Discorsi sul Vecchio Testamento

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Discorso di Sant'Agostino Vescovo

Tenuto la vigilia di Pentecoste sul verso del salmo" Confessate al Signore perché è buono, ecc.

1 - La parola di Dio così ci esorta: Confessate al Signore perché è buono. ( Sal 117,1; Sal 135,1 )

Confessate, afferma, al Signore.

E come se tu ne chiedessi la ragione soggiunge: Perché è buono.

Il reo non tema la severità del giudice: la bontà di Colui che lo ascolta lo rassicura nel confessare.

Se ad indagare su di te fosse un uomo, tu confessando a lui [ la tua colpa ] ti condanneresti a morte; dinanzi a Dio, che ti conosce in antecedenza, ti condanneresti a morte se rifiutassi di confessare.

Quando ti ascolta un uomo, si ripromette di conoscere dalla tua confessione lo stato in cui ti trovi; Dio invece ti giudica già dal tuo pensiero.

Confessa dunque per propiziarti Dio, poiché anche se non volessi farlo, non riusciresti a nasconderti a lui.

Quando Dio ti invita a confessare, non si attende da te una mancanza di rispetto nei suoi riguardi ma un atto di umiltà da parte tua.

Quanto poi alla sacra Scrittura, quando si parla di confessione, questa è da intendersi in due modi: cioè a tua punizione o a lode di Dio.

Dico che è a tua punizione quando esprime il tuo pentimento.

Infatti l'uomo che si pente punisce se stesso per non essere punito da Dio.

Dimostriamo dunque in primo luogo che in due sensi si può parlare di confessione, e cioè che non esiste solo la confessione dei peccati ma anche quella della lode di Dio; poi esporremo quanto il Signore vorrà donarci, sull'uno e sull'altro genere di confessione.

2 - La confessione dei peccati è quella usuale e a voi nota; quindi non è necessario esporne le motivazioni ma inculcarne l'uso.

Dobbiamo piuttosto far delle ricerche sulla confessione a lode di Dio e sulle prove che la dimostrano.

La gente infatti è talmente abituata a chiamare " confessione " quella dei peccati che, tutte le volte che dal lettore sentono la parola " Confessate ", si battono il petto, e dalla coscienza richiamata al dovere ecco levarsi un brusio piuttosto rumoroso.

Questo succede quasi sempre; eppure non sempre si parla di confessione dei peccati.

A volte infatti si parla [ della confessione ] di lode, come in quel passo della Scrittura ove si dice: Confessate al Signore; e nella confessione direte così: Tutte le opere del Signore sono molto buone. ( Sir 39,20-21 )

Quando ascolti: Nella confessione direte così: Tutte le opere del Signore sono molto buone, è chiaro che questa è una confessione di lode a Dio, non della tua colpevolezza.

Confessi infatti che tutte le opere del Signore sono buone, non che le tue azioni sono cattive.

Ed eccoti un altro passo, sul quale, come per il precedente, non puoi avere alcun dubbio.

Il Signore Gesù certamente non commise peccati; ( 2 Cor 5,21; 1 Pt 2,22 ) tuttavia nel Vangelo dice: Confesso a te, Padre, Signore del cielo e della terra.

E continua con la lode: Poiché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.

Sì, Padre, perché così è piaciuto a te. ( Mt 11,25-26 )

È questa la confessione di uno che loda Dio, non di uno che accusa se stesso.

Siccome dunque chi confessa o accusa se stesso o loda Dio, vogliate riflettere un poco sui vantaggi che ha l'una e l'altra confessione.

3 - Chi si accusa d'essere cattivo dispiace a se stesso; e provando dispiacere per la sua cattiveria, già comincia ad essere buono, dal momento che più non gli piace d'essere cattivo.

È questo l'inizio del ravvicinamento del nostro cuore alla legge di Dio, in quanto ciò che lui punisce lo punisci anche tu e ciò che reca dispiacere a lui lo reca anche a te.

In accordo con Dio tu cominci ad odiare il peccato, e siccome tu cominci ad odiare te stesso in accordo con Dio, Dio comincia ad amarti.

Il peccato infatti non può restare impunito.

Se non vuoi che ti punisca lui, punisciti da te stesso.

Sì, il peccato non può restare impunito e, se tu lo punisci, lui te ne libera, se tu ci passi sopra, lui lo punisce.

Osserva al riguardo il motivo per cui ottenne la giustificazione il pubblicano anziché il fariseo.

