Bestemmia
1) Espressione offensiva e volgare rivolta alla divinità o a persone e cose sacre o comunque universalmente rispettate
2) estens. Affermazione gravemente erronea, che denota una vistosa ignoranza
Sinonimi: assurdità, sproposito
Manifestare disprezzo verso Dio e le realtà religiose con parole, pensieri e azioni ( cf Es 22,27; Lv 24,10-23 ).
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È un trasferimento dal greco blaspheméo, "dire parole irriverenti", "diffamare", sul cui sfondo stanno blapto, "offendere", "danneggiare" e phéme, "voce", per cui blasphemia viene ad essere una "parola lesiva".
Nell'uso corrente significa "ingiuria contro Dio" e comprende l'insulto contro di lui ( e contro persone e cose sante ) e l'abuso del suo nome per commettere crimini.
È colpa grave, ma è soprattutto comportamento irrazionale tanto in chi ammette l'esistenza di Dio quanto in chi la nega: spesso si esaurisce in una rozza ostentazione di forza, in un vano gonfiarsi d'orgoglio nell'atto di sfidare l'Onnipotente … quando non sia soltanto un volgare abbandonarsi ad un andazzo irresponsabile.
È l'uso sconveniente o ingiurioso del nome di Dio e, in senso più largo, anche di quelli di Gesù Cristo, della Vergine Maria e dei santi.
La proibizione della bestemmia ha la sua origine nel secondo comandamento ( Es 20,7 ) e il suo fondamento nel riconoscimento della santità di Dio, il cui nome esige rispetto e venerazione.
L'estensione alla Vergine e ai santi è la conseguenza della loro vicinanza a Dio in virtù di una speciale partecipazione alla grazia divina.
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Ogni ingiuria rivolta ad un uomo merita di essere punita ( Mt 5,22 ).
Quanto più la bestemmia, insulto fatto a Dio stesso!
Essa è il contrario dell'adorazione e della lode che l'uomo deve a Dio, è il segno per eccellenza dell'empietà umana.
La presenza di un solo bestemmiatore nel popolo di Dio è sufficiente per contaminare tutta la comunità.
Perciò la legge dice: « Chiunque bestemmia il nome di Jahve, morirà, tutta la comunità lo lapiderà » ( Lv 24,16; cfr. Es 20,7; Es 22,27; 1 Re 21,13 ).
Più sovente la bestemmia si trova sulle labbra dei pagani, i quali insultano il Dio vivente quando assalgono il suo popolo:
un Sennacherib ( 2 Re 19,4ss.16.22; Tb 1,18 ),
un Antioco Epifane ( 2 Mac 8,4; 2 Mac 9,28; 2 Mac 10,34; Dn 7,8.25; Dn 11,36 ),
cui si ispira senza dubbio il ritratto di Nabuchodonosor nel libro di Giuditta ( Gdt 9,7ss ).
Così pure gli Edomiti che plaudono alla rovina di Gerusalemme ( Ez 35,12s ) ed i pagani che insultano l'unto di Jahve ( Sal 89,51s ).
A costoro Dio si riserva di applicare egli stesso il castigo meritato:
Sennacherib cadrà di spada ( 2 Re 19,7.28.37 )
come Antioco, la bestia satanica ( Dn 7,26; Dn 11,45; cfr. 2 Mac 9 ),
ed il paese di Edom sarà ridotto a deserto ( Ez 35,14s ).
D'altronde il popolo di Dio deve guardarsi dal provocare egli stesso le bestemmie dei pagani ( Ez 36,20; Is 52,5 ), perché Dio farebbe vendetta di questa profanazione del suo nome.
1. Lo stesso dramma si intreccia nel NT attorno alla persona di Gesù.
Egli, che onora il Padre, è accusato dei Giudei di bestemmia, perché si dice Figlio di Dio ( Gv 8,49.59; Gv 10,31-36 ), e proprio per questo sarà condannato a morte ( Mc 14,64 par; Gv 19,7 ).
