Contro le Lettere di Petiliano

Indice

Libro II

98.225 - Nuova accusa di Petiliano contro i Cattolici

Petiliano: È a voi, è a voi, miseri, che mi rivolgo.

A voi che, terrorizzati dalle persecuzioni, poiché cercate le vostre ricchezze e non le anime, non amate tanto la fede erronea dei traditori, quanto la malvagità di coloro, di cui vi siete assicurata la protezione.

Voi avete agito come i naufraghi che, in mezzo alle onde, si immergono nei flutti che stanno per travolgerli e con grande pericolo di vita si dirigono verso ciò che temono; e come i furiosi tiranni che, per non temere nessuno, affrontano il pericolo per farsi temere.

Così, così, voi cercate rifugio nella fortezza della malvagità, per osservare, senza alcun pericolo, i mali e le pene degli innocenti.

Ma se schivare il pericolo è ripararsi sotto un muro che crolla, è anche riprovevole fiducia dare fiducia a un ladrone.

Infine, è uno stolto guadagno perdere le vostre anime per non perdere le ricchezze. Dice infatti Cristo Signore: " Se guadagni tutto il mondo e perdi la tua anima, che darai in cambio della tua anima? ". ( Mt 16,26 )

98.226 - Agostino esorta i Donatisti a salvare le loro anime e non a salvare i loro beni

Agostino: Questa esortazione sarebbe utile, lo ammetto, se la si usasse in una causa giusta.

Hai fatto benissimo a dissuadere la gente dal preferire le ricchezze alla loro anima.

Ma voi che avete ascoltato queste parole, ascoltate un po' anche noi.

Queste cose le diciamo anche noi, ma ascolta in che senso.

Se i re minacciano di togliervi le ricchezze, perché non siete giudei secondo la carne, o perché non venerate idoli e demoni, o perché non passate a nessuna eresia, ma restate nell'unità cattolica, scegliete piuttosto di perdere le vostre ricchezze, che non morire voi stessi; ma non preferite altro, neppure la vita temporale, alla salvezza eterna che è in Cristo.

Se invece i re minacciano danni e condanne, perché siete eretici, allora essi vi spaventano non per crudeltà, ma per misericordia; e voi non li temete, non perché siete forti, ma perché siete ostinati.

Sentite che dice Pietro: Che gloria c'è ad essere puniti, perché siete peccatori? ( 1 Pt 2,20 )

Così non avete le consolazioni terrene, nel mondo presente, e la vita eterna, nel mondo futuro; ma qui i tormenti degli infelici, là i supplizi degli eretici.

Vedi dunque, fratello, con cui ora sono impegnato, che tu prima devi dimostrare di possedere la verità, e solo allora puoi esortare gli uomini ad essere disposti, per conservarla, a privarsi dei loro beni temporali.

Ma se tu non lo dimostri perché non puoi; e non puoi non per mancanza di intelligenza, ma perché la tua causa è sbagliata; perché con le tue esortazioni ti affretti a rendere gli uomini mendicanti ed ignoranti, bisognosi e sbandati, cenciosi, litigiosi, affamati ed eretici, che perdono i beni temporali in questo mondo, e trovano le pene eterne nel giudizio di Cristo?

Un figlio accorto che si allontana dal nido dei serpenti, per timore della frusta del padre, il padre non lo bastona e non lo uccide.

Quello, invece, che disprezza i dolori della correzione per la sua cattiva volontà, lo bastona e lo uccide.

Ma tu, eloquente oratore, non capisci che chi, per la pace di Cristo, si priva di tutti i beni terreni, ha Dio, e chi, per la pace di Donato, perde appena pochi spiccioli, non ha la testa.

99.227 - Noi siamo poveri di spirito e non ricchi

Petiliano: Noi, poveri di spirito, ( Mt 5,3 ) non temiamo per le ricchezze, ma temiamo le ricchezze.

Noi, che non abbiamo nulla e possediamo tutto, ( 2 Cor 6,10 ) riteniamo che la nostra ricchezza è l'anima; e con le nostre sofferenze e il nostro sangue ci procuriamo le ricchezze eterne del cielo. Il Signore infatti dice: " Chi perde i propri beni, riceverà il centuplo ".

99.228 - La povertà senza la carità è niente

Agostino: Anche in questo caso vale la pena citare il testo autentico.

Quando infatti un errore che fai o hai fatto nel capire la Scrittura, non crea alcun ostacolo al mio progetto, non mi preoccupo.

Ora, non sta scritto: Chi perderà i suoi beni, ma: Chi perderà la sua anima a causa mia. ( Mt 16,25 )

E per quanto riguarda i beni, non sta scritto: Chi perderà, ma: Chi lascerà; ( Mt 19,29 ) e non riguarda solo i beni pecuniari, ma anche molti altri.

Intanto, tu non hai perso i beni; se poi li hai lasciati, visto che ti glori della tua povertà, io non lo so.

E se per caso lo sa il mio collega Fortunato, dato che vivete nella stessa città, egli non mi ha mai informato perché non glielo ho mai chiesto.

