Cenacolo N° 55

« Voi avete ucciso Gesù di Nazaret! »

Siamo nati nel cuore di Gesù trafitto per i nostri peccati

Giunto al pentimento dopo aver guardato con amore il Crocifisso risorto, uscendo fuori, guarda con occhi nuovi la gente che incontri, quelli della tua famiglia, della tua comunità, del tuo ambiente di lavoro, e di' a te stesso: « Sono miei fratelli; sono tutti miei fratelli! ».

« Tutti là sono nati », cioè nel cuore di Gesù trafitto per i nostri peccati!

Ora è il Risorto stesso che ci parla.

Sono parole piene di fede e di entusiasmo, pronunciate nel corso di una liturgia, dal vescovo di una delle sette Chiese dell'Asia Minore, nei primordi stessi della Chiesa:

« Sono io che ho distrutto la morte, che ho trionfato del nemico, che ho rapito l'uomo alla sommità dei cieli.

Orsù, dunque, venite voi tutte stirpi umane immerse nei peccati.

Ricevete la remissione dei peccati.

Sono io, infatti, la vostra remissione; sono io la Pasqua della salvezza,

io l'Agnello immolato per voi,

io il vostro riscatto,

io la vostra vita,

io la vostra risurrezione,

io la vostra luce,

io la vostra salvezza,

io il vostro re,

io vi mostrerò il Padre. »

( Cfr. Il Potere della Croce di R. Cantalamessa )

La carità è la virtù più nobile in mancanza della quale siamo nulla

Confronto tra la carità e le altre virtù

San Paolo incomincia il confronto tra la carità e l'eloquenza.

Nobile dono, quello di far vibrare l'anima e la volontà dell'uomo spronandolo ad alte azioni e ad imo rese sacre San Paolo dice: "Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna".

E sappiamo tutti perché.

Tutti abbiamo provato l'aridità delle parole senza emozione, il vuoto, l'indicibile inutilità dell'eloquenza che non sia fondata sulla Carità.

San Paolo la confronta con il dono di profezia.

La confronta con la conoscenza dei misteri.

La confronta con la fede.

La confronta con la beneficenza.

Perché mai la carità vale più della fede?

La fede è il legame intellettuale tra l'anima e Dio.

E qual è il fine di questo legame tra l'uomo e Dio?

Rendere l'uomo simile a Dio.

Ma Dio è Carità che è fine di tutte le virtù.

É quindi evidente che la Carità vale più della fede.

Così la Carità vale più della beneficenza perché il tutto vale più della parte.

La beneficenza è solo una piccola porzione della Carità, una delle infinite vie della carità, e può anche esistere - ed esiste di fatto - molta beneficenza senza Carità.

É molto facile gettare una moneta a un mendicante per la strada; di solito è più facile darla che rifiutarla.

Eppure ci può essere talvolta Carità in un rifiuto.

Noi cerchiamo di liberarci per mezzo di quella moneta dai sentimenti di compassione che nascono in noi dallo spettacolo della miseria.

É troppo a buon mercato per noi e spesso troppo caro per il mendicante.

Se noi lo amassimo realmente, faremmo per lui molto di più o molto meno.

( Cfr. La cosa più grande del mondo di E Drummond )

Meditazione sulle piaghe sanguinanti e trionfanti di Gesù, porte del cielo

Gv 3,16.36: « Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in luì non muoia, ma abbia la vita eterna ».

« Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita ».

La vita eterna è un dono che si può ricevere o rifiutare.

L'esempio del buon ladrone, salvato all'istante attraverso la via perfetta d'un semplice sguardo di fede e di amore sulle Piaghe Sanguinanti e Trionfanti di Gesù: « In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso » ( Lc 23,43 ).

Mio amato Gesù, io ho una sete che mai non s'estingue.

Ho sete di Te, o mio Dio, ho sete di vita eterna; non vivo più io stesso, vivo in Gesù! ( Fra Leopoldo, Diario 13-IX-1908 ).

"Chi è con me avrà la vita eterna" - Gesù Crocifisso ( Diario 14-I-1912 ).

Maria Santissima: "Tu sei l'oggetto più caro al mio Cuore, ma ricordati che questo mio amore è per tutti quelli che t'imiteranno".

"Questo Cuore materno è pieno di bontà, e chi lo possiede avrà la vita eterna" ( Diario 27-XII-1911 ).