Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se Mosè sia stato il più grande dei Profeti

De Verit., q. 12, a. 9, ad 1; a. 14; In Is., c. 6

Pare che Mosè non sia stato il più grande dei Profeti.

Infatti:

1. La Glossa [ ord. ] sull'inizio del Salterio afferma che « Davide è chiamato il Profeta per eccellenza ».

Perciò non fu Mosè il più eccellente di tutti.

2. Furono compiuti miracoli più grandi da Giosuè, il quale fece fermare il sole e la luna [ Gs 10,12s ], e da Isaia, il quale fece retrocedere il sole [ Is 38,8 ], che da Mosè, il quale divise il Mar Rosso [ Es 14,21 ].

E lo stesso si dica di Elia, del quale si legge [ Sir 48,4s ]: « E chi può vantarsi di esserti uguale, tu che risvegliasti un defunto dalla morte e dagli inferi? ».

Quindi non fu Mosè il più grande dei profeti.

3. Nel Vangelo [ Mt 11,11 ] si legge che « fra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista ».

Perciò non fu Mosè il più grande di tutti i profeti.

In contrario:

Nel Deuteronomio [ Dt 34,10 ] si legge: « Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè ».

Dimostrazione:

Sebbene sotto qualche aspetto altri Profeti siano stati superiori a Mosè, tuttavia assolutamente parlando Mosè fu superiore a tutti.

Infatti nella profezia vanno considerate, come si è detto [ a. 3; q. 171, a. 1 ], sia la conoscenza, tanto secondo la visione intellettuale quanto secondo la visione immaginaria, sia l'annuncio e la conferma di essa mediante i miracoli.

Ora, Mosè fu superiore agli altri prima di tutto quanto alla visione intellettuale, poiché secondo S. Agostino [ De Gen. ad litt. 12, cc. 27,28 ] egli vide l'essenza stessa di Dio, come S. Paolo nel suo rapimento.

Per cui nei Numeri [ Nm 12,8 ] si afferma che « gli vede il Signore apertamente, non per mezzo di enigmi ».

Secondo, quanto alla visione immaginaria, di cui egli quasi fruiva a piacimento, non solo ascoltando le parole, ma anche vedendo colui che parlava, persino sotto l'aspetto di Dio, e non solo nel sonno, ma anche nella veglia.

Da cui le parole dell'Esodo [ Es 33,11 ]: « Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro ».

Terzo, quanto all'annuncio: poiché egli parlava a tutto il popolo dei credenti da parte di Dio come nell'atto di promulgare per la prima volta la legge; invece gli altri Profeti parlavano al popolo in nome di Dio per indurre all'osservanza della legge di Mosè, come si legge in Malachia [ Ml 3,22 ]: « Tenete a mente la legge del mio servo Mosè ».

Quarto, rispetto al compimento dei miracoli: poiché egli li compì dinanzi a tutto un popolo di infedeli.

Da cui le parole del Deuteronomio [ Dt 34,10s ]: « Non è più sorto in Israele un profeta come Mosé, lui con il quale il Signore parlava faccia a faccia, per tutti i segni e prodigi che il Signore aveva mandato a compiere nel paese di Egitto, contro il Faraone, contro i suoi ministri e contro tutto il suo paese ».

Analisi delle obiezioni:

1. La profezia di Davide si avvicina a quella di Mosè quanto alla visione intellettuale, poiché entrambi ricevettero una rivelazione della verità intelligibile e soprannaturale senza visioni immaginarie.

Tuttavia la visione di Mosè fu superiore quanto alla conoscenza della divinità, mentre Davide conobbe ed espresse in modo più completo i misteri dell'incarnazione di Cristo.

2. I prodigi dei Profeti suddetti furono più grandi quanto alla sostanza del fatto, però i miracoli di Mosè furono più grandi quanto al modo in cui furono prodotti, poiché furono compiuti dinanzi a tutto il popolo.

3. S. Giovanni Battista appartiene al nuovo Testamento, i cui ministri sono superiori allo stesso Mosè, poiché contemplano Dio più « a viso scoperto », come dice S. Paolo [ 2 Cor 3,18 ].

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