Comunque, anche se li hai lasciati, sei stato tu stesso, nella tua lettera, a citare contro di te questo testo dell'Apostolo: Se io distribuisco tutti miei beni ai poveri, se do il mio corpo alle fiamme, ma non ho la carità, non mi giova a niente. ( 1 Cor 13,3 )

Se infatti aveste la carità, non rinfaccereste al mondo, che non conosce e che non conoscete, i crimini degli Africani, neppure quelli provati.

Se aveste la carità, non la camuffureste con le vostre calunnie, ma la riconoscereste chiaramente nelle parole del Signore: Fino a tutta la terra. ( At 1,8 )

Se poi non li hai lasciati, perché ti glori come se li avessi lasciati?

Possibile che abbiate tanta paura delle ricchezze, voi che non avete niente, e possedete tutto?

Dillo al tuo amico Crispino, che di recente ha comprato un terreno nei pressi della nostra Ippona, per immergervi le persone nel profondo!

Il perché lo so fin troppo. Forse tu non lo sai; per questo gridi con sicumera: Noi temiamo le ricchezze.

Mi sorprende che questo tuo grido, per giungere a noi, abbia scavalcato proprio lui.

Infatti, tra Costantina, dove vivi tu, e Ippona, dove vivo io, Calama, che è la sua città, è certamente più vicina a noi; comunque è tra le due città.

Perciò mi sorprende che non sia stato lui a raccogliere, per primo, il tuo grido, e a respingerlo per non farlo giungere a noi, e a proclamare contro di te, con molta più eloquenza, le lodi delle ricchezze.

In realtà le ricchezze, non solo egli non le teme, ma le ama.

Per il resto, prima di pubblicare queste notizie, leggiglile; se non le corregge, risponderemo.

Quanto a te, se davvero sei povero, hai costì mio fratello Fortunato: è più facile che la tua povertà possa piacere al mio collega, che al tuo.

100.229 - Sui fratelli nemici

Petiliano: Noi viviamo nel timore di Dio, e tutte le pene e le stragi che ci procurate con le vostre spade, non le temiamo.

Ma questo solo evitiamo: di farci massacrare le anime dalla vostra odiosa comunione.

Il Signore dice infatti: " Non temete quelli che uccidono il corpo, perché non possono uccidere l'anima; ma temete piuttosto colui che ha il potere di mandare nel fuoco della Geenna e il corpo e l'anima ". ( Mt 10,28 )

100.230 - Voi fate strage delle anime

Agostino: Ciò che dici lo fate voi, non con la spada visibile, ma con quella di cui è stato detto: Figli degli uomini, i loro denti sono armi e saette, e la loro lingua è una spada affilata. ( Sal 57,5 )

È appunto con questa spada, che accusa e calunnia il mondo sconosciuto, che voi trucidate le anime di fedeli ignoranti.

Ma se accusi come abominevole la comunione tra di noi, allora ti giudico dalla tua bocca, non dalla mia: che tu scenda o salga, esca o entri, giri o rigiri, sei tale e quale a Ottato.

Se poi rientri nel tuo cuore, e scopri di non esserlo, non perché egli non abbia partecipato ai sacramenti con te, ma perché tu lo hai deplorato, assolverai il mondo dai crimini altrui, e scoprirai di essere tutti implicati nel crimine dello scisma.

101.231 - Voi fate pesare sulle vostre anime i delitti dei colpevoli

Petiliano: Voi, dunque, che con il vostro falsissimo battesimo volete lavarvi più che rinascere, non solo non deponete i vostri peccati, ma caricate le vostre anime di quelli altrui.

Appena infatti l'acqua dei peccatori si svuota dello Spirito Santo, subito si riempie completamente dei peccati dei traditori.

Perciò, chiunque tu sia, o misero, che ti fai battezzare con quest'acqua, se volevi liberarti dalla menzogna, ti bagni di falsità; se volevi eliminare i crimini della carne, visto che ti accosti alla coscienza dei peccatori, ti bagni anche della colpa; se volevi spegnere il fuoco dell'avarizia, ti bagni di frode, ti bagni di crimine, ti bagni di follia.

Infine, se tu credi che il battezzato riceve la stessa fede del ministro, un omicida che battezza, bagna il fratello del suo sangue.

E così, tu che eri venuto al battesimo innocente, te ne ritorni parricida.

101.232 - Chi acclama le parole di Petiliano non ha le orecchie in testa, ma la testa nelle orecchie

Agostino: Mi piacerebbe parlare con coloro che, lette o ascoltate queste parole, hanno applaudito: costoro infatti non hanno le orecchie in testa, ma la testa nelle orecchie.

Comunque le leggano, le rileggano e le meditino; e ne percepiscano, non solo il suono, ma il senso.

Innanzitutto esaminiamo l'ultima frase: E così, dici, tu che eri venuto al battesimo innocente, te ne ritorni parricida, Rispondimi prima: Chi è venuto al battesimo innocente, tranne colui che non venne a farsi battezzare per purificare una sua iniquità, ma per offrire a noi una testimonianza di umiltà?

Quale colpa, infatti, si può rimettere a un innocente?

