Vita seconda

La povertà dei vestiti

Capitolo XXXIX

Il Santo rimprevera con la parola e l'esempio chi si veste con raffinata delicatezza

[655] 69. Rivestito di virtù dall'alto, Francesco era interiormente caldo di fuoco divino, più di quanto lo fosse all'esterno per il vestito del corpo.

Detestava chi nell'Ordine indossava molte vesti ed usava senza necessità indumenti delicati.

Asseriva inoltre che dà segno di spirito estinto colui che accampa la necessità, mosso non dalla ragione ma dai sensi.

« Quando lo spirito - diceva - si intiepidisce e si raffredda gradatamente, è inevitabile che la carne ed il sangue cerchino ciò che è loro proprio.

Cosa rimane infatti quando l'anima non trova più i suoi piaceri, se non che la carne si rivolga ai suoi?

Allora l'istinto naturale maschera il momento della necessità e la mentalità carnale forma la coscienza ».

E aggiungeva: « Ammettiamo pure che un mio frate si trovi in vera necessità, che lo colpisca un qualsiasi bisogno: quale ricompensa ne avrà, se cerca in tutta fretta di soddisfarli e di allontanarli da sé?

Gli è capitata un'occasione di merito, ma ha dimostrato bellamente di non gradirla ».

Con queste e simili parole inchiodava quelli che erano intolleranti delle ristrettezze, perché il non sopportarle pazientemente non vuole dire altro che desiderare nuovamente l'Egitto.

Inoltre non voleva che per alcun motivo i frati avessero più di due tonache, che tuttavia permetteva di rinforzare cucendovi pezze.

Comandava di avere in orrore gli indumenti delicati e rimproverava in modo durissimo, davanti a tutti, quanti venivano meno.

E per confondere questi tali col suo esempio, cucì del sacco ruvido sulla propria tonaca; anche in morte chiese che la tonaca per le esequie fosse ricoperta di sacco grossolano.

Tuttavia ai frati stretti da malattia o altra necessità, permetteva che portassero sotto, aderente alla pelle, una tonaca morbida, in modo però che all'esterno l'abito si conservasse sempre ruvido e vile.

Diceva infatti: « Tanto si mitigherà il rigore e trionferà la tiepidezza, che i figli di un padre povero non si vergogneranno di portare abiti di scarlatto, mutandone solo il colore ».

Ne deriva che non è a te, o Padre, che mentiamo noi figli degeneri, ma la nostra iniquità mente piuttosto a se stessa.

Ecco infatti, che diventa più chiara della luce e cresce ogni giorno più.

Capitolo XL

Chi si allontana dalla povertà, sarà punito dalla miseria

[656] 70. A volte il Santo era solito anche ripetere: « Quanto i frati si allontaneranno dalla povertà, altrettanto il mondo si allontanerà da loro, e cercheranno, ma non troveranno.

Ma se rimarranno abbracciati alla mia signora povertà, il mondo li nutrirà, perché sono stati dati al mondo per la sua salvezza ».

E ancora: « Vi è un patto tra il mondo ed i frati: i frati si obbligano a dare al mondo il buon esempio, ed il mondo a provvedere alle loro necessità.

Se, rompendo i patti, i frati ritireranno da parte loro il buon esempio, il mondo per giusto castigo ritrarrà la mano ».

[657] Per riguardo alla povertà, l'uomo di Dio aveva paura del gran numero di frati, perché se non in realtà, almeno in apparenza anche ciò è segno di ricchezza.

Perciò diceva: « Oh, potesse venire, dico, venga il giorno in cui il mondo vedendo i frati minori assai di raro, ne abbia stima per il loro piccolo numero! ».

Stretto da un legame indissolubile a madonna Povertà, non mirava alla sua dote presente, ma a quella futura.

[658] Cantava pure con più fervido affetto e gaudio più lieto i salmi che magnificano la povertà, come quello che dice: La speranza dei poveri non sarà delusa in eterno, e l'altro: Vedano i poveri e si rallegrino.

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