Summa Teologica - I

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Una scienza « Pia »

Il legame della teologia con la fede, emerso ad ogni stadio della nostra ricerca, ci permette di valorizzare due delle qualità indispensabili della teologia.

Innanzitutto, e proprio a motivo del suo essere animata dalla fede, la teologia è una scienza « pia » e richiede una fede « viva », cioè penetrata ( « informata », come dice san Tommaso ) dalla carità, per corrispondere pienamente alla sua definizione.

Se può accadere che la teologia sia praticata con una fede morta o del tutto insufficiente, ciò non toglie che questa sia una situazione anormale.

Lo studio teologico richiede la medesima fede esigita dalla vita cristiana o dalla preghiera; e anche se si tratta di attività differenti, è un'unica fede quella che si esprime.

« Preghiera contemplativa o speculazione teologica costituiranno varietà specificamente differenti nel loro gioco psicologico; ma nella struttura teologale esse possiedono medesimo oggetto, medesimo principio, medesimo fine »39

É per questo che nel suo Prologo alle Sentenze, Tommaso diceva che, in colui che la pratica, la teologia assume una modalità orante ( modus orantis ).40

Per lui non c'è alcun dubbio: la preghiera rientra nell'esercizio della teologia.

D'altra parte, e sempre in dipendenza della fede che è la sua anima e il suo motore, la teologia possiede una incontestabile dimensione escatologica.

Ed è qui che assieme alla fede e alla carità troviamo la speranza, terza virtù teologale.

La teologia, secondo Tommaso, realizza una certa anticipazione di quella conoscenza che avrà il suo compimento nella visione beatifica.

Egli lo dice con tutta chiarezza: « il fine ultimo di questa doctrina è la contemplazione della verità prima, in patria ».41

É questo che si intende quando si parla della teologia come di un sapere « speculativo »; nel linguaggio di san Tommaso questa parola, oggi così svalutata, non significa niente altro che « contemplativo »,42 e quindi che chi pratica la teologia deve essere come essa completamente rivolto verso l'oggetto del suo sapere, che è anche il fine ultimo della sua vita di cristiano.

É chiaro che questa qualità non appartiene alla teologia se non per il fatto che appartiene prima alla fede che la anima, poiché è la fede che procura questo « assaggio » ( praelibatio quaedam ) dei beni divini di cui godremo nella visione beatifica ,43 ma Tommaso la applica precisamente alla scienza delle cose divine: « Per mezzo di essa noi possiamo godere di una qualche partecipazione e assimilazione alla conoscenza divina anche mentre ci troviamo ancora in cammino, nella misura in cui tramite la fede infusa aderiamo alla verità prima per se stessa ».44

Se la teologia è proprio questa realtà che abbiamo appena descritto - e almeno nel caso di Tommaso non c‘è dubbio che sia così - si capisce che egli non abbia avuto alcuna necessità di elaborare una spiritualità accanto alla sua teologia.

É la sua teologia stessa che è una teologia spirituale, e si dovrebbe poter sempre riconoscere un teologo tomista dal tono spirituale, che avrà saputo dare anche alle elaborazioni più tecniche.

Se questa articolazione a volte necessita di essere messa in evidenza, magari per quei lettori meno preparati a scoprirla, essa è tuttavia, almeno in germe, sempre presente.

Però la parola « spiritualità » ha preso ai nostri giorni alcune connotazioni più precise ed è importante esserne coscienti per evitare di utilizzarla a vanvera …

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39 M.-D. CHENU, La foi dans l’intellgence, Paris 1964, p. 134.
40 Sent. I, Prol., a. 5 sol.
41 Sent. I, Prol., a. 3 sol. i et ad i: «Sed quia scientia omnis principaliter pensanda est ex fine, finis autem huius doctrinae est contemplatio primae veritatis in patria, ideo principaliter speculativa est»; si troveranno più dettagli in J. -P. TORRELL, Théologie et sainteté, RT 71(1971) 205-221, cf. 205-212.
42 Cf. S. PINCKAERS, Recherche de la signification véritable dii terme «spéculatif», NRT 81(1959) 673-695.
43 Compenduum theol. I 2; si vedrà la definizione più esplicita della Summa ( II-II q. 4, a. 1): «la fede è un habitus dell.anima che dà inizio in noi alla vita eterna facendo aderire il nostro intelletto alle realtà che non vediamo»; è anche la dottrina più volte ripetuta in De ver., q. 14, a. 2.
44 Super Boetium De Trin., q. 2, a. 2