Oppure tu sei così eloquente, da mostrarci un'innocenza colpevole?

Non ascolti la Scrittura che dice: Nessuno davanti a te è puro dal peccato, neppure un bambino che ha solo un giorno di vita sulla terra? ( Gb 14,4-5 )

Perché, infatti, si corre alla remissione dei peccati anche con i bambini?

Perché non ascolti l'altro testo: E nel peccato sono stato concepito? ( Sal 51,7 )

Inoltre, se ritorna parricida chi era venuto senza il peccato di parricidio, poiché lo battezza un parricida, tutti quelli che ritornarono dopo essere stati battezzati da Ottato, sono diventati tanti Ottato.

Andate ora, e accusateci di eccitare contro di voi la collera dei re!

Avete forse paura di trovare tanti satelliti di Gildone, quante sono state le persone che Ottato ha potuto battezzare?

E infine, non vedi che la tua affermazione è scoppiata come una vescica, e non solo ha fatto un suono vuoto, ma lo ha fatto nella vostra testa?

101.233 - L'affermazione di Petiliano è contro la Scrittura

Ormai le altre precedenti tesi, che ci siamo proposti di confutare, si possono sintetizzare così: il battezzato ritorna dal battesimo tale e quale al suo battezzatore.

Ma Dio non voglia che se tu, dicendo queste cose, dimostri di essere delirante, i tuoi battezzati ritornino altrettanto deliranti!

Quanto suona bene la tua frase: Ti bagni di frode, ti bagni di crimine e ti bagni di follia!

In realtà se tu non fossi non dico bagnato di follia ma ripieno, non ci insulteresti in questo modo!

Tacciamo degli altri: possibile che i non avari che vengono a farsi battezzare dai tuoi colleghi o dai tuoi preti avari, ritornano avari?

E che tutti i sobri che corrono alla pozza del vino, per farsi battezzare, ritornano ubriachi?

E con queste idee e convinzioni osate perfino citare contro di noi il testo: È meglio sperare nel Signore che sperare nell'uomo; è meglio sperare nel Signore che sperare nel principi. ( Sal 118,8-9 )

Ma che altro voi insegnate, vi prego, se non a sperare, non nel Signore, ma nell'uomo, quando dite che il battezzato diventa tale e quale al battezzatore?

E, poiché rivendicate la primogenitura sul battesimo, non insegnate che gli uomini vi credano e che quanti vorrebbero sperare nel Signore, sperino nei principi?

No, essi non ascoltino voi, ma piuttosto i testi che hai citato e che sono contro di voi, e un qualcosa ancora più terribile: cioè che non solo: È meglio sperare nel Signore che sperare nell'uomo, ( Sal 118,8 ) ma anche: È maledetto chi ripone la sua speranza nell'uomo. ( Ger 17,5 )

102.234 - Petiliano: Imitate almeno i Profeti che temettero di vedere le loro sante anime ingannate da un falso battesimo.

Fu Geremia il primo a dire che l'acqua degli empi è ingannevole.

" È un'acqua ingannevole " - disse - " non ispira fiducia ". ( Ger 15,18 )

102.235 - Il vero significato del testo di Geremia 15,18

Agostino: Un uomo ignorante delle Scritture, che ascolta queste parole e non pensa che tu sia tanto forviato da non sapere ciò che dici, né tanto ingannatore da indurre a tacere colui che inganni, pensa che il profeta Geremia, desiderando il battesimo, abbia voluto cautelarsi contro il battesimo di ministri empi, e che quindi si sia espresso in tal modo.

Perché prima di citare il suo testo, hai detto: Imitate almeno i Profeti che temettero di vedere le loro sante anime ingannate da un falso battesimo: come se al tempo di Geremia ci si purificasse con il sacramento del battesimo?

Non lo hai forse fatto in quanto i Farisei, usando quelle abluzioni che il Signore disapprovò, lavavano quasi continuamente se stessi, i letti, i calici e le stoviglie, come si legge nel Vangelo? ( Mc 7,4 )

E Geremia quindi, come avrebbe potuto parlare come se desiderasse il battesimo, ma non volesse farsi battezzare dagli empi?

Egli si espresse in quel modo per lamentarsi del popolo infedele, i cui pessimi costumi lo facevano soffrire, ma non si coinvolgeva nelle loro azioni.

Egli però non si separò con il corpo dal popolo, e non cercò sacramenti diversi da quelli che il popolo giudaico riceveva secondo la legge, e adatti a quel tempo.

Egli chiamò piaga quel popolo, che conduceva una vita cattiva; piaga che feriva gravemente il cuore del giusto; ma si riferiva a se stesso e raffigurava in se stesso i fatti che vedeva nel futuro.

Ecco le sue parole: Ricordati di me Signore, visitami, e scampami dai miei inseguitori e rendimi innocente dai miei persecutori, non attendere; sappi come io sopporto a causa tua queste offese da coloro che disprezzano le tue parole.

Distruggili, e la tua parola sarà la mia gioia e la letizia del mio cuore, Signore onnipotente.

