Summa Teologica - I-II

Indice

Articolo 4 - Se l'accecamento e l'indurimento siano sempre ordinati alla salvezza di chi li subisce

In Matth., c. 13; In Ioan., c. 12, lect. 7

Pare che l'accecamento e l'indurimento siano sempre ordinati alla salvezza di chi li subisce.

Infatti:

1. S. Agostino [ Enchir. 11 ] ha scritto che « Dio, essendo sommamente buono, non permetterebbe il male se non potesse da ogni male ritrarre un bene ».

Perciò molto più Dio ordina al bene il male di cui egli stesso è causa.

Ora Dio, come si è visto [ a. prec. ], è causa dell'accecamento e dell'indurimento.

Quindi questi fatti devono essere ordinati alla salvezza di coloro che li subiscono.

2. Come dice la Scrittura [ Sap 1,13 ], « Dio non gode per la rovina dei viventi ».

Invece parrebbe goderne, se non volgesse l'accecamento a loro vantaggio: come si direbbe di un medico che nel somministrare una medicina amara all'infermo non lo facesse per la sua guarigione.

Quindi Dio ordina l'accecamento al bene degli accecati.

3. « Dio non fa preferenze di persone », dice la Scrittura [ At 10,34 ].

Ora, è certo che l'accecamento di alcuni fu ordinato alla loro salvezza: p. es. nel caso di alcuni Giudei i quali, al dire di S. Agostino [ Quaest. in Mt 14, su 13,15 ], accecati al punto di non credere in Cristo e di ucciderlo, in seguito, come narrano gli Atti [ At 2,37 ], pentiti si convertirono.

Quindi Dio volge l'accecamento di tutti gli accecati alla loro salvezza.

In contrario:

Come ammonisce S. Paolo [ Rm 3,8 ], non si può fare il male perché ne venga un bene.

Ora, l'accecamento è un male.

Quindi Dio non acceca nessuno per il suo bene.

Dimostrazione:

L'accecamento è un certo preambolo al peccato.

Ora, il peccato è ordinato a due cose: alla prima, che è la dannazione, è ordinato per se stesso; alla seconda invece, cioè alla salvezza, è ordinato dalla provvidenza misericordiosa di Dio, in quanto Dio permette che alcuni cadano nel peccato affinché, come dice S. Agostino [ De nat. et gratia cc. 27,28 ], riconoscendo il loro peccato si umilino e si convertano.

Per cui anche l'accecamento per sua natura è ordinato alla dannazione di chi lo subisce, cosicché viene enumerato tra gli effetti della riprovazione; tuttavia per divina misericordia l'accecamento temporaneo è ordinato come una medicina alla salvezza di coloro che lo subiscono.

Però questa misericordia non è offerta a tutti gli accecati, ma ai soli predestinati per i quali, come dice S. Paolo [ Rm 8,28 ], « tutto coopera al bene ».

Quindi, come insegna S. Agostino [ Quaest. in Mt 14 ], per alcuni l'accecamento è ordinato alla salvezza, per altri invece alla dannazione.

Analisi delle obiezioni:

1. Tutti i mali che Dio fa o permette sono ordinati a un bene: non sempre però al bene di colui che li subisce, ma talora al bene di altri, o di tutto l'universo.

Così Dio ha ordinato il peccato dei tiranni al bene dei martiri, e le pene dei dannati alla glorificazione della sua giustizia.

2. Dio si rallegra della perdizione degli uomini non per la perdizione stessa, ma a motivo della sua giustizia, o per il bene che ne deriva.

3. Per Dio ordinare l'accecamento di alcuni alla loro salvezza è opera di misericordia, mentre ordinare l'accecamento di altri alla loro dannazione è opera di giustizia.

Il fatto poi che Dio offra la misericordia ad alcuni e non a tutti non costituisce preferenza di persone, come si è spiegato nella Prima Parte [ q. 23, a. 5, ad 3].

4. [ S.c.]. Non si può fare il male della colpa perché ne venga un bene, ma per questo scopo si può benissimo infliggere il male della pena.

Indice