I stazione

Gesù nell'Orto degli Ulivi

Dal Vangelo secondo Marco 14,32-36

Giungono ad un podere chiamato Getsemani.

Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni.

Egli dice loro: " La mia anima è triste fino alla morte.

Restate qui e vegliate ".

Poi andato un po' innanzi, si getta a terra e prega: " Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice!

Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu".

Meditazione

Giardino di ulivi millenari, bisogna spremere le olive, affinché l'olio di fuoco, lo Spirito Santo, si spanda sulle ferite del mondo.

Passione di Gesù, solitudine, gli amici più intimi si sono addormentati.

Signore, liberaci da questo sonno quando la passione di Cristo continua in quella degli uomini.

Passione di Gesù, silenzio del Padre.

Io e il Padre siamo uno,( Gv 10,30 ) una sola volontà, un solo amore, ma la volontà umana di Gesù grida d'angoscia, come se il suo essere più profondo, divino-umano, si lacerasse.

Volontà umana di Gesù, solidarietà con tutte le solitudini, con le tristezze e le rivolte di noi esiliati, lontani dal giardino.

In Cristo, Dio sperimenta umanamente tutte le nostre agonie, la sconfinata agonia della storia, l'immenso grido di Giobbe che si leva dai nostri destini, sudore di sangue.

Ma, ecco, la fiducia avanza attraverso le tenebre, voce tremula, ancora incerta, non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu …

Consenso

In Gesù l'umanità consente alla volontà del Padre.

Lasciamo che questa volontà ci sommerga, attraverso le tenebre.

Le olive sono spremute.

In ogni albero si sveglia la Croce vittoriosa.

Giardino delle origini: " oggi sarai con me nel paradiso ".( Lc 23,43 )

Orazione

Viso insanguinato eppure volto del Padre, lo stesso viso che nell'ombra gronda sangue e che noi ignoravamo.

Tu, l'infinitamente vicino, trasforma nei nostri cuori l'angoscia in gratitudine.

In te la passione degli uomini diventi risurrezione.

Gloria e lode a te, o Cristo, che ti fai uno di noi più di noi stessi.

Riempi di te, del tuo amore, tutte le nostre agonie, tutte le nostre morti.