Non mi sono seduto nell'assemblea di quelli che si divertivano, ma ho temuto la tua mano; mi sono seduto a parte, poiché ero pieno di amarezza.

Perché mi affliggono quanti prevalgono su di me? La mia ferita è profonda, chi mi guarirà?

Essa è diventata come un'acqua ingannevole che non ispira fiducia. ( Ger 15,15-18 )

Tutto il testo rivela il pensiero del profeta; ma lo colgono solo quelli che non cercano di piegare la lettura del testo alla loro causa perversa.

Geremia disse che la sua ferita era diventata per lui come un'acqua ingannevole, che non ispira fiducia; ma per sua piaga egli volle intendere quelli che lo rattristavano con la loro vita cattiva.

Anche l'Apostolo ha detto in proposito: Al di fuori lotte, al di dentro timori; ( 2 Cor 7,5 ) e ancora: Chi è debole, ed io non lo sono?

E chi si scandalizza ed io non brucio? ( 2 Cor 11,29 )

Geremia non sperava nella loro conversione, perciò disse: Come guarirò?, come se egli dovesse essere sempre nel dolore, finché esistessero dei peccatori, tra i quali lui fosse costretto a vivere.

Quanto al popolo, viene spesso significato con il vocabolo acqua: lo si vede nell'Apocalisse dove veniamo a sapere, non per una nostra congettura, ma per una chiara interpretazione del testo, che le molte acque simboleggiano molti popoli. ( Ap 17,15 )

Quindi non bestemmiare il sacramento del battesimo per via di un'interpretazione distorta o meglio di un errore; anche se lo trovi in un uomo molto cattivo: neppure nel bugiardo Simone, infatti, l'acqua del battesimo, che aveva ricevuto, era mendace; ( At 8,13 ) e né tanti vostri bugiardi danno un'acqua mendace, quando battezzano nel nome della Trinità.

Essi infatti non cominciano ad essere bugiardi quando, scoperti e convinti, confessano i loro crimini, ma già lo erano quando, benché adulteri e criminali, facevano finta di essere casti e innocenti.

103.236 - Petiliano: Davide disse ancora: " L'olio del peccatore non profumerà il mio capo ". ( Sal 141,5 )

Chi definisce, egli, un peccatore? Me che tollero i tuoi crimini, o te che perseguiti l'innocente?

103.237 - Il traditore non è lo stesso che il persecutore

Agostino: Rispondo a nome del corpo di Cristo, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e fondamento della verità, ( 1 Tm 3,15 ) diffusa in tutto il mondo in forza del Vangelo, che viene predicato, come dice l'Apostolo: In ogni creatura che è sotto il cielo. ( Col 1,23 )

Rispondo a nome del mondo, del quale Davide, le cui parole tu non comprendi, dice: L'ha stabilito sulla terra, e non sarà mosso; ( Sal 93,1 ) tu invece sostieni che i peccati di altri non solo lo hanno mosso, ma lo hanno fatto scomparire totalmente.

A nome suo, dunque, rispondo: No, io non perseguito l'innocente.

Ora Davide ha detto: Olio del peccatore, e non: del traditore; non del turificatore; non del persecutore, ma: del peccatore.

Che cosa dovrai fare, quindi, secondo la tua interpretazione?

Prima di tutto vedere se tu stesso sei un peccatore.

Non dirmi: Non sono un traditore, non sono un turificatore, non sono un persecutore.

Neppure io, a Dio piacendo, sono niente di queste tre cose; e non lo è neppure il mondo, che non si smuoverà.

Ma se hai coraggio, di': Non sono un peccatore.

Infatti, Davide parla di olio del peccatore.

Ora, se tu hai un peccato qualunque, anche lieve, come puoi dimostrare di non aver niente a che vedere con le parole: Olio del peccatore?

Allora io chiedo: tu preghi con la preghiera del Signore?

E se non preghi con la preghiera che il Signore ha insegnato ai suoi discepoli, dove hai imparato un'altra che superi, per i tuoi meriti più grandi, i meriti degli Apostoli?

Se invece tu preghi come il Maestro si è degnato di insegnare, perché dici: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi il rimettiamo ai nostri debitori? ( Mt 6,12 )

Ora, noi non chiediamo il perdono dei peccati rimessici nel battesimo.

Dunque le parole di questa preghiera, o non ti permettono di essere intercessore o ti rivelano peccatore.

Ed ora vadano e ti bacino il capo quelli che hai battezzati, e i cui capi morirono con il tuo olio.

Ma tu vedi che cosa sei e che cosa pensi di te.

È possibile che Ottato, che i Pagani, i Giudei, i Cristiani, i vostri, i nostri, in tutta l'Africa chiamano ladro, traditore, oppressore, separatore e, non amico e né cliente, ma satellite di colui, al quale uno di voi disse che aveva il Conte per dio, non sia stato, neppure lontanamente, un peccatore?

Che faranno, dunque, quelli ai quali ha unto il capo un reo di un'accusa capitale?

Non vi baciano forse il capo anche quelli, i cui capi giudicate molto negativamente con la vostra interpretazione?

Almeno denunciateli ed esortateli a curarsi!

