La Scala del Paradiso

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Grado IX

Della Memoria della malizia, o vero rancore

Le sante virtudi sono assimigliate alla scala che vide Iacob, ma le immonde malizie sono assimigliate alla catena, che cadde delle mani a santo Piero, principe e guidatore del coro degli apostoli, però che le virtù l'una dopo l'altra menano e portano suso in cielo quegli, che sopr'ogni altra cosa questo ama e desidera, ma le malizie l'una nasce dell'altra, e l'una costrigne l'altra; onde udimmo lo stolto furore chiamare per suo propio figliuolo la memoria della malizia, imperò si conviene a tempo dicere di lei.

La memoria della malizia è compimento del furore e guardiana degli peccati, odio della giustizia, saetta e ruggine e tossico dell'anima, perdimento delle virtudi, vermine della mente, confusione dell'orazione, mozzamento delle petizioni che si fanno a Dio, alienazione di carità, uno chiovo fitto nell'anima, uno sentimento non dilettevole amato per amore d'amaritudine, un peccato che non viene meno, una iniquità non dormente, uno trapassamento cotidiano ed una malizia continua.

Questo è uno tenebroso e tristo vizio, cioè la memoria della malizia, fra tutte e sopra tutte le altre vizia, sì quelle che non generano, sia ancora quelle che sono generate.

Quegli che fece cessare l'ira, uccise la memoria della malizia, ma vivendo il padre, fassi la generazione de' figliuoli.

L'umilità è quella che fa cessare l'ira, della quale nasce lo rancore; chi possiede carità, discaccia come sua avversaria la vendetta, ma quegli che ritiene la nimistà, questi aggiugne fatica inutile a sè medesimo.

La mensa della carità discioglie l'odio, e li mondi doni feciono diventare l'anima mansueta.

La mensa studiosamente accurata è madre della confidenzia, e per la finestra della carità entrerae l'ingluvia del ventre.

Vidi l'odio disciogliere e rompere uno legame d'amore fornicario, che era durato lungo tempo, e lo rancore fece i rei ed i malvagi rimanere liberi da quelli legami; ed era mirabile visione vedere il demonio cacciare il demonio, ma questa veramente fue divina dispensazione, non opera di demonii.

Da lungo è la memoria della malizia dalla carità ferma e naturale, ma la fornicazione gli s'appressa lievemente, e segretamente vidi esser presa la colomba, però che sotto specie di carità entroe l'amore carnale.

Tu che tieni la memoria della malizia, cioè del male che ài ricevuto da altrui, abbi memoria del male che ti fanno le demonia; e tu che vuogli servare nimistà, sii sempre nimico del corpo tuo, però che la sua amistà è troppo pericolosa.

La carne è uno amico stolto, disconvenevole e traditore, però che quanto meglio la notricherai, più t'offenderà.

Quegli che parla della Santa Scrittura, e tiene la memoria della malizia, e le parole dello Spirito Santo dispone secondo l'affetto suo, che vuole dimostrare per la Santa Scrittura, che gli sia licito di tenere nimistà e rancore, questi fia confuso dall'orazione di Gesù Cristo, quando oroe per li nimici, la quale non potemo dicere con esso, tenendo lo rancore e la malignità nel cuore.

Quando combattendo molto, non puoi disciogliere da te lo stimolo e la malignità di questo vizio, almeno colla bocca di' tua colpa al nemico, acciò che per questa mostra che tu fai in sua presenza vergognandoti, finalmente l'ami in verità e ricevalo in amico, essendo punto dalla conscienzia quasi dal fuoco, ed allora cognoscerai te essere cambiato e commutato da quello fracidume del rancore.

Non quando ori per lo tuo avversario, nè quando gli presenti e fagli doni, nè quando lo inviti e mangi con lui, ma quando udirai che sia caduto in tribulazione o corporale o spirituale, e dorratti e piagnerai come di te medesimo, allora sarai libero dal vizio del rancore.

Il solitario che tiene in cuore rancore, è uno aspide nel nido, il quale ae dentro da sè il tossico mortale.

La memoria di quelle passioni che patì Cristo, sana l'anima del vizio del rancore, facendola vergognare della sua impazienzia.

Nelle legna fracide si generano i vermini, e nell'anime cogli costumi tranquilli e mansueti non legittimi spesse fiate ci è nascosto lo rancore.

Chi discaccia da sè il rancore, truova la indulgenzia, ma chi lo ritiene, sarà privato della misericordia di Dio.

Molti per avere la indulgenzia, si son dati a sostenere molte fatiche, ma colui che non si ricorda del male c'à sostenuto, questi ci perviene innanzi che quegli, se è vero quello che disse il Signore: Perdonate tosto, e saravvi perdonato largamente.

Il segno della nobile e approvata penitenzia è il dimenticamento delle ingiurie, ma quegli che tiene in cuore lo rancore, e pare che faccia penitenzia, è assimigliato a quegli, che in sogno si pensa di correre.

Vidi alcuni, che avendo essi rancore al prossimo, ammoniano altri che non avessero rancore; per la qual cosa ellino vergognandosi delle loro propie parole, si cessarono da quel vizio.

Niuno estimi piccola o leggiera questa ottenebrante passione, però ch'ella ae natura di stendersi spesse volte insino alle persone spirituali.

Chi possiede questo nono grado, addimandi con fidanza l'assoluzione delle sue offensioni al nostro Salvatore Dio nostro Gesù Cristo.

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