Discorsi sui tempi Liturgici

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Esposizione sulla domenica dell'ottava della Santa Pasqua

1 - La grazia di Dio ci ha cambiati da tenebre in luce
2 - Diventati figli di Dio viviamo in santità e giustizia

1 - La grazia di Dio ci ha cambiati da tenebre in luce

La vostra Carità ricorda come nel primo giorno del Signore, cioè otto giorni fa, noi abbiamo cantato a lui il verso che anche oggi abbiamo cantato, e cioè: Questo è il giorno che ha fatto il Signore. ( Sal 118,24 )

Orbene, c'è forse un giorno che non sia stato fatto dal Signore?

Ma lo Spirito di Dio, usando il nome giorno, voleva che rimanesse impressa un'opera di Dio ritenuta come la più importante.

Ora, fra tutte le opere di Dio, qual è quella che più eccelle se non l'uomo che ha la fede?

Ve lo ricordavamo anche l'altro giorno.

Iniziando le opere del mondo, Dio disse: Ci sia la luce, e ci fu la luce, e Dio divise la luce dalle tenebre, e chiamò la luce giorno, mentre le tenebre furono chiamate notte. ( Gen 1,3-5 )

Se dunque chiamò giorno la luce, sono senz'altro giorno coloro ai quali l'Apostolo dice: Un tempo eravate tenebre, ora invece luce nel Signore. ( Ef 5,8 )

Tutti i santi, tutti i credenti e, di conseguenza, tutti i giusti, dal momento che il giusto vive di fede, ( Rm 1,17 ) nel loro complesso sono giorno, purché vivano nella più perfetta concordia e unità; anzi proprio questa unità che vige fra tutti forma l'unico giorno.

Come infatti non si dovrà chiamare unico giorno coloro di cui negli Atti degli Apostoli si dice: Avevano un'anima sola e un sol cuore nel Signore? ( At 4,32 )

Anche nei confronti dell'umanità, in effetti, Dio ha operato la divisione fra giorno e notte, fra luce e tenebre, nell'attesa di accordare alla luce l'eternità, alle tenebre la dannazione.

Questa divisione attualmente non è ancora manifesta ma Dio l'ha già operata.

Un uomo vive male, ma può darsi che nella predestinazione divina sia luce; un altro vive bene, ma potrebbe darsi che nella predestinazione sia notte.

Che se Dio, pur avendo operato questa divisione, ha preferito tenerla occulta presso di sé, l'ha fatto perché il giorno non monti in superbia e divenga notte.

Ci sono infatti certuni che pretendono d'attribuire alle loro forze l'essere giusti e con animo diabolico e bocca sacrilega vanno dicendo: L'essere noi uomini è opera di Dio, ma l'essere noi giusti è opera nostra.

Se sono diventati giusti per opera loro, non sono il giorno fatto dal Signore.

Dica pertanto il fedele, cioè colui che da tenebre è diventato luce - colui al quale l'Apostolo dice: Un tempo eravate tenebre ma ora siete luce nel Signore -, dica con lo stesso Apostolo: Io non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. ( 1 Cor 15,9 )

Ecco la notte, ecco le tenebre.

Quando perseguitava la Chiesa di Dio le tenebre ricoprivano l'abisso. ( Gen 1,2 )

Ma il Signore lo chiamò dall'alto: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ( At 9,4 )

Si sono diradate le tenebre, è sorta la luce.

Difatti cominciò subito a predicare colui che aveva perseguitato, e diceva: Non sono degno d'essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.

Da che parte t'è dunque derivato quello che sei? Per la grazia di Dio sono quello che sono. ( 1 Cor 15,10 )

Ecco un giorno fatto dal Signore.

2 - Diventati figli di Dio viviamo in santità e giustizia

Rivolgo la mia parola a voi, giorno cementato dall'unità bambini nati infaustamente da Adamo ma rinati felicemente in Cristo.

Notate come siete giorno, notate come sia stato il Signore a farvi [ giorno ].

Ha fugato dal vostro cuore le tenebre del peccato, ha rinnovato la vostra vita.

Oggi vi mescolate nella moltitudine comune.

Scegliete chi volete imitare; ma non vogliate scegliere gli scostumati, con i quali dovreste poi andare in perdizione.

Non dite: Ma come? non è quel tale un fedele? eppure si ubriaca!