Come si meritò il perdono se non perché non pretese di discolparsi da se stesso?

Teneva gli occhi rivolti a terra e volgeva il cuore verso l'alto; si batteva il petto e guariva la coscienza. ( Lc 18,10-14 )

Che dire di più? Egli tornò a casa giustificato a differenza del fariseo.

Se ne chiedi il motivo, eccotelo! Perché chi si innalza sarà umiliato e chi si umilia sarà innalzato. ( Lc 18,14 )

4 - Dovendoti presentare dinanzi al Giudice, sii tu stesso il tuo giudice.

Previeni Colui che ti dovrà giudicare e lo incontrerai tuo liberatore.

Che significa " Previeni "? Prima che ti punisca lui, punisciti da te stesso.

Tu hai letto certamente le parole: Preveniamo il suo volto con la confessione. ( Sal 95,2 )

Sembrano fra loro contrarie le due parole: " Riconoscere " e " Perdonare ", ma se tu vuoi che egli ti perdoni, occorre che tu ti colpevolizzi.

Osserva quindi cosa dice nel salmo uno che, pentito, accusa se stesso: Distogli il tuo sguardo. ( Sal 51,11 )

Ma da che cosa? Non dice: " Da me "; anzi in un altro passo dice: Non distogliere da me il tuo sguardo. ( Sal 27,9 )

Da che cosa dunque [ dovrà distoglierlo ]? Dice: Distogli lo sguardo dai miei peccati. ( Sal 51,11 )

Per quale merito vuole che Dio distolga lo sguardo, non da lui ma dai suoi peccati, affinché non vedendo quelli posi su di lui il suo sguardo?

Per quale merito? Notalo bene e imitalo.

Dice infatti nel medesimo salmo: Poiché io riconosco la mia colpa. Per questo tu perdona.

E prosegue: Il mio peccato mi sta sempre dinanzi. ( Sal 51,5 )

Rimprovera quei tali che si pongono davanti i peccati degli altri e dietro le spalle i propri: quelli degli altri davanti a sé per criticarli spietatamente, i propri dietro le spalle per difenderli con tolleranza.1

5 - Coloro che si pongono dietro le spalle i propri peccati, non vogliono vederli e con finzione si esimono dal riconoscerli.

Per questo motivo il Signore rivolge al peccatore queste parole minacciose: Tu hai fatto questo, e io ho taciuto.

Che significa: Ho taciuto? Non mi sono vendicato, non ti ho punito, non ti ho mandato nella geenna.

Hai agito male e hai seguitato a vivere; e di nuovo ti sei dato al male, prendendoti gioco di chi ti perdonava.

Hai supposto [ in me ] una cosa cattiva, che cioè io fossi come te: ( Sal 50,21 ) hai creduto che io fossi simile a te, vale a dire che, come a te, così anche a me piacesse la tua malizia.

Vedi dunque quanto ti giova il provar dispiacere per la tua colpa.

Con questo infatti cominci ad essere simile a Dio, non coltivando l'assurda pretesa di rendere Dio simile a te.

Subito infatti ti accorgi dell'assurdità che commetti quando a Dio, che ha creato te a sua somiglianza, ( Gen 1,27 ) tu vuoi imporre di diventare simile a te.

Ebbene, tu hai fatto questo, e io ho taciuto, cioè: " Non mi sono vendicato ".

E allora tu hai supposto [ in me ] una cosa cattiva, che cioè io fossi come te.

Tutti i malfattori, gli iniqui, i delinquenti, i bestemmiatori, gli scellerati dicono così: " Effettivamente, se le nostre azioni dispiacessero a Dio, noi non saremmo in vita ".

Che significa: " Se le nostre azioni dispiacessero a Dio, noi non saremmo in vita "?

Cosa dici mai? Quindi tali cose piacciono a Dio? Hai supposto una cosa cattiva.

Queste azioni non piacciono a Dio: Dio non potrà essere simile a te.

Piuttosto correggi te stesso e sarai simile a Dio.

Ma tu non vuoi: poni te stesso dietro le tue spalle, non fai quel che dice la Scrittura: Il mio peccato mi è dinanzi. ( Sal 51,5 )

Tu poni te dietro di te. Pertanto ascolta quest'altro testo: Ti rimprovero, ti pongo dinanzi al tuo volto. ( Sal 50,21 )

Dice: " Quel che tu non fai, lo faccio io: ti pongo davanti a te, ti punisco servendomi di te ".

