Summa Teologica - III

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Articolo 8 - Se un sacerdote degradato sia in grado di consacrare questo sacramento

In 4 Sent., d. 13, q. 1, a. 1, sol. 4; Quodl., 12, q. 11, a. 1

Pare che un sacerdote degradato non sia in grado di consacrare questo sacramento.

Infatti:

1. Nessuno compie questo sacramento se non perché ha il potere di consacrare.

Ma un canone [ Decr. di Graz. 2,1,1,97 app. ] afferma che « il degradato non ha il potere di consacrare, sebbene abbia quello di battezzare ».

Quindi il sacerdote degradato non ha il potere di consacrare l'Eucaristia.

2. Chi dà una cosa, la può anche togliere.

Ma il vescovo con l'ordinazione dà al sacerdote il potere di consacrare.

Quindi glielo può anche togliere degradandolo.

3. Il sacerdote con la degradazione perde o il potere di consacrare, o solo l'esercizio di esso.

Ma non ne perde solo l'esercizio, perché allora il degradato non perderebbe nulla di più dello scomunicato, al quale viene proibito l'esercizio.

Quindi perde il potere di consacrare.

E così non è in grado di compiere questo sacramento.

In contrario:

S. Agostino [ Contra Parmen. 2,13 ] prova che gli « apostati » dalla fede « non perdono il battesimo » per il fatto che « quando ritornano pentiti esso non viene reiterato, il che sta a indicare che è ritenuto indelebile ».

Ma anche il sacerdote degradato, se viene riconciliato, non va ordinato di nuovo.

Quindi non ha perduto il potere di consacrare.

E così un sacerdote degradato è in grado di consacrare questo sacramento.

Dimostrazione:

Il potere di consacrare l'Eucaristia appartiene al carattere dell'ordine sacerdotale.

Ma il carattere, essendo dato con una consacrazione, è sempre indelebile, come si è visto [ q. 63, a. 5 ], così come è perpetua, indelebile e irrepetibile la consacrazione di qualsiasi cosa.

È chiaro quindi che il potere di consacrare non viene perduto con la degradazione.

Scrive infatti S. Agostino [ Contra Parmen. 2,13 ]: « L'uno e l'altro », cioè il battesimo e l'ordine, « sono sacramenti, e vengono conferiti all'uomo mediante una consacrazione: sia quando si battezza, sia quando si ordina.

Perciò di nessuno dei due è lecita ai cattolici la ripetizione ».

È evidente quindi che un sacerdote degradato ha la capacità di consacrare questo sacramento.

Analisi delle obiezioni:

1. Quel canone non si esprime in tono di asserzione, ma di interrogazione, come si può desumere dal contesto.

2. Il vescovo non dà il potere dell'ordine sacerdotale per virtù propria, ma strumentalmente, quale ministro di Dio; e l'effetto di Dio non può essere cancellato dall'uomo, secondo le parole [ Mt 19, 6 ]: « Quello che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi ».

Quindi il vescovo non può togliere questo potere: come chi battezza non può togliere il carattere battesimale.

3. La scomunica è una pena medicinale.

Perciò agli scomunicati l'uso del potere sacerdotale non viene tolto in perpetuo, ma temporaneamente, a scopo di correzione.

Ai degradati invece ciò viene inflitto in perpetuo come una condanna definitiva.

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