Ma come? non è quel tal altro un fedele? eppure ha insieme e una moglie e una concubina!

Ma come? quell'altro non è forse un fedele? eppure tutti i giorni, pur di guadagnare, giura il falso!

E quell'altro non è un fedele? eppure è usuraio nel prestare denaro!

E non è un fedele quell'altro, che consulta la pitonessa o quell'altro ancora che, quando ha dolori alla testa, si lega amuleti al collo, cioè: se li lega al collo per sfuggire alla morte?

Se direte cose come queste, andrete in perdizione.

Prendo a testimone Dio e i suoi angeli: per quanto stava in noi vi abbiamo dato quello che avevamo ricevuto; né siamo stati noi a darvelo ma Dio ve l'ha donato per mezzo nostro.

È denaro del Signore: noi siamo degli incaricati della distribuzione, non dei donatori.

Abbiamo un padrone comune: noi distribuiamo il cibo ai nostri compagni di servizio; viviamo anche noi attingendo allo stesso magazzino.

Non siamo nostri ma di colui che per noi ha sborsato il prezzo, il suo sangue.

Siamo stati redenti allo stesso modo e noi e voi, e tutti valiamo lo stesso prezzo, e nostro alimento è l'unico santo Vangelo.

Colui che ci ha redenti, da servi che eravamo, ci ha resi [ suoi ] fratelli: il Figlio unico ci ha costituiti suoi coeredi.

Era unico e si degnò d'avere dei fratelli.

O carissimi, non dimenticate questo atto di condiscendenza.

Vi chiamate fedeli: vivete da fedeli!

Conservatevi fedeli al vostro Signore e nel vostro cuore e nella vostra condotta!

Non abbiate nulla in comune con i comportamenti cattivi che non mancano fra i cristiani cattivi, diventati una moltitudine.

Badate a quel che vi dico: dovete essere del buon grano.

Sull'aia abbonda la pula, ma verrà la vagliatura e la pula sarà separata.

Non ci sarà una sola pagliuzza che entrerà con te nel granaio; non ci sarà un solo granello che vada nel fuoco.

Saprà ben separarli colui che ebbe la capacità di radunarli.

Ti sbagli se pensi che il Signore possa commettere errori.

Vi conosce colui che vi ha creati e ricreati, lui che, se vi avesse soltanto creati e non ricreati, finireste tutti dove andrà a finire la massa dei dannati.

Ma con questo intendo forse dirvi, miei fratelli, che non avrete modo di trovare dei cristiani che vivano rettamente?

Mi guardi il cielo dal pensare una tal cosa nei riguardi dell'aia del mio Signore!

Se fosse così, perché darmi da fare? Individuate i buoni per poterli imitare.

Siate voi personalmente buoni e li scoprirete.

Se viceversa comincerete a diventare cattivi, crederete che tutti siano cattivi; ma sarebbe uno sbaglio, un errore.

Se guarderete l'aia da lontano, ai vostri occhi si presenterà solo la pula.

Avvicinatevi, cercate, riempitevi la mano, giudicate soffiando con la bocca.

Tutto ciò che vola si solleva e cade, ciò che è pesante resta.

Buoni cristiani li troverete, credetemi: troverete uomini sposati che si conservano fedeli alla propria moglie, e così donne sposate che si conservano fedeli al proprio marito.

Cercate e troverete.

Siate buoni voi stessi e non vi resteranno sconosciuti, poiché il simile tende ad avvicinarsi al proprio simile.

Sei grano? Ti unirai al grano. Sei pula? Ti unirai alla pula.

Troverete persone che non prestano denaro ad usura; troverete persone che preferiscono subire un danno anziché commettere una frode li troverete senz'altro.

Cominciate voi ad esserlo e vi accorgerete di quanti sono.

Sono una minoranza, ma in confronto con i molti: quando verrà la vagliatura, si scoprirà che sono una massa; e la vagliatura la farà colui che già tiene il ventilabro nella sua mano. ( Mt 3,12 )

3 - Adesso, carissimi, voglio dire una parola a voi che siete fedeli battezzati ormai da tempo, battezzati l'anno scorso o in qualcuno degli anni passati.

E vi dico questo: camminate per quella strada che, se verrà seguita anche da questi neofiti, non vi conduca alla perdizione.

Tornerà infatti a vostra condanna nel giudizio se con la vostra cattiva condotta rovinate voi stessi e mandate in rovina questi altri.

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