In realtà, questo stesso accecamento porta a consumazione il peccato dei Giudei, perché disonorano il Figlio ( Gv 8,49 ) e, sulla croce, lo caricano di bestemmie ( Mc 15,29 par. ).
Se non fosse che un errore sull'identità del figlio dell'uomo, sarebbe un peccato remissibile ( Mt 12,32 ) dovuto ad ignoranza ( Lc 23,34; At 3,17; At 13,27 ).
Ma è un disconoscimento più grave, perché i nemici di Gesù attribuiscono a Satana i segni che egli compie per mezzo dello Spirito di Dio ( Mt 12,24.28 par. ): c'è dunque bestemmia contro lo Spirito, che non può essere rimessa né in questo mondo, né nell'altro ( Mt 12,31s par. ), perché è un rifiuto volontario della rivelazione divina.
2. Il dramma continua ora attorno alla Chiesa di Gesù Cristo.
Paolo era un bestemmiatore quando la perseguitava ( 1 Tm 1,13 ); quando poi predica il nome di Gesù, i Giudei gli si oppongono con bestemmie ( At 13,45; At 18,6 ).
La loro opposizione conserva quindi lo stesso carattere del Calvario.
Vi si unisce ben presto l'ostilità dell'impero romano persecutore, nuova manifestazione della bestia dalla bocca piena di bestemmie ( Ap 13,1-6 ), nuova Babilonia adorna di titoli blasfemi ( Ap 17,3 ).
Infine i falsi dottori, maestri di errore, introducono la bestemmia fin tra i fedeli ( 2 Tm 3,2; 2 Pt 2,2.10.12 ), tanto che talora diventa necessario consegnarli a Satana ( 1 Tm 1,20 ).
Le bestemmie degli uomini contro Dio vanno così verso un parossismo che coinciderà con la crisi finale, nonostante i segni annunziatori del giudizio divino ( Ap 16,9.11-21 ).
Di fronte a questa situazione, i cristiani non seguiranno l'esempio dei Giudei infedeli « a motivo dei quali il nome di Dio è bestemmiato » ( Rm 2,24 ).
Eviteranno tutto ciò che provocherebbe gli insulti dei pagani contro Dio o contro la sua parola ( 1 Tm 6,1; Tt 2,5 ).
La loro buona condotta deve portare gli uomini a « glorificare il Padre che è nei cieli » ( Mt 5,16 ).
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Espressioni ingiuriose, proferite interiormente o esteriormente, mediante parole o gesti, contro Dio e il suo Nome, e, per estensione, contro la sua Chiesa, i suoi santi e le cose sacre.
La bestemmia si oppone direttamente al secondo comandamento.
Consiste nel proferire contro Dio - interiormente o esteriormente - parole di odio, di rimprovero, di sfida, nel parlare male di Dio, nel mancare di rispetto verso di lui nei propositi, nell'abusare del nome di Dio.
San Giacomo disapprova coloro " che bestemmiano il bel nome ( di Gesù ) che è stato invocato sopra di loro " ( Gc 2,7 ).
La proibizione della bestemmia si estende alle parole contro la Chiesa di Cristo, i santi, le cose sacre.
È blasfemo anche ricorrere al nome di Dio per mascherare pratiche criminali, ridurre popoli in schiavitù, torturare o mettere a morte.
L'abuso del nome di Dio per commettere un crimine provoca il rigetto della religione [ 2148 ].
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Consiste nel rifiutarsi in maniera deliberata di accogliere la misericordia di Dio e nel respingere il pentimento e il perdono di Dio, offerto dallo Spirito Santo.
Non può essere perdonato in quanto respinge lo Spirito, che è l'agente del perdono.
" Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata " ( Mt 12,31; cf Mc 3,29; Lc 12,10 ).
La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo ( Dominus et vivificantem 46 ).
Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna [ 1864 ].
« Chiunque avrà parlato contro il Figlio dell'uomo, otterrà perdono; ma chi bestemmierà lo Spirito Santo ( o contro lo Sp. S.: Mc. ) non gli sarà perdonato » ( Lc 12,10 ).
