento che Fra Leopoldo ci trattasse così confidenzialmente, e disse che quando ci separeremo, sarebbe avvenuto tra noi quanto avvenne quando Gesù lasciò i suoi discepoli per salire al cielo".

Fra Leopoldo trova divina questa rivelazione, e ci dimostra quanto il Signore ci voglia bene.

Ci raccomanda vivamente di fare spesso la Santa Comunione, e ci esorta a non aver mai nessun dubbio sulla Santa Eucarestia.

Ci dice che egli lo può attestare perché il Signore gli aveva fatto provare in quell'atto che è l'opera più bella del Signore delle cose straordinarie.

Così ci esorta a vivere santamente, perché egli può attestare come sia vera l'esistenza di un'altra vita.

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