O forse bisogna curare il vostro capo, visto che delirate tanto?

Dirai: Dunque, che cosa ha detto Davide? Perché me lo chiedi? Chiedilo a lui.

Ti risponderà col versetto che precede: Il giusto mi correggerà con misericordia e mi rimprovererà; ma l'olio del peccatore non profumerà il mio capo. ( Sal 141,5 )

Che c'è di più semplice? Che c'è di più chiaro?

Ha detto: Preferisco essere curato da un rimprovero misericordioso, che ingannato e pervertito, con una specie di unzione del capo, da una blanda adulazione.

Identico concetto che la Scrittura esprime altrove con altre parole: Meglio le ferite di un amico, che i baci spontanei di un nemico. ( Pr 27,6 )

104.238 - Citazione del Salmo 141,5

Petiliano: Ecco come egli loda il profumo della concordia tra i fratelli: " Quant'è buono e piacevole per i fratelli abitare insieme!

È come l'unguento sparso sul capo, che scorre sulla barba, la barba di Aronne; che scorre sul lembo del suo vestito.

Come la rugiada dell'Hermon, che scende sui monti di Sion.

Il Signore infatti vi ha mandato la benedizione e la vita per sempre ": ( Sal 133,1-3 ) Ecco, egli dice, l'unità si unge come si ungono i sacerdoti!

104.239 - Il senso allegorico di questo salmo

Agostino: Dici il vero. L'antico sacerdozio possedeva l'unzione poiché era figura del corpo di Cristo, che viene salvato dalla compattezza dell'unità.

In effetti, il nome di Cristo viene da crisma, cioè dall'unzione.

Gli Ebrei lo chiamano messia: parola che riecheggia la lingua punica, come moltissime, o quasi tutte le parole ebraiche.

Ma che significa, in quel sacerdozio, il capo, la barba, l'orlo del vestito?

Per quanto il Signore mi concede di capire, il capo è il Salvatore del corpo: quello di cui l'Apostolo dice: Egli è il capo del corpo, cioè la Chiesa. ( Col 1,18 )

Per barba non è sconveniente intendere la forza.

Dunque, su quelli che nella Chiesa sono forti e si attaccano al suo orlo, tanto da predicare con franchezza la verità, discende da Cristo stesso, come dal capo, l'unguento santo, cioè la santificazione dello spirito.

Per orlo del vestito possiamo intendere la parte superiore del vestito, dove chi si veste infila il capo.

Esso significa i fedeli perfetti che sono nella Chiesa.

È nell'orlo, infatti, che consiste la perfezione di un vestito.

Tu ricordi certamente ciò che venne detto a quel ricco: Se vuoi essere perfetto, va', vendi tutto quanto possiedi e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi! ( Mt 19,21-22 )

Ma quegli se ne andò triste: trascurò la perfezione e scelse la defezione.

Ma vennero forse meno, per questo, quelli sui quali scorreva l'unguento dell'unità dal capo fin quasi all'orlo del vestito, perché l'abbandono dei beni terreni li aveva resi perfetti?

In realtà, anche non volendo parlare degli Apostoli, dei prelati e dei dottori che stavano con loro, per sapere chi sono gli uomini più eminenti e più forti significati nella parola barba, leggi gli Atti degli Apostoli, e vedi coloro che depositavano ai piedi degli Apostoli il ricavato dei loro beni venduti; nessuno considerava niente di proprio, ma avevano tutto in comune, e lo si distribuiva a ciascuno come aveva bisogno; e avevano un cuore solo e un'anima sola in Dio. ( At 4,32-35 )

Sta scritto così; tu lo sai.

Riconosci dunque che è buono e piacevole che i fratelli abitino insieme; riconosci la barba di Aronne; riconosci l'orlo del vestito spirituale.

Interroga la Scrittura stessa per sapere da dove hanno avuto inizio queste cose, e vi troverai scritto: da Gerusalemme.

È a partire da quest'orlo del vestito, che si intesse tutta l'unità in tutte le nazioni.

È attraverso quest'orlo che il capo è entrato nella veste, perché Cristo potesse rivestirsi della diversità del mondo; è in quest'orlo del vestito, infatti, che si è manifestata la diversità delle lingue.

Perché, dunque, resistete al capo, dal quale discende l'unguento dell'unità, cioè la fragranza dell'amore spirituale?

Perché, ripeto, resistete al capo che attesta e dice: E nel suo nome sarà predicata la remissione dei peccati in tutte le nazioni, a partire da Gerusalemme? ( Lc 24,47 )

E perché in questo unguento, volete vedere il sacramento del Crisma che, nel genere dei segni visibili è certamente sacrosanto come il battesimo, ma che può trovarsi anche in uomini malvagi, che consumano la vita nelle opere della carne?

Uomini che non possederanno il regno dei cieli e, di conseguenza, non appartengono né alla barba di Aronne, né all'orlo del suo vestito e né ad alcuna giuntura della sua veste sacerdotale?