Questa sentenza probabilmente ripetuta due volte da Gesù: nel discorso ai discepoli ( Lc 12 ); e in occasione delle espulsioni dei demoni dai corpi degli ossessi ( Mt 12,22-32; Mc 3,22-30; e cf. Lc 11,15-22 ), è spiegata esattamente da quest'ultimo contesto.
Per i Farisei non c'era dubbio che in tali miracoli ci fosse un intervento soprannaturale; era evidente pertanto che Gesù operava da Messia imperando a Satana e rovesciando energicamente il suo regno nel mondo ( Mt 12,25-29 ).
Ora, piuttosto che arrendersi a siffatta evidenza, i Farisei, contro ogni logica, attribuiscono questi miracoli al potere dello stesso Satana, definendo Gesù un suo strumento.
È questa la b. contro lo Sp. S.: sempre contro la persona del Redentore, attribuire al maligno le sue opere che manifestano palesemente, l'intervento, l'azione di Dio ( qui Sp. S. è sinonimo di « potenza divina », come in Lc 1,35 in stretto parallelismo con « potenza dell'Altissimo », e nel Vecchio Testamento ).
Questo peccato non sarà perdonato mai ( = Mc.; la frase in Mt. « né in questo secolo, né nel futuro » era comune ai rabbini, nel senso di mai ); è una constatazione.
I Farisei infatti, rigettano, agendo così, il mezzo più evidente offerto loro da Gesù per riconoscerlo Messia, legato divino, aderire a lui e salvarsi; escludono la disposizione base: la fede, necessaria per ottenere la remissione delle proprie colpe ( s. Tommaso, Sum. Theol., 2a-2ae, q. 14 a. 3 ).
A questa b. è opposto il peccato contro il Figlio dell'uomo.
Qui infatti non è più la malignità, la pervicacia contro l'evidenza, ma la debolezza, la ignoranza della gente che, ingannata dalle apparenze, vedendo Gesù umile, povero, perseguitato, faticare, mangiare ecc. come un qualsiasi altro mortale, poteva sentire fortemente il dubbio di riconoscere in lui un potere divino e l'atteso Messia ( s. Girolamo, PL 26, 81 ).
Cf. le parole di Gesù ai discepoli di Giovanni Battista: lo compio i miracoli che Isaia ha predetto sarebbero stati operati dal Messia; sono cioè il Messia vaticinato, i miracoli lo dimostrano; « beato chi non trova in me occasione d'inciampo » ( Mt 14,4ss ), considerando soltanto la sua umanità, in tutto simile alla nostra, fuor che nel peccato.
Gesù esprime nettamente la differenza tra la sua umanità e il suo potere divino, tra le due nature sussistenti nella sua unica persona.
Parola offensiva pronunciata contro Dio | Es 22,27 |
o contro il suo potere | Mc 2,7 |
Mc 14,64 | |
Schedario biblico |
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Bestemmia | E 62 |
Incredulità dei Giudei ( B ) | C 67 |
Magistero |
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Enciclica Giovani Paolo II - Dominum et vivificantem | 18-5-1986 |
Il peccato contro lo Spirito Santo | |
Catechesi Francesco | 11-6-2014 |
Quando una persona vive nel male, quando bestemmia contro Dio, …, allora il santo timore di Dio ci mette in allerta: attenzione! | |
Catechismo della Chiesa Cattolica |
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Gesù accusato di bestemmia | 574 |
Gesù e la fede d'Israele nel Dio unico e Salvatore | 589 |
Gravità della bestemmia | 1031 |
-- | 1756 |
-- | 1856 |
L'inferno | 1034 |
Significato del termine bestemmia | 2148 |
-- | 2162 |
Imprecazioni e bestemmia | 2149 |
Comp. 116; 447 | |
Codice Diritto Canonico |
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pene | 1369 |
Summa Teologica |
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II-II, q. 13 | |
… contro lo Spirito Santo | II-II, q. 14 |