Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se per questo sacramento si richieda il pane azzimo

In 4 Sent., d. 11, q. 2, a. 2, sol. 3; C. G., IV, c. 69; C. err. Graec., c. 32, §§ 1, 37; In Ioan., c. 13, lect. 1

Pare che per questo sacramento non si richieda il pane azzimo.

Infatti:

1. In questo sacramento si deve imitare la sua istituzione da parte di Cristo.

Ora, pare che Cristo abbia istituito questo sacramento con il pane fermentato: infatti i Giudei, a norma della legge [ Es 12 ], iniziavano a usare gli azzimi nel giorno di Pasqua, che viene celebrata nella quattordicesima luna; Cristo invece istituì l'Eucaristia nella Cena che celebrò « prima della festa di Pasqua », come risulta da S. Giovanni [ Gv 13,1.4 ].

Perciò anche noi dobbiamo celebrare questo sacramento con il pane fermentato.

2. Le prescrizioni legali non vanno osservate nell'era della grazia.

Ma l'uso degli azzimi era una prescrizione legale, come risulta dall'Esodo [ Es 12 ].

Quindi in questo sacramento di grazia non dobbiamo usare il pane azzimo.

3. Si è detto sopra [ q. 73, a. 3, ad 3 ] che l'Eucaristia è « il sacramento della carità », come il battesimo è il sacramento della fede.

Ma il fervore della carità è indicato dal lievito, come risulta dalla Glossa [ ord. ] su quel testo di S. Matteo [ Mt 13,33 ]: « Il regno dei cieli è simile al lievito ».

Perciò in questo sacramento si richiede il pane fermentato.

4. Essere azzimo o fermentato è un'accidentalità del pane che non ne cambia la specie.

Ora, nella materia del battesimo non si fa alcuna discriminazione quanto agli accidenti dell'acqua: non si bada, p. es., se essa è salata o dolce, calda o fredda.

Quindi anche per l'Eucaristia non si deve fare alcuna differenza tra il pane azzimo e il pane fermentato.

In contrario:

I canoni [ Decretales 3,41,14 ] puniscono il sacerdote che « osi celebrare la messa con pane fermentato, o con un calice di legno ».

Dimostrazione:

Riguardo alla materia di questo sacramento si possono considerare due cose: ciò che è necessario e ciò che è conveniente.

Necessario è che il pane sia di frumento, come si è detto [ a. prec. ]: e senza di esso il sacramento non è valido.

Non è invece necessario per la validità del sacramento che il pane sia azzimo o fermentato: è infatti consacrabile sia l'uno che l'altro pane.

È conveniente però che ciascuno osservi il rito della propria Chiesa nella celebrazione del sacramento.

Ora, in proposito le consuetudini delle Chiese sono diverse.

Scrive infatti S. Gregorio [ Tract. contra Graec. errores ]: « La Chiesa Romana offre pani azzimi perché il Signore prese una carne senza alcuna mistura.

Altre Chiese invece offrono pane lievitato perché il Verbo del Padre si rivestì di carne, come anche il lievito viene a mescolarsi con la farina ».

Come dunque pecca il sacerdote della Chiesa latina celebrando con pane fermentato, così peccherebbe il sacerdote greco celebrando nella Chiesa greca con pane azzimo, poiché tenterebbe in tal modo di cambiare il rito della propria Chiesa.

Ciò nonostante, la consuetudine di celebrare con pane azzimo è più ragionevole.

Primo, per l'istituzione di Cristo, il quale istituì questo sacramento « nel primo giorno degli azzimi », come attestano S. Matteo [ Mt 26,17 ], S. Marco [ Mc 14,12 ] e S. Luca [ Lc 22,7 ]: nel quale giorno, a norma dell'Esodo [ Es 12,15.19 ], non doveva rimanere nelle case dei Giudei alcunché di fermentato.

- Secondo, poiché il pane, come vedremo [ q. 76, a. 1, ad 1 ], è propriamente il sacramento del corpo di Cristo, che fu concepito senza corruzione, più che il sacramento della sua divinità.

- Terzo, poiché ciò conviene meglio alla sincerità dei fedeli, che è richiesta per la ricezione di questo sacramento, in conformità con le parole di S. Paolo [ 1 Cor 5,7s ]: « Cristo nostra Pasqua è stato immolato: celebriamo dunque la festa con azzimi di sincerità e di verità ».

La consuetudine dei Greci ha tuttavia qualche giusta motivazione: cioè il simbolismo a cui accenna S. Gregorio e la ripulsa dell'eresia dei Nazareni, i quali mescolavano al Vangelo le prescrizioni legali.

Analisi delle obiezioni:

1. La solennità della Pasqua iniziava secondo l'Esodo [ Es 12,7.18 ] ai vespri della quattordicesima luna.

E fu allora che Cristo dopo l'immolazione dell'agnello pasquale istituì l'Eucaristia.

Per questo S. Giovanni dice che questo giorno precedeva immediatamente la festa di Pasqua, mentre gli altri tre Evangelisti lo chiamano « il primo giorno degli azzimi », quando nelle case degli Ebrei, come si è detto [ nel corpo ], non si trovava nulla di fermentato.

Ma di ciò si è parlato più diffusamente trattando della passione del Signore [ q. 46, a. 9, ad 1 ].

2. Coloro che usano il pane azzimo non intendono osservare le prescrizioni legali, ma conformarsi all'istituzione di Cristo.

Quindi non giudaizzano.

Altrimenti giudaizzerebbero anche coloro che usano il pane fermentato: poiché i Giudei come primizie offrivano pani fermentati.

3. Il lievito per qualche suo effetto indica la carità, cioè in quanto rende il pane più saporito e più voluminoso, ma per la sua natura specifica indica la corruzione.

4. La fermentazione è una specie di corruzione, e con il pane corrotto non si può consacrare questo sacramento, come si è detto [ a. 3, ad 4 ]: quindi è giusto tenere più conto della differenza tra il pane azzimo e quello fermentato che di quella tra l'acqua calda e l'acqua fredda nel battesimo.

Infatti la corruzione dovuta al lievito potrebbe spingersi al punto di rendere la materia invalida per il sacramento.

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