Summa Teologica - III

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Articolo 1 - Se Cristo avesse dovuto vivere in mezzo agli uomini o condurre una vita solitaria

II-II, q. 25, a. 6, ad 5

Pare che Cristo non avrebbe dovuto vivere in mezzo agli uomini, ma condurre una vita solitaria.

Infatti:

1. Era necessario che Cristo mostrasse nella sua vita di essere non solo uomo, ma anche Dio.

Ma a Dio non si addice di vivere con gli uomini.

Dice infatti Daniele [ Dn 2,11 ] che « la dimora degli dèi è lontana dagli uomini », e secondo Aristotele [ Polit. 1,1 ] chi vive solo « o è una bestia », se lo fa per crudeltà, « oppure è un dio », se lo fa per attendere alla contemplazione della verità.

Non era dunque conveniente che Cristo vivesse in mezzo agli uomini.

2. Cristo, durante la sua vita mortale, doveva vivere nella maniera più perfetta.

Ora, la vita più perfetta è quella contemplativa, come si è visto nella Seconda Parte [ q. 182, aa. 1,2 ].

E per la vita contemplativa è richiesta soprattutto la solitudine, secondo le parole di Osea [ Os 2,16 ]: « La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore ».

Quindi Cristo doveva condurre una vita solitaria.

3. La vita di Cristo doveva essere uniforme, affinché in lui apparisse sempre ciò che è più perfetto.

Ma Cristo talvolta andava in cerca di luoghi solitari, per sfuggire la folla.

Da cui le parole di Remigio [ Isid., Quaest. de Nov. et Vet. Test. 50 ]: « Troviamo scritto che il Signore possedeva tre rifugi, cioè la barca, la montagna e il deserto; e in qualcuno di questi si rifugiava ogniqualvolta si sentiva pressato dalle turbe ».

Quindi avrebbe dovuto condurre costantemente una vita solitaria.

In contrario:

Il profeta Baruc [ Bar 3,38 Vg ] scrive: « Allora apparve sulla terra e visse tra gli uomini ».

Dimostrazione:

Il modo di vivere di Cristo doveva essere quello più conforme al fine dell'incarnazione, per il quale egli venne nel mondo.

Ora, egli venne prima di tutto per rivelare la verità, come disse egli stesso [ Gv 18,37 ]: « Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità ».

Quindi egli non doveva nascondersi nella solitudine, ma manifestarsi e predicare in pubblico.

Per cui diceva [ Lc 4,42s ] a quelli che volevano trattenerlo con loro: « Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato ».

Secondo, egli venne per liberare gli uomini dal peccato, come dice S Paolo [ 1 Tm 1,15 ]: « Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori »

Quindi, come nota il Crisostomo [ cf. Cat. aurea in Lc 4,10, sul v. 42 ], « sebbene Cristo avesse potuto attrarre tutti a sé e far sentire loro la sua predicazione stando sempre fermo nel medesimo luogo, tuttavia non lo fece, per darci l'esempio di come dobbiamo muoverci e andare in cerca di coloro che periscono, come fa il pastore in cerca della pecora smarrita, e il medico con l'infermo ».

Terzo, egli venne « affinché per mezzo di lui potessimo accedere a Dio », come dice S. Paolo [ Rm 5,2 ].

Ora, per questo era necessario che egli infondesse negli uomini la fiducia di avvicinarsi a lui, vivendo familiarmente tra loro.

Leggiamo infatti nel Vangelo [ Mt 9,10 ]: « Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i suoi discepoli ».

E S. Girolamo [ In Mt 1 ] spiega: « Avevano visto un pubblicano convertirsi a una vita migliore, ammesso alla penitenza: perciò anch'essi non disperano della salvezza ».

Analisi delle obiezioni:

1. Cristo volle manifestare la sua natura divina mediante l'umana.

È quindi vivendo con gli altri uomini, il che è proprio dell'uomo, che manifestò a tutti la divinità con la predicazione, con i miracoli e col condurre tra gli uomini una vita innocente e santa.

2. Come si è visto nella Seconda Parte [ q. 182, a. 1; q. 188, a. 6 ], di per sé la vita contemplativa è superiore a quella attiva occupata in attività materiali.

Ma la vita attiva con la quale uno, predicando e insegnando, comunica agli altri le verità contemplate è più perfetta della vita in cui si contempla soltanto, in quanto presuppone l'abbondanza della contemplazione.

E così Cristo scelse questo genere di vita.

3. « L'agire di Cristo è un insegnamento per noi ».

Per dare quindi l'esempio ai predicatori, che non devono sempre farsi vedere in pubblico, il Signore talvolta si allontanava dalla folla.

E faceva così per tre motivi.

A volte per prendere un po' di riposo corporale.

Per cui leggiamo in S. Marco [ Mc 6,31 ] che il Signore disse ai discepoli: « "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò" ».

Era infatti molta la folla che andava e veniva, e non avevano più neanche il tempo di mangiare ».

- Altre volte invece per pregare, come dice S. Luca [ Lc 6,12 ]: « In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare, e passò la notte in orazione a Dio ».

E S. Ambrogio [ In Lc 5, su 6,12 ] commenta: « Col suo esempio ci istruisce sui precetti delle virtù ».

- Altre volte infine per insegnarci a fuggire il favore degli uomini.

Per cui il Crisostomo [ In Mt hom. 15 ], spiegando le parole evangeliche [ Mt 5,1 ]: « Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna », commenta: « Trattenendosi non in città, né sulla piazza, ma nella solitudine del monte, voleva insegnarci a non fare nulla con ostentazione, e a tenerci lontani dai tumulti, soprattutto quando si deve trattare di cose necessarie alla salvezza ».

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