III stazione

Gesù è condannato dal Sinedrio

Dal Vangelo secondo Marco 14,55.60-61.62.64

I capi dei sacerdoti e tutto il Sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.

Il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: " Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? ".

Gesù rispose: " Io lo sono! ".

Tutti sentenziarono che era reo di morte.

Meditazione

Da tanto tempo uomini sapienti e autorevoli lo condannano.

Alcuni dicono: non è mai esistito.

Forse è esistito, dicono altri, ma noi non sappiamo nulla di lui.

O ancora: è un grande vate, un grande profeta, ma un uomo, niente più che un uomo.

E noi, pensiamo poco a lui.

Viviamo come se egli non esistesse.

Eppure, un giorno ci assale la domanda: sei tu il Cristo, nel quale Dio benedetto si dà a noi?

Allora, con le campane delle chiese, con la bellezza delle icone, nel profondo del nostro cuore, Gesù rompe il suo silenzio e dice: " Io lo sono ".

E dice: " Io sono ", che vuol dire: Io sono Dio.

Non ci resta nient'altro che ucciderlo oppure gettarci ai suoi piedi, ripetendo ciò che egli ha detto: " Ti benedico, o Padre, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli, perché così è piaciuto a te ".( Mt 11,25-27 )

Orazione

Gesù, tu l'innocente che viene da altrove, noi abbiamo tanta sete d'innocenza, noi, che ogni giorno uccidiamo l'amore.

Donaci la comunione degli innocenti, dei folli in Cristo, di coloro che non sapevano nulla - nulla, forse, al di fuori di te -, quando li gettavano nelle camere a gas, o nell'inferno del freddo, quando li gettano nelle camere di tortura, in quella camera di tortura che è spesso la vita.

Tu sei venuto non per condannare, ma per salvare, sei venuto non per imprigionare, ma per liberare.

Metti allora la tua innocenza nelle nostre battaglie, le grandi lotte dello spirito, perché siano senza violenza e senza odio.

Metti la tua innocenza nei nostri amori, nelle nostre famiglie.

Metti la tua innocenza nei nostri sguardi perché contempliamo in te il volto del Padre, perché scopriamo in te la fiamma delle cose, icone dei volti.