II stazione |
Dal Vangelo secondo Marco 14,43-46
E sùbito arriva Giuda, uno dei Dodici e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.
Gli si accosta e gli dice: " Rabbi! " e lo bacia.
Essi gli mettono addosso le mani e lo arrestano.
Gli uni si addormentano, l'altro, colui che veglia, tradisce.
Torpore, tradimento, sarebbe questa la nostra storia?
Il bacio che parla di amore diventa segno di odio.
Tutta la passione di Gesù è già l'amicizia tradita, l'amore mutato in odio.
Bagliore di spade nell'ombra, ma Dio non si difende.
Nel suo rispetto infinito per l'uomo, si consegna nelle mani degli assassini.
Si consegna nella mani degli assassini, come lascerà che essi lo uccidano per offrire loro, attraverso la morte, la sua stessa vita.
Coloro che credono di possedere Dio, sommi sacerdoti, scribi e anziani, lo preferiscono distante, inflessibile sovrano.
E quando viene a loro il Dio fatto uomo, dolce ed umile di cuore, essi lo gettano in prigione.
Signore, non ti darò il bacio di Giuda, ma come ha fatto il ladrone, ti riconosco: ricordati di me quando sarai nel tuo Regno.( Ispirato alla Liturgia bizantina )
Di Giuda null'altro conosciamo se non la sua disperazione.
La misericordia di Dio è sconfinata.
Ma tu, o Signore, liberaci dal Giuda che ciascuno di noi porta in sé quando la brama del denaro o del potere s'impadronisce di noi.
Ricordaci, Signore, che le spade che trafiggono e i bastoni che schiacciano possono dare la morte, ma non vincerla.
Troppo spesso le nostre Chiese hanno perseguitato i loro nemici.
Concedi ora ai cristiani la forza dell'umile amore.