La Scala del Paradiso

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Grado XI

Del molto parlare

Detto è da noi compendiosamente, come lo giudicare è cosa molto pericolosa e crudele, ed è un vizio che entra in quelli che paiono spirituali; ma maggiormente lo giudicare è essere giudicato e dalle lingue tormentato.

Ma ora è mestieri di dire della cagione e della porta, onde questo difetto entra nell'anima ed onde esce.

Il molto parlare è cattedra della vanagloria, la quale per sè medesima à natura di manifestare sè pompaticamente.

Il molto parlare è segno dinsipienzia o vero di stoltizia, ed è porta della detrazione, ed è conducitore del riso sconvenevole ed è ministro del mentire, ed è discioglimento della compunzione, ed è dispersione della sottiglianza dell'intelletto, ed è vocatore dell'accidia, ed è precursore del sonno, ed è dissipazione del pianto, ed è esterminazione della guardia dell'anima, ed è raffreddamento del calore e del fervore della devozione, ed è oscurazione dell'orazione.

E per contrario il silenzio tenuto e fatto scientemente e con discrezione è madre dell'orazione, guardia del fuoco del cuore, ed è lo vescovo delle cogitazioni, ed è intenzione di quelli che sono impugnati, ed è colligazione del pianto, ed è amico delle lagrime, ed è operatore della memoria della morte, ed è contemplatore e piagnitore delle pene eternali, nelle quali l'anima tenendo silenzio può imaginare; ed è diligente inquisizione del giudicio eternale, ed è ministro della santa tristizia, ed è inimico della propia confidenza, ed è congiunto con la tranquillità della mente, come marito con moglie, ed è uno repugnatore dell'amore d'insegnare e d'amaestrare altrui, ed è accrescimento di scienzia ed ordinazione del parlamento delle cose di Dio, ed è uno profitto ed uno frutto non apparente, ed uno salimento nascosto.

Quegli che conosce gli suoi difetti, ritiene la lingua, ma colui che parla molto, non si conosce come gli è mestieri.

Colui che è amico del silenzio, s'appressa a Dio, e segretamente parlando con lui è illuminato.

Lo silenzio che tenne Gesù Cristo dinanzi a Pilato, inchinò Pilato a compassione, e la modestia e la tranquillità della voce dell'uomo discaccia la vanagloria, però che la vanagloria sempre parla con altezza e con pompa d'ornato parlare.

Piero apostolo per lo parlare che fece, pianse poi amaramente, ricordandosi del profeta David, che disse: Io dissi e posimi in cuore di guardare le vie mie, acciò ch'io non offenda colla lingua mia; e ricordandosi dell'altro, cioè Salomone, che disse: Meglio sarebbe cadere da una altura insino in terra, che cadere colla lingua, male parlando.

Io di queste cose non voglio molto scrivere, quantunque l'astuzie de' vizii a ciò mi confortino; ma dicone questo, io udii da uno, il quale dimandai diligentemente ed amichevolmente della quietudine e della guardia della bocca, il quale mi disse che 'l molto parlare nasce al postutto da una di queste cose: che o egli nasce da mal nutricamento e da maligna usanza, la quale è forte a lasciare, però che la lingua è uno de' membri del corpo, e quello di che è ammaestrata, richiede per l'usanza; o egli viene da incitamento del demonio in quelli che sono combattitori, e massimamente dal demonio della vanagloria; ed alcuna fiata nasce dalla gola e dalla replezione e satollezza del ventre, però che spesse volte quelli che rifrenano il ventre, quasi per una forza e violenza e per una debilità richiudono la bocca e lo molto parlare, che da essa procede.

Quegli che è sollicito a pensare della morte, taglia ed abbrevia le parole, e quegli che possiede pianto d'anima, fugge quasi dal fuoco il molto parlare.

Quegli che ama la quiete della solitudine, richiude la bocca sua, ma quegli che si rallegra d'essere visitato e richiesto dalla gente, essendo perseguitato dalla passione di questo vizio, è cacciato fuori della cella.

Quegli che sente l'odore del fuoco dell'Altissimo, fugge l'uomo come l'api fuggono il fummo, però che come l'api sono perseguitate e cacciate dal fummo, cosi questi è cacciato volontariamente dalla ragunanza de' gran parlatori; ma quegli che è gran parlatore, ama la compagnia di coloro, che sono simiglianti a sè.

Molti pochi sono quegli, che possano tenere l'acqua, che non è rinchiusa, che non corra in giù; ancora sono più pochi quelli, che posson domare la lingua, che è isfrenata ed incontinente per l'usanza.

Questo è il grado undecimo della santa Scala, lo quale chi l'ae acquistato, molti mali ricide in una cosa.

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