Dove le metterai le note opere della carne, ricordate dall'Apostolo: La fornicazione, l'impurità, la lussuria, l'idolatria, i sortilegi, le inimicizie, le contese, le rivalità, le animosità, le discordie, le eresie, le invidie, le ubriachezze, le orgie, e cose simili; io vi annuncio e vi ho già annunciato, che quanti fanno queste cose, non possederanno il regno di Dio? ( Gal 5,19-21 )

Tolgo le fornicazioni che si fanno di nascosto; quanto alle impurità, interpretale come vuoi; tolgo anch'esse; aggiungiamoci anche i sortilegi: nessuno infatti confeziona e distribuisce veleni in pubblico; tolgo anche le eresie, perché così volete voi; e quanto all'idolatria, non so se devo toglierla, visto che l'Apostolo cita anche l'avarizia, che furoreggia in pubblico. ( Col 3,5 )

Tolto tutto questo. Possibile che presso di voi non ci sia nessun lussurioso, nessun avaro, nessun accanito fomentatore di inimicizie, nessun litigioso, geloso, violento, attaccabrighe, ubriaco e crapulone?

Possibile che presso di voi nessuno di questi viene unto e muore con questi vizi come peccatore notorio e pubblico?

Se dici che non c'è nessuno perché la passione per la lite ti fa mentire apertamente, vedi che non sia tu uno di questi.

Se invece sei lontano da questi peccatori, non per la separazione del corpo, ma per la diversità della vita, e osservi con dolore tali folle attorno ai vostri altari, che diremo noi, visto che sono stati unti con l'olio santo e, come l'Apostolo dichiara con limpida verità, non possederanno il regno di Dio?

Faremo noi un'offesa sacrilega alla barba di Aronne e all'orlo del suo vestito, credendo che bisogna metterli in essi? Non sia mai!

Distingui dunque il sacramento visibile e santo, che può trovarsi nei buoni e nei cattivi - negli uni come premio, negli altri come condanna - dall'unzione invisibile della carità, che è propria dei buoni.

Distinguili, distinguili. E che Dio distingua e separi te dal partito di Donato, e ti riconduca alla Cattolica, dalla quale essi ti hanno strappato ancora catecumeno, per legarti con il vincolo di un onore letale!

Quanto alla rugiada dell'Hermon sopra i monti di Sion, ( Gal 5,21 ) prendila come vuoi: una cosa, tuttavia, è certa: voi non siete sul monte di Sion, poiché non siete nella città posta sul monte; quella che possiede il segno sicuro di non poter restare nascosta. ( Mt 5,14 )

Essa quindi è nota a tutte le nazioni; mentre il partito di Donato è ignoto a molte nazioni. Dunque non è esso la Chiesa.

105.240 - Petiliano: Guai a voi, che violando ciò che è santo, dividete l'unità.

Dice infatti il profeta: " Se pecca il popolo, il sacerdote pregherà per lui, ma se pecca il sacerdote, chi pregherà per lui? ". ( 1 Sam 2,25 )

105.241 - Bisogna pregare anche per i sacerdoti

Agostino: Poco fa, trattando dell'olio del peccatore, mi sembrava di ungerti la fronte per farti dire, se osavi, che tu stesso non eri un peccatore.

Ecco lo hai detto. O crimine! O mostruosità!

Qualificandoti come sacerdote, infatti, e citando questo testo del profeta, che altro hai detto se non che tu sei assolutamente immune dal peccato?

Se infatti hai un peccato, chi pregherà per te, se è vera la tua interpretazione?

È così infatti che vi proponete alle persone semplici, ricordando il testo del profeta: Se pecca il popolo, il sacerdote pregherà per lui; ma se pecca il sacerdote chi pregherà per lui? ( 1 Sam 2,25 ) perché vi credano senza peccato ed affidino alle vostre preghiere la purificazione dei loro peccati!

Che grandi uomini siete: eccelsi, celesti, divini; anzi, non siete neppure uomini, ma angeli, voi che pregate per la gente e non volete che la gente preghi per voi!

Sei forse, tu, più grande di Paolo; più perfetto di questo grande Apostolo, che si raccomandava alle preghiere di quelli che ammaestrava?

Perseverate nella preghiera, egli disse, e vigilate in essa rendendo grazie; e pregate anche per noi affinché Dio ci apra la porta della parola ed io possa predicare il mistero di Cristo, per il quale mi trovo in catene, e manifestarlo in modo debito. ( Col 4,2-4 )

Ecco, si prega per l'Apostolo, ma non vuoi che lo si faccia per il vescovo!

Non vedi che superbia diabolica è la tua?

Si prega per l'Apostolo perché manifesti il mistero di Cristo come si deve.

Perciò, se voi aveste popolazioni devote, dovresti esortarle a pregare per te, perché tu possa parlare in modo debito.

Sei forse più giusto dell'evangelista Giovanni, che disse: Se diciamo di non avere il peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi? ( 1 Gv 1,8 )

E infine, sei più giusto di Daniele, che tu hai citato in questa lettera, dicendo: Il re propose Daniele, un uomo molto giusto, ai morsi delle fiere, che egli riteneva crudeli?