Fallo dunque tu, affinché non debba farlo lui: poni te dinanzi a te, e di' con sicurezza: " Riconosco la mia colpa, e il mio peccato mi sta sempre dinanzi. ( Sal 51,5 )

Non sia davanti a te, perché è davanti a me. Distogli lo sguardo ( Sal 51,11 ) da quella colpa da cui io non lo distolgo.

Perdona il peccato che io riconosco ".

Non avrai da temere la morte, ma per non morire confessa.

6 - Ora considera la confessione di lode.

Poiché nella confessione del peccato ti sei dispiaciuto di te, nella confessione di lode piacerà a te Dio.

Ti dispiaccia ciò che tu hai fatto in te, ti piaccia Colui che ti ha fatto.

Opera tua è il peccato; tu sei opera di Dio.

Ora Dio odia l'opera da te compiuta nell'opera sua.

Convertiti dunque a lui e a lui confessa: accusando te e lodando lui sarai nel giusto.

Gli uomini ingiusti fanno il contrario: lodano se stessi e accusano Dio.

Rifletti bene, e, se questo riscontri in te, correggiti; e sebbene quel che sto per dire tu ora non lo sia più, una volta lo sei stato, poiché tale è il comportamento di tutti gli ingiusti.

Blasfemi come sono, essi quando fanno il bene pretendono per sé la lode; quando fanno il male accusano Dio.

Il superbo e l'arrogante dicono: " Ingrato, ingrato che altro non sei!, io ti ho dato questo e questo; io ti ho fatto la tale e la tal'altra offerta ".

In ogni situazione con voce altisonante [ l'empio ] schiamazza: " Io, io ".

Se viceversa ti si sorprende in una qualche colpa, un furto, un adulterio o qualcosa di simile e, condotto dinanzi al giudice, odi cominciare la requisitoria contro di te, tu subito dirai: " È il mio destino avverso " ovvero, senza nominare il destino, dici: " Ma se Dio non l'avesse voluto, l'avrei potuto fare? ".

Tu dunque accusi direttamente Dio o lo accusi per vie traverse interponendo il fato.

In effetti, accusando il fato accusi le stelle: le quali stelle sono opera di Dio.

Comunque, quello che tu intendi è rimproverare Dio e difendere te stesso.

Esaminati! Colloca in basso ciò che ponevi in alto, e poni in alto ciò che stavi mettendo in basso.

Hai peccato? Accusa te stesso. Hai agito bene? Loda Dio.

7 - Quando sei in peccato, ripeti l'invocazione del salmo: Io ho detto: Signore, abbi pietà di me; risana la mia anima perché ho peccato contro di te. ( Sal 41,5 )

Qui devi dire: " Io ". Quando confessi: Ho peccato contro di te, allora devi dire: " Io ".

Perché vuoi sfuggire all'incontro in cui Dio si troverà dinanzi a te solo?

Rifletti e impara! Dice: Io ho detto: Signore, io ho peccato contro di te.

Io ho detto. Ricorda quell'Io ho detto.

Non il destino, la sorte, e nemmeno tu o lo stesso diavolo, poiché se io non l'avessi voluto, non vi avrei acconsentito.

Ed effettivamente non è cosa ben fatta accusare il diavolo per discolpare noi stessi.

A questo riguardo Dio ci ha comandato di perdonare chi confessa [ la propria colpa ].

Ma tu non l'hai commessa! Non avendo commesso nulla, a te non si perdona.

Elevi suppliche per ottenere il perdono!

Se non vuoi subire la pena, confessa la colpa.

Quanto al diavolo, egli stesso vuole che ci si adiri contro di lui: quando viene incolpato, gode moltissimo, purché gli riesca di distoglierti dal confessare.

In conclusione, quando pecchi di': " Io "; quando invece ti comporti bene di' quel che diceva l'Apostolo: Non certo io ma la grazia di Dio con me. ( 1 Cor 15,10; Gal 2,20 )

Sarai sulla strada giusta se confesserai i tuoi peccati e la lode di Dio, le tue opere cattive e i beni da lui ricevuti.

Davanti al Signore tu confessi che egli è buono; e se tu così gli confessi, egli ti userà misericordia, e non per un po' di tempo - cioè finché dura la presente vita fugace - [ ma per sempre ] poiché la sua misericordia dura in eterno. ( Sal 118,1 )

Rivolti al Signore, ecc.

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1 Phaedrus, Fab. 4, 10