Summa Teologica - III

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Articolo 2 - Se il potere giudiziario spetti a Cristo in quanto uomo

In 4 Sent., d. 48, q. 1, a. 1; C. G., IV, c. 96; Quodl., 10, q. 1, a. 2; Comp. Theol., c. 241; Expos. in Symb., a. 7; In Matth., c. 25; In Ioan., c. 5, lectt., 4, 5

Pare che il potere giudiziario non spetti a Cristo in quanto uomo.

Infatti:

1. S. Agostino [ De vera relig. 31.57 ] afferma che il giudizio viene attribuito al Figlio in quanto è la legge stessa della prima verità.

Ma ciò appartiene a Cristo in quanto è Dio.

Perciò il potere giudiziario non spetta a Cristo in quanto uomo, ma in quanto Dio.

2. Il potere giudiziario ha il compito di premiare i buoni e di punire i malvagi.

Ora, il premio delle opere buone è la felicità eterna, la quale può essere concessa solo da Dio: poiché, come nota S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 23 ], « l'anima è resa beata dalla partecipazione di Dio, non già dalla partecipazione di un'anima santa ».

Quindi il potere giudiziario non spetta a Cristo in quanto uomo, ma solo in quanto Dio.

3. Il potere giudiziario ha il compito di giudicare i segreti dei cuori, come accenna l'Apostolo [ 1 Cor 4,5 ]: « Non vogliate giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore, il quale metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori ».

Ma ciò spetta solo alla virtù divina, come risulta da quelle parole della Scrittura [ Ger 17,9s ]: « Più fallace di ogni altra cosa è il cuore, e difficilmente guaribile: chi lo può conoscere?

Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per rendere a ciascuno secondo la sua condotta ».

Quindi il potere giudiziario non spetta a Cristo in quanto uomo, ma in quanto Dio.

In contrario:

Nel Vangelo [ Gv 5,27 ] si legge: « [ Il Padre ] gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'Uomo ».

Dimostrazione:

Il Crisostomo [ In Ioh. hom. 39 ] pare persuaso che il potere giudiziario non spetti a Cristo in quanto uomo, ma solo in quanto Dio.

Così infatti egli legge il passo evangelico riferito sopra [ s. c. ]: « Gli ha dato il potere di giudicare.

E non vi meravigliate per il fatto che è Figlio dell'Uomo » [ Gv 5,28 ].

E commenta: « Egli infatti giudica non perché uomo, ma perché Figlio dell'ineffabile Dio.

Essendo dunque le facoltà enunciate superiori all'uomo, per chiarire la cosa il Signore dice: "Non vi meravigliate per il fatto che è Figlio dell'Uomo: poiché è anche Figlio di Dio".

E per darne la prova si appella alla risurrezione finale: "Viene l'ora infatti in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio di Dio" ».

Si deve però notare che, pur restando in Dio l'autorità primaria di giudicare, tuttavia Dio comunica agli uomini il potere giudiziario rispetto alle cose sottoposte alla loro giurisdizione.

Da cui il comando del Deuteronomio [ Dt 1,16 ]: « Giudicate con giustizia », a cui seguono le parole: « poiché il giudizio appartiene a Dio », per la cui autorità voi giudicate.

Ora, sopra [ q. 8, aa. 1,4; q. 20, a. 1, ad 3 ] si è detto che Cristo, anche per la sua natura umana, è capo di tutta la Chiesa, e che « Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi » [ Sal 8,7; Eb 2,8 ].

Perciò a lui spetta, anche secondo la natura umana, il potere giudiziario.

Quindi il suddetto brano evangelico va letto con questa punteggiatura: « Gli ha dato il potere di giudicare perché è Figlio dell'Uomo » - non certo per la condizione della natura umana, perché allora tutti gli uomini avrebbero un simile potere, come obbietta appunto il Crisostomo [ l. cit. ], ma per la grazia capitale, che Cristo ha ricevuto nella sua natura umana -.

Ora, il suddetto potere giudiziario spetta a Cristo nella sua natura umana per tre motivi.

Primo, per la sua conformità e affinità con gli uomini.

Come infatti Dio opera mediante le cause seconde poiché sono più vicine agli effetti, così giudica gli uomini mediante l'umanità di Cristo affinché il giudizio sia per gli uomini più benevolo.

Da cui le parole dell'Apostolo [ Eb 4,15s ]: « Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia ».

Secondo, poiché « nel giudizio finale », nota S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 19 ], « ci sarà la resurrezione dei morti, e i loro corpi Dio li risuscita per mezzo del Figlio dell'Uomo », come « per mezzo del medesimo Cristo risuscita le anime » in quanto questi è « Figlio di Dio ».

Terzo, poiché, come spiega S. Agostino [ Serm. 127,7 ], « era giusto che i giudicandi vedessero il giudice.

Ma costoro saranno sia i buoni che i cattivi.

Bisognava dunque che nel giudizio la forma di servo apparisse sia ai buoni che ai cattivi, riservando ai soli buoni la forma di Dio ».

Analisi delle obiezioni:

1. Il giudizio spetta alla verità come alla sua regola direttiva, ma spetta anche all'uomo in quanto questi è informato dalla verità, così da costituire in qualche modo una cosa sola con essa, divenendo quasi una legge e una « giustizia animata ».

Per cui S. Agostino cita in proposito l'affermazione di S. Paolo [ 1 Cor 2,15 ]: « L'uomo spirituale giudica ogni cosa ».

Ora, l'anima di Cristo fu unita alla verità e riempita di essa molto più di tutte le altre creature, secondo la testimonianza di S. Giovanni [ Gv 1,14 ]: « Noi l'abbiamo visto pieno di grazia e di verità ».

Per questo dunque all'anima di Cristo spetta in sommo grado di giudicare ogni cosa.

2. È solo di Dio rendere beate le anime partecipando se stesso, ma appartiene a Cristo il condurre gli uomini alla beatitudine quale loro capo e autore della loro salvezza, secondo le parole dell'Apostolo [ Eb 2,10 ]: « Colui che voleva portare molti figli alla gloria rese perfetto mediante la sofferenza il capo che doveva guidarli alla salvezza ».

3. Conoscere e giudicare i segreti dei cuori spetta di per sé soltanto a Dio, ma per il rifluire della divinità nell'anima di Cristo ciò spetta anche ad essa, come si è visto sopra [ q. 10, a. 2 ] a proposito della scienza di Cristo.

Da cui le parole di S. Paolo [ Rm 2,16 ]: « Nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo ».

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