In realtà non li riteneva se è vero, come dimostra il contesto, che con il cuore pieno di affetto disse a Daniele: Il tuo Dio, che servi assiduamente, ti libererà. ( Dn 6,16 )

Ma di ciò abbiamo già parlato a lungo. Ora restiamo al tema.

Daniele era un uomo molto giusto; e questo lo sappiamo non dalla sua testimonianza, che alla nostra causa basta, ma dalla testimonianza dello Spirito di Dio, che ha parlato anche per mezzo di Ezechiele, là dove egli ha nominato tre personaggi eccelsi per santità: Noè, Daniele e Giobbe, gli unici, a suo dire, che potevano essere sottratti alla terribile giustizia di Dio, che minacciava tutti gli altri. ( Ez 14,14 )

Ora, se un'uomo giustissimo, uno dei tre menzionati, prega così: Io pregavo e confessavo i miei peccati e quelli del mio popolo davanti al Signore Dio mio, ( Dn 9,20 ) tu dici di essere senza peccato, solo perché sei sacerdote; e se il popolo pecca, tu preghi per lui, ma se pecchi tu, chi pregherà per te?

In realtà tu, per la tua grande arroganza ed empietà, ti mostri indegno dell'intercessione di quel sacerdote, che il profeta ha voluto intendere nelle parole che tu non comprendi.

Ora perché nessuno possa indagare sul significato di queste parole sarò io, per quanto il Signore lo concede, a spiegarle.

Tramite il profeta, Dio preparava gli animi della gente a desiderare un sacerdote, per il quale nessuno potesse pregare.

Egli era prefigurato all'epoca del primo popolo e del primo tempio, quando tutto era figura della nostra.

Per questo solo il Sommo Sacerdote entrava nel Santo dei Santi a pregare per il popolo, che però non entrava con il sacerdote all'interno del Santo dei Santi. ( Lv 16; Eb 9,7 )

Così ha fatto questo Sommo Sacerdote: egli è entrato nei penetrali del cielo, in un Santo dei Santi più vero, e noi, invece, restiamo ancora quaggiù.

Ma egli intercede per noi.

Perciò il profeta ha detto: Se pecca il popolo, il Sacerdote pregherà per lui, ma se pecca il sacerdote chi pregherà per lui?, cioè: Desiderate un sacerdote che non possa peccare, e che pertanto non abbia bisogno della nostra preghiera.

Ecco perché mentre la gente pregava per gli Apostoli, ( At 14,22 ) per questo Sommo Sacerdote, Maestro e Signore degli Apostoli, non pregava.

Ascolta ciò che dichiara e insegna Giovanni: Fratelli - egli dice - vi scrivo queste cose perché non pecchiate, e se qualcuno ha peccato abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto; egli è espiazione per i nostri peccati. ( 1 Gv 2,1-2 )

Giovanni ha detto: abbiamo, e poi: per i nostri peccati.

Impara l'umiltà per non cadere, anzi, per risorgere definitivamente.

In effetti, se tu non fossi caduto, non avresti parlato così.

106.242 - Petiliano: Non pretenda d'essere immune dal peccato il laico; glielo impedisce questo divieto: " Non farti complice dei peccati altrui ". ( 1 Tm 5,22 )

106.243 - Non essere complici è lo stesso che non approvare

Agostino: Ti perdi totalmente con la tua superbia, come si dice, poiché non vuoi comunicare con il mondo con la tua umiltà.

Questo divieto non riguarda il laico; e tu non sai in che senso è stato detto.

Scrivendo a Timoteo, l'Apostolo gli dava un consiglio, che già gli aveva dato altrove: Non disprezzare la grazia che è in te, e che ti è stata data con l'imposizione delle mani del presbitero. ( 1 Tm 4,14 )

E molte altre prove mostrano che Timoteo non era un laico.

Ora, dicendogli: Non farti complice dei peccati altrui, Paolo volle sottintendere: con il consenso e l'approvazione.

Perciò gli suggerì subito come fare: Conservati puro, gli disse. ( 1 Tm 5,22 )

Certo, Paolo non si fece complice dei peccati altrui, perché tollerò nell'unità visibile, la presenza di falsi fratelli, di cui prova dolore; ( 2 Cor 11,26 ) e né gli Apostoli, suoi predecessori, si fecero complici del furto e del delitto di Giuda, perché parteciparono alla santa cena insieme a lui, che già aveva venduto il Signore, e che il Signore aveva indicato.

107.244 - Petiliano: C'è anche un'altra espressione con cui l'Apostolo stesso equipara i complici di una coscienza cattiva: " Sono degni di morte ", disse, " e quelli che fanno tali cose, e quelli che le approvano ". ( Rm 1,32 )

107.245 - Altro è approvare una cosa altro tollerarla

Agostino: Comunque tu abbia inteso le tue parole, non mi preoccupo. Esse sono vere.

Ecco quanto insegna la Cattolica: c'è una grande differenza tra coloro che approvano tali cose, e se ne compiacciono, e coloro che le tollerano, e se ne dispiacciono.

I primi diventano paglia, e seguono la sterilità della paglia; i secondi, dato che sono grano, aspettano d'essere separati da Cristo il vagliatore.( Mt 13,24-40 )

108.246 - Petiliano esorta i Cattolici a venire alla Chiesa

Petiliano: Venite dunque alla Chiesa, o popoli, e fuggite i traditori, se non volete perire con loro.

Se volete conoscere facilmente l'ottimo giudizio che essi, benché colpevoli, danno della nostra fede, sentite: Io battezzo i loro corrotti, ed essi ricevono, Dio non voglia, i miei battezzati.

Certamente non lo farebbero se trovassero delle manchevolezze nel nostro battesimo.

Vedete, dunque, come è santo ciò che diamo: un nemico sacrilego ha temuto di distruggerlo.

108.247 - La Chiesa non si trova nel partito di Donato, ma in tutto il mondo

Agostino: Contro questo errore abbiamo già parlato a lungo in quest'opera e altrove.

Ma poiché voi ritenete di trovare in questa affermazione un sostegno molto grande alla vostra vanità, tanto da pensare di doverla collocare alla fine della lettera, così che, essendo quasi l'ultima, potesse imprimersi nell'animo dei lettori, ti rispondo brevemente.

Negli eretici noi approviamo il battesimo, non degli eretici, ma di Cristo; così come nei fornicatori, negli immondi, nei lussuriosi, negli idolatri, nei rancorosi, nei litigiosi, nei gelosi, nei violenti, nei settari, negli invidiosi, negli ubriachi, nei mangioni, approviamo un battesimo, non di essi, ma di Cristo.

E tutti costoro, tra i quali sono stati inseriti anche gli eretici, non possederanno il regno di Dio, come dice l'Apostolo; ( Gal 5,19-21 ) quindi apparterranno alla sinistra come il diavolo.

Essi non vanno considerati nel corpo di Cristo, che è la Chiesa, semplicemente perché partecipano col corpo ai suoi sacramenti.

Dunque, sebbene i sacramenti siano santi anche in costoro e, per quelli che li amministrano e li ricevono indegnamente, servano a maggiore condanna, costoro non sono in quell'organismo della Chiesa, che cresce in Dio nei membri di Cristo.

La Chiesa sta sulla Pietra, come dice il Signore: E su questa pietra edificherò la mia Chiesa, ( Mt 16,18 ) mentre essi edificano sulla sabbia, come dice il Signore stesso: Chi ascolta le mie parole e non le osserva, è simile ad un uomo stolto che edifica la sua casa sulla sabbia. ( Mt 7,26 )

Ora tu non credere che la Chiesa, che sta sulla pietra, è presente in una sola regione della terra e non si diffonde fino ai confini della terra.

Perciò ascolta la sua voce nel salmo: è la voce di chi geme in mezzo ai mali del suo pellegrinaggio.

Essa dice: Dai confini della terra io ho gridato verso di te, poiché il mio cuore era nell'angoscia.

Tu mi hai innalzata sulla roccia; mi hai guidata, perché tu sei stata mia speranza, torre di fortezza davanti ai miei nemici. ( Sal 61,3-4 )

Vedete? Essa grida dai confini della terra!

Dunque essa non sta solo in Africa o nei soli Africani, che dall'Africa mandano a Roma un vescovo per pochi Montesi, o nella casa di una sola donna nella Spagna.

Vedete come si innalza sulla pietra.

Dunque in essa non vanno annoverati tutti quelli che edificano sulla sabbia, cioè, che ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica.

Costoro, tuttavia, e presso di noi e presso di voi, hanno e danno il sacramento del battesimo.

Vedete? La loro speranza è Dio, Padre, Figlio, e Spirito Santo, e non Pietro, non Paolo e, molto meno, Donato e Petiliano.

Non è vostro, perciò, il sacramento che noi temiamo di distruggere, ma è di Cristo: e questo è santo anche nei sacrileghi.

Ora, noi non possiamo accettare quanti provengono da voi, se non distruggiamo ciò che è vostro.

Distruggiamo l'infedeltà del disertore, non il carattere dell'imperatore.

Del resto, considera tu stesso e cancella la tua affermazione: Io battezzo i loro corrotti, ed essi accettano, Dio non voglia, i nostri battezzati.

Di fatto, tu non battezzi dei corrotti, ma li ribattezzi per infettarli del tuo errore.

E noi non accettiamo i tuoi battezzati, ma distruggiamo il tuo errore, che li fa tuoi, e accettiamo il battesimo di Cristo, che ne ha fatto dei battezzati.

È stato opportuno, quindi, il tuo inciso: Dio non voglia.

Tu hai detto: Essi ricevono, Dio non voglia, i miei battezzati.

In realtà, mentre volevi far capire: Dio non voglia che li ricevano!, per timore che ricevessimo i tuoi, io lo intendo come se tu, senza accorgertene, abbia detto: Dio non voglia che siano miei.

Certo, Dio non voglia che siano tuoi, quelli che passano alla Cattolica.

Che essi vi passino non per essere nostri battezzati, ma per essere nostri compagni, e per essere, con noi, i battezzati